I Play Mother – Il Gioco del Male di Brad Watson

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A nostro giudizio un film horror estivo di serie b è imprescindibile, qualunque sia il risultato finale dell’avventura, è il caso di dire, cinefila. Durante la visione, rigorosamente al cinema, ci sembra, infatti, di partecipare a quei lontani e meravigliosi drive in americani degli anni ‘50, che abbiamo imparato a conoscere anche in capolavori come American Graffiti (1973) di George Lucas, forse, uno dei registi che ha più influenzato il pubblico e altri autori, nella storia del cinema. E, ovviamente, che ha sedotto per quaranta anni, e continua a farlo, il qui presente, umile recensore di storie della visione. In questo caso, il film di cui si scrive, è di produzione inglese, ma la sensazione di essere, in sala, noi stessi i protagonisti di una storia narrata rimane e si fa labirintica come un’opera di Escher, donando subito un senso alla nostra esperienza, anzi, il senso per eccellenza. Anche se non in maniera precisamente soddisfacente.

Diretto dall’americano Brad WatsonI Play Mother – Il Gioco del Male segue le vicende di Michelle (Susanne Wuest) e Cyrus (Shubham Saraf) che dopo anni di attese, valutazioni e giudizi scrupolosi, ottengono finalmente l’autorizzazione a poter adottare dei figli e creare una famiglia. Anni di lotte e sacrifici li hanno messi a dura prova e, tra ferite mai rimarginate e silenzi carichi di tensione, la coppia è arrivata sull’orlo della rottura. Ma quando incontrano due bambini rimasti orfani, dopo la morte improvvisa della madre biologica, qualcosa si riaccende. Per un breve momento, sembra che ogni pezzo trovi finalmente il suo posto. Tuttavia, mentre la nuova famiglia cerca faticosamente di costruire un proprio equilibrio, succede qualcosa di strano e misterioso. Il comportamento dei bambini, all’inizio semplicemente insolito, diventa sempre più inquietante. Michelle e Cyrus iniziano a domandarsi se il dolore non sia l’unico fantasma che si sono portati in casa e se la tragedia che ha colpito i piccoli non nasconda in realtà qualcosa di molto più oscuro. Al di là della qualità e dell’originalità di questo racconto che vuole smascherare il mito della famiglia perfetta, la curiosità per il suo intreccio non deve, però, trarci in inganno, perché la sua esecuzione cinematografica è, purtroppo, noiosa e insignificante, priva di paura e di suspense, illogica e addirittura, dobbiamo dirlo, colpevole di far recitare due bambini in un contesto di permanente idiozia, in cui sono costretti e esposti al ridicolo. Quando, invece, i bambini sono, per così dire, sacri e sacra dovrebbe essere la loro partecipazione a un film, diretta con garbo e profondo rispetto.

Susanne Wuest

Niente si salva in questo pur ambizioso, claustrofobico horror , e, forse, proprio per questo, se non il gusto della visione stessa di cui parlavamo in precedenza, è il piacere e la capacità della riflessione che deve sempre trovare una chiave di lettura a quanto viene mostrato sullo schermo. Le forme di una onesta critica cinematografica sono infinite per definizione, ciò che le accomuna tutte è il sogno, più o meno inconscio, che si fa parola scritta, di cambiare il mondo, ma non dipendente da una ideologia più o meno ingombrante e, di per sé, perdente, bensì da un libero anelito a una società più giusta. Perché l’arte, a nostro personale avviso, è sempre una questione morale, non ideologica, politica, e contro ogni illusione narcisistica e pretenziosa di un’arte per l’arte, concetto che non abbiamo mai condiviso, soprattutto, forse, perché mai, da noi, lo ammettiamo, capito e compreso fino in fondo.

I Play Mother – Il Gioco del Male insegue una sua ipotesi di horror psicologico e di vita, ma manca l’essenziale, l’arte, appunto, della sottrazione, perché gli spettatori possano immaginare, sognare e avere paura. In definitiva, l’errore decisivo della regia di Brad Watson consiste, a nostro parere, nell’indugiare troppo sulla paranoia del protagonista, mettendo in mostra pianti e disperazione, quando, invece, doveva essere soltanto suggerita, perché rendesse il dubbio e quindi la paura su quanto attorno sta succedendo. Nel cinema è essenziale la qualità, non la quantità. E perciò anche noi qui così concludiamo, per non abusare della pazienza e del tempo dei nostri quattro lettori.

In sala dal 10 luglio 2025.


I Play Mother – Il Gioco del Male (I’ll Play Mother) – Regia: Brad Watson; sceneggiatura: Libby Adam, Ben Charles Edwards; fotografia: Dennis Madden; montaggio: Matthew Wingad; musica: Adam Langstom; interpreti: Jo Martin, Megan Lockhurst, Shubham Saraf, Susanne Wuest, Jax James, Erin Ainsworth; produzione: The Number 44; origine: Gb, 2024; durata: 108 minuti; distribuzione: Adler Entertainment.

 

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