Breve storia d’amore di Ludovica Rampoldi

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Ludovica Rampoldi, 46 anni, romana, è un’ottima sceneggiatrice di film e serie televisive, ma temo che la regia non le si addica. Lo dico dopo aver visto Breve storia d’amore, il suo esordio dietro la cinepresa, passato in anteprima alla Festa di Roma prima dell’uscita in sala. Dentro, a mio parere, c’è tutto ciò che rende stereotipato, prevedibile e artificioso buona parte del cinema italiano attuale.

Che cosa? Un uso smodato e irragionevole della musica, specie delle canzoni in inglese; una costruzione sceneggiatoria all’insegna della “sorpresona” a effetto; un utilizzo pigro degli attori, anche di quelli bravi; l’incapacità di girare scene di sesso che appaiano un minimo verosimili (anche perché le nostre attrici si rifiutano di mostrare anche un seno per nascondersi sotto le lenzuola); l’ambizione di essere universali, parlando di sentimenti amorosi, senza riuscire a scansare una certa tipizzazione romana.

Questa la breve storia d’amore evocata dal titolo. Rocco è un sismologo cinquantenne che pratica, per rilassarsi, uno sport chiamato “scacchipugilato” (esiste davvero), strano mix di cervello e cazzotti. Tornando a casa una sera, si ferma in un bar dove rimorchia una bella trentenne, Lea, che ha bevuto troppi gin-tonic e nella vita vorrebbe fare la giornalista sul serio. Tra i due scatta subito qualcosa di erotico, anche se lui si finge riluttante, mentre lei gli fa in macchina: «Stai per baciare una donna e continui a parlare di tua moglie».

La frittata è fatta. Nasce una relazione clandestina che si consuma nelle stanze d’albergo, secondo patti chiari, all’apparenza; e intanto abbiamo fatto conoscenza con la moglie di lui, ovvero l’apprezzata psicoanalista Cecilia che spara al poligono di tiro, e il compagno di lei, pure padre della loro figlia, ovvero il capellone attore di fiction Andrea.

      Pilar Fogliati e Andrea Carpenzano

Scommettiamo che, in una sorta di imprevedibile gioco al massacro, tutto giocato sul sesso, il tradimento e le coincidenze, i quattro personaggi finiranno con il ritrovarsi per una spettacolare resa dei conti?

Pesci rossi morti, formiche che escono da una teca e invadono l’appartamento, sismografi come metafore dell’esistenza, battute del tipo «Dopo i cinquanta il collo alla coreana è un indicatore infallibile» o «Quello che si fa in un albergo non è reale», qua e là un’arietta amorale da operina buffa; naturalmente il tutto diviso in capitoletti, otto, dai titoli eccentrici, con l’aggiunta di canzoni come All the world is green di Tom Waits e Sotto il segno dei pesci di Antonelli Venditti.

Auguro a Breve storia d’amore un buon successo commerciale, dico davvero, perché immagino che il film sia costato parecchio e magari potrà incuriosire il pubblico quarantenne di FolleMente (per restare al genere, ho preferito Muori di lei di Stefano Sardo, forse troppo bizzarro per piacere al grande pubblico).

Tra citazioni orecchiate e “attrazioni fatali”, faticano un po’ a carburare anche gli interpreti: Adriano Giannini e Pilar Fogliati sono la coppia di amanti, Andrea Carpenzano e Valeria Golino i rispettivi consorti. Finale liberatorio in barca a vela e mentre viene dato alle stampe un romanzo intitolato “Solo i romantici annegano”.  Vabbè.

In anteprima alla Festa di Roma 2025 (Sezione Grand Public).
In sala da 27 novembre 2025.


Breve storia d’amoreRegia e sceneggiatura: Ludovica Rampoldi; fotografia: Gogò Bianchi; montaggio: Francesca Calvelli; musica: Fabio Massimo Capogrosso; scenografia: Massimiliano Nocente; interpreti: Pilar Fogliati, Adriano Giannini, Andrea Carpenzano, Valeria Golino, Massimo De Lorenzo, Betti Pedrazzi, Monica Nappo, Lorenzo Gioielli, Pia Engleberth, Giselda Volodi, Giulia Maenza, Selene Caramazza; produzione: Nicola Giuliano, Francesca Cima, Carlotta Calori, Viola Prestieri per Indigo Film, HT Film, Rai Cinema; origine: Italia, 2025; durata: 98 minuti; distribuzione: 01 Distribution.

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