Miracoli? Ancelotti vs Guardiola

Il match di ritorno fra Ancelotti e Guardiola disputatosi ieri sera somigliava – per ritornare alla contrapposizione istituita la settimana scorsa fra il 4-3 della partita d’andata, da un lato, e Italia-Germania 4-3 dall’altro – più al secondo che al primo. Si è trattato di un match piuttosto noioso, confessiamo che in alcuni momenti ci cadevano le palpebre: il Real Madrid fino al 90esimo non aveva mai tirato in porta, e anche il Manchester City non ricordava quasi mai la squadra brillante (e sciupona) della settimana precedente.

Per carità di occasioni da goal ce ne erano state: due di Benzema e una di Vinicius Jr. per il Real Madrid, almeno una di Bernardo Silva per il Manchester City. Insomma la partita sembrava stancamente avviarsi a diventare l’esatto contrario di quella della settimana scorsa. Fin quando, a diciotto minuti scarsi dalla fine, Riyad Mahrez, fino a quel punto decisamente  inconcludente, infilava una staffilata che non era parsa irresistibile da una ventina di metri, peraltro sul palo del portiere, che andava a infilarsi fra Thibaut Courtois e il suo palo sinistro. I big delle due squadre, fino ad allora, erano parsi oltremodo spenti: Modric (sostituito a un quarto d’ora dalla fine), De Bruyne (pure), persino Benzema (mai toglierlo dal campo!) che, pure, nel primo tempo aveva avuto due occasioni, aveva finito tuttavia – caso più unico che raro – per sprecarle.

Dopo il goal di Mahrez, al minuto 72, la partita è più o meno continuata come prima, il Real sembrava spento, spentissimo. Si capiva che per esempio Eduardo Camavinga era in buone condizioni fisiche e forse meno degli altri risentiva di questa estenuante stagione, ma non sembrava che questo potesse dare vita a chissà quale ribaltone, d’altra parte, solo per andare ai tempi supplementari, a diciotto minuti dalla fine il Real Madrid doveva segnare due goal.

Se c’era una squadra che tentava di fare qualcosa era, di nuovo, il Manchester City – e infatti, quando di minuti ne mancavano solo cinque, Joao Cancelo lascia andare uno splendido destro da fuori area che Courtois vola a deviare in angolo e quando di minuti ne mancano quattro Jack Grealish (anch’egli subentrato al posto di Gabriel Jesus) si lancia in una scorribanda sulla fascia sinistra scagliando un tiro che Ferland Mendy riesce a salvare solo sulla linea. Il Real Madrid fino al minuto 89? Non pervenuto.

È solo al minuto 89, per la precisione 89’ 21’’, che il Real Madrid, con il subentrato Rodrygo tira per la prima volta in porta – e pareggia. Più della metà del merito lo si deve, manco a dirlo, a Benzema che allungandosi con il piede sinistro girà al centro una palla che Rodrygo infila in porta. Trascorrono esattamente 90 secondi (90’ 51’’) e il Real Madrid tira in porta per la seconda volta e realizza il secondo goal guadagnandosi l’accesso ai tempi supplementari. Il primo goal è, come si diceva, il frutto di un gesto tecnico sopraffino, quello di Benzema, nel secondo goal ci si è messa anche un po’ di fortuna perché Rodrygo insacca di testa, dopo che la palla è stata sfiorata da un compagno sempre di testa senza però perdere la traiettoria. In tutto questo: il Manchester City al completo, a cominciare con tutta evidenza da Pep Guardiola, semplicemente incredulo.

Certo, varrà senz’altro quello che si diceva l’altra volta – la tradizione del Real, il blasone dei Blancos, l’assenza di pedigree del Manchester City – ma mai come in questi 90 secondi si ha la sensazione che al di là del merito e della volontà di non mollare mai del Real, del gesto tecnico di Benzema, c’è qualcosa di profondamente imponderabile, chiamiamola fortuna, tyche, ananke, moira, tre parole greche, giusto per nobilitarla.

Poi nei supplementari (il secondo soprattutto peraltro noiosissimo) sono invece la minore o maggiore quantità di talento a farsi valere: Benzema si guadagna e realizza gelidamente il rigore, Courtois che al minuto 105 fa una parata sensazionale, Fernandinho in posizione favorevole  manda a lato la palla ribattuta.

Il Real Madrid ha compiuto tre miracoli: con il PSG, con il Chelsea e con il Manchester City. Ne compirà un quarto battendo il Liverpool e guadagnandosi il quattordicesimo titolo? Chi scrive, spera ed è convinto di no – anche dopo aver visto il secondo tempo dell’altro ieri, quando i Reds sono rientrati e hanno asfaltato il Villarreal passando in dodici minuti da 2-0 a 2-3. Un altro miracolo?

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