Ernest e Celestine – L’avventura delle 7 note di Jean-Christophe Roger e Julien Chheng

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Focalizzato sull’improbabile e fortunata  amicizia tra  un topolino con ambizioni artistiche (da pittrice) e Ernest, un enorme e sfaticato orso musicista, Ernest e Celestine – L’avventura delle 7 note  è il sequel della fortunata pellicola del 2012  ispirata agli albi di fumetti  disegnati da Gabrielle Vincent e sceneggiata dal noto scrittore francese Daniel Pennac.

Seguendo fedelmente le orme del primo film del 2012  diretto da Stéphane Aubier, Vincent Patar, Benjamin Renner e candidato agli Oscar con una storia capace di parlare con delicatezza di diversità e inclusione,  questo delizioso sequel, dopo dieci anni,  riesce ancora una volta a comunicare un messaggio fondamentale, ovvero l’importanza della libertà espressiva e soprattutto  la possibilità, attraverso l’autonomia delle proprie scelte,  di cambiare ciò che apparentemente sembra immutabile (perché in Ostrogallia così è e sempre sarà).

E la rottura della tradizione precostituita e mai messa in discussione nel tempo avviene attraverso il linguaggio universale della musica, che rompe il vecchio equilibrio, intollerante a qualunque novità,  per ristabilire finalmente nuove leggi, meno rigide, più aderenti alle libertà di scelta personali e non imposte automaticamente  da un sistema esterno.

Il percorso alla riscoperta della “libertà” è, nelle deliziose illustrazioni di Gabrielle Vincent un viaggio nella terra natale di Ernest per poter riparare il suo violino Stradivorso, strumento al quale il nostro pigro protagonista è particolarmente affezionato. Ostrogallia, a quanto pare è la patria dei più grandi artisti  del mondo e in ogni vicolo è possibile lasciarsi trascinare dalla musica e dal ritmo coinvolgente che riempie di allegria ogni vicolo.

Purtroppo, una volta arrivati a Ostrogallia, i due amici (che hanno le voci azzeccatissime di Claudio Bisio e  Alba Rohrwacher)  scoprono che il paese è triste e desolante, gli abitanti quasi non si rivolgono la parola  ed è bandita qualunque nota musicale  eccetto il do: i musicisti che continuano a suonare altre note sono ricercati per “resistenza musicale” e vengono imprigionati nell’immediato.  La missione di Ernest e Celestine, è quindi  quella  di restituire a questo luogo ormai imbavagliato e morto,  il sorriso, la gioia  e la vitalità.

I nostri eroi, per centrare l’obiettivo saranno costretti a  scontrarsi con l’autorità del paese, rappresentata-guarda caso- proprio dal papà di Ernest, giudice apparentemente irreprensibile e distante.

Uno scontro tra due universi che è in primo luogo un contrasto generazionale e che riguarda un passato con cui Ernest torna a fare i conti, scontrandosi proprio con l’ottusità e la rigidità di un padre che lo avrebbe voluto giudice, proprio come lui. L’orso, però, ha la musica nel sangue e quando si trova a dover scegliere tra due strade  l’istinto lo muove verso la sua grande passione: il suo amato violino.

La legge, si confronta e si scontra con il mondo più libero dell’arte che per anni ha tentato di reprimere  costringendolo al silenzio.

Attraverso le avventure di Ernest e Celestine si racconta, allora, lo scontro generazionale ma  soprattutto la necessità di convivenza di pensieri e visioni differenti  in un sistema che sia capace di accoglierli tutti.

La scura Ostrogallia, luogo in cui si snoda l’intreccio e lo scontro tra differenti linguaggi, ha un paesaggio  abbastanza realistico e potrebbe essere un paese come tanti, isolato dal resto del mondo, chiuso ai contatti esterni  e incastonato tra le valli di una montagna

“Ho usato i ricordi di un viaggio che avevo fatto sulla Via della Seta, nei territori del Pakistan settentrionale e della Cina. Credo che il motivo per cui mi è venuto in mente questo disegno sia perché il mondo di Ernest e Celestine è radicato in un certo realismo. Non volevamo dare al viaggio in Ostrogallia un trattamento fantastico, perché il pubblico avrebbe avuto un’impressione confusa di finire in un altro mondo. Da qui l’idea di mantenere una certa credibilità nel paesaggio”

L’ambientazione in un mondo quasi reale riesce a dare un senso ancora più concreto e compiuto al messaggio di libertà e di convivenza di idee che questo bel film riesce a comunicare in maniera trasversale a tutti perché il pubblico (soprattutto il pubblico adulto), contestualizzandone l’ambientazione  e non dovendo vagare troppo di fantasia, lo  sente più vicino e il messaggio di “libertà” e trasparenza arriva  in maniera profonda, chiara e radicata.

Per bambini, per adolescenti per adulti. Per tutti, senza alcuna distinzione.

In sala dal 22 dicembre


Ernest e Celestine – L’avventura delle 7 note;  Regia: Jean-Christophe Roger, Julien Chheng; sceneggiatura: Guillaume Mautalent, Sébastien Oursel; montaggio: Nazim Meslem; musica: Vincent Courtois; attori: Claudio Bisio, Alba Rohrwacher, Lambert Wilson, Pauline Brunner, Paolo Marchese, Stefanella Marrama, Emanuela Ionica, Luigi Ferraro, Roberto Stocchi; produzione: Folivari; origine: Francia, Lussemburgo 2022; durata: 80’; distribuzione: I Wonder Pictures

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