Masquerade – Ladri d’amore di Nicolas Bedos

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Gloria Swanson (Norma Desmond in Viale del tramonto, Billy Wilder, 1950), Barbara Stanwyck (Phyllis Dietrichson in La fiamma del peccato, Billy Wilder, 1944), Lauren Bacall (Vivian Ruthledge in Il grande sonno, Howard Hawks, 1947), Rita Hayworth (Gilda in Gilda, Charles Vidor, 1948): le ammalianti donne che causano impazzimento del maschio nella cinematografia mondiale sono tantissime, una più folle e cinica dell’altra, burattinaie dei destini di poveri maschi innocenti, tirati scemi per opportunismo.

Nel caso di Masquerade – Ladri d’amore (regia di Nicolas Bedos) le femme fatale sono due, Isabelle Adjani (Martha) e Marine Vacht (Margot), l’attrice invecchiata e la ragazza senza soldi né arte né parte pronta a tutto, pur di sopravvivere: due poli di una medaglia del femminile declinata, da una parte nella figura di donna agé che lotta contro il tempo, con una carriera alle spalle e nessuno accanto di cui fidarsi (nemmeno di un fiero maggiordomo come Eric Von Stroheim nel già citato Viale del tramonto), dall’altra nella fanciulla bruciata da esperienze negative, dalla miseria umana e sociale.

Adrien, un giovane piacente e pigro (Pierre Niney), vive alle spalle di una donna che potrebbe essere sua madre (e invece è la sua amante): Martha gli garantisce un tenore di vita elevato, ottimo vino e ottimo cibo, lusso, comfort, agio del dolce far niente in Costa Azzurra, in una enorme villa con vista su Nizza. Quando Adrien incontra Margot, una coetanea bella da far girar la testa, le faville si aizzano l’una con l’altra fino a bruciarsi crepitando sonoramente.

Da quel momento il modello del film cambia e diviene À bout de souffle (Jean-Luc Godard, 1960) o Bonnie e Clyde (Arthur Penn, 1967) o, in tempi più recenti, Mr. e Mrs. Smith (Angelina Jolie e Brad Pitt, regia di Doug Liman, 2005): i due belli e dannati (l’atmosfera della riviera francese occhieggia alla California Fitzgeraldiana di Francis Scott e Zelda) architettano piani per appropriarsi di una vita di alto rango con denari non propri, in una sorta di rivalsa sociale auto-proclamata. In un intraducibile passaggio tra lingue (la Morante parla italiano e francese; la Vacht inglese, francese e un francese accentato english) le battute sono continue, le gag spettacolari includono macchine d’epoca finite in laghetti, la Adjani vestita in piscina, pistole, furto di gioielli (uno spruzzo di Caccia al ladro, ambientato nelle stesse location, Alfred Hitchcock, 1956), inseguimenti e colpi di scena sul filo del rasoio.

Bellezza, lusso, sgargianti panorami da appartamenti spettacolari, leggerezza fittizia, divertimento snobistico, parole al vento, presunzioni, ambizioni, fallimenti, ossessioni: ingredienti gradevoli alla vista, mescolati secondo ricetta seguita alla lettera, lo spettatore si lascia andare insieme alle spregevolezze dei personaggi, meschini tutti comme il faut, secondo commedia a tratti morale, a tratti sconveniente.

Una trama consueta e poco appariscente – che ricalca a man bassa tutti gli stereotipi del film di genere (dal noir anni Quaranta/Cinquanta Hollywoodiano in avanti) – è il canovaccio su cui si esibisce in performance recitative, di vario livello, un cast di attori quali Isabelle Adjani (Adèle H, François Truffaut, 1976; Possession, Andrzej Zulawski, 1981; L’inquilino del terzo piano, Roman Polanski, 1976; Nosferatu, Werner Herzog, 1979; La regina Margot, Patrice Chéreau, 1994), François Cluzet (Quasi amici, Éric Toledano e Olivier Nakache, 2011; Piccole bugie tra amici, Guillaume Canet, 2010; In solitario, Christophe Offenstein, 2013), Emmanuelle Devos (Sulle mie labbra, Jacques Audiard, 2002; Il figlio dell’altra, Lorraine Lévy, 2013; I re e la regina, Arnaud Desplechin, 2006), la nostrana Laura Morante (Bianca, Nanni Moretti, 1984; Ricordati di me, Gabriele Muccino, 2003; Ciliegine, 2012, di cui firma anche la regia; Lacci, Daniele Luchetti, 2020).

Film da vedere a Natale per sognare la piacevolezza di una estate in Costa Azzurra.

In sala dal 21 dicembre


 Masquerade – Ladri d’amore; Regia: Nicolas Bedos; sceneggiatura: Nicolas Bedos; fotografia: Laurent Tangy; montaggio: Anne Danché, Clément Selitzki; musica: Nicolas Bedos; interpreti: Isabelle Adjani, Pierre Niney, François Cluzet, Marine Vacht, Emmanuelle Devos, Laura Morante, James Wilby, Charles Berling; produzione: François Kraus, Denis Pineau-Valencienne, Sylvain Monod; origine: Francia, 2022; durata: 122’; distribuzione: Lucky Red.

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