Affascinante, introverso, distante da tutto o quasi. Questo è il ritratto di Anton Čechov che René Féret consegna al pubblico in poco più di 90 minuti. Il regista, scomparso nel 2015, appena un mese dopo l’ uscita del film delle sale francesi, delinea un decennio decisivo del noto autore russo, con un’attenzione particolare al suo mondo familiare e al contesto sociale.
Giovane medico che inizialmente scrive i suoi racconti per diletto, per passione e per mantenere in parte la famiglia, Čechov viene incoraggiato dall’editore Aleksej Suvorin a trasformare la sua passione in una professione vera e propria.
Sono anni decisivi per il successo delle opere dell’ autore russo perché è sul punto di terminare l’ ultima stesura de La steppa, e lavora al tempo stesso per ” scherzi” che diventeranno noti atti unici a teatro (L’ orso, Proposta di matrimonio, ad esempio). La scrittura lentamente diventa quindi la sua attività principale tanto da renderlo indifferente a tutto il resto.
Féret costruisce, una scena dopo l’ altra, un Čechov trattenuto nei sentimenti e nelle reazioni emotive: il noto autore russo, interpretato da un austero Nicolas Giraud, pur mostrando nei suoi scritti vitalità e una spiccata sensibilità, appare quasi estraneo a qualunque scossa emotiva.
Scandito da un ritmo lento che segna le tappe principali del decennio letterario decisivo per lo scrittore, il biopic di Feret è fin troppo discreto, riservato e attento a trattare il soggetto con un oggettività quasi asettica.

Dal nucleo familiare, che inquadra soprattutto il particolare legame del protagonista con la sorella, alla passione per la giovane e sensuale Leka, fino alla morte del fratello per tubercolosi, tutto sembra scorrere senza particolari scossoni, senza il fuoco sacro della visceralità.
Solo la scrittura, scena dopo scena, sembra avere per lui un senso delineando i contorni della realtà.
” Ho un cuore freddo” sussurra a una donna il giovane scrittore. E il Čechov delineato dal regista francese sembra proprio caratterizzato da una sorta di indifferenza, un assenza assoluta di passioni estreme, che lo vedono votato esclusivamente alla consacrazione della sua scrittura.
” I miei personaggi vivono nella noia, consapevoli dei loro insuccessi. Portate il pubblico a quella noia, senza preoccuparvi dell’ estetica”.
Il protagonista di questo biopic sembra proprio così, annoiato e poco brulicante di vita, come gli stessi suggerimenti che l’ autore elargisce agli attori durante le prove de Il gabbiano.
Quasi indifferente al fascino femminile e toccato ma mai stravolto dalla morte del fratello, il protagonista si muove su una linea emotiva molto tenue che non tocca mai corde troppo profonde, ma rimane sempre sulla soglia. Somiglia a una bozza di racconto che non ha assunto ancora una forma definitiva. Uno scritto quasi pronto per spiccare il volo, ma incompleto e ancora ” imperfetto”.

Eppure, l’ insieme funziona abbastanza ed è gradevole perché il film è estremamente curato nei dettagli, ben strutturato, scandito da una regia elegante e pulita e mantiene uno sguardo attento alle relazioni familiari.
Inoltre, l’ immersione di Anton Čechov nell’ isola di Sachalin, che occupa l’ultima parte della pellicola, sottolinea l’ attenzione dell’ autore russo per la dimensione psicologica e sociale dell’ individuo, caratteristica presente in gran parte delle sue opere.
Manca uno sguardo approfondito sulla sensibilità dell’uomo più che dello scrittore.
Risalta il Čechov autore, che viene ” riconosciuto e legittimato” ma emerge molto meno l’ essere umano, nelle sue contraddizioni, nei contorni chiaroscurali e nei conflitti sempre presenti.
In sala dal 26 gennaio 2023
Anton Čechov (Anton Tchékhov 1890) – Regia e sceneggiatura: René Féret; fotografia: Lucas Bernard; montaggio: Fabienne Féret; musiche: Marie-Jeanne Serero; interpreti: Nicolas Giraud, Lolita Chammah, Robinson Stévenin, Jacques Bonnaffé, Jenna Thiam, Brontis Jodorowsky, Marie Féret, Alexandre Zeff, Philippe Nahon, Frédéric Pierrot; produzione: Les Films Alyne, Centre national du cinéma et de l’image animée, Pôle Cinéma de la Région Limousin; origine: Francia, 2015; durata: 96 minuti; distribuzione: Wanted Cinema.