Due solitudini si uniscono in un’unica voce malinconica, irrequieta, distante dalla loro realtà di appartenenza. Un’amicizia profonda, quella di Precious e Federico, che li lega per affinità di pensiero, di obiettivi e di storia personale. L’adolescenza di due ragazzi non comuni, per origine, maturità, sensibilità, viene raccontata dallo sguardo “solitario” nel documentario del regista di Varese Michele Pennetta e arriva disordinatamente ma in profondità, proprio come un flusso continuo di alti e bassi emotivi, senza una struttura circolare, con un senso di anarchia generale che sembra seguire la melodia di una canzone e che definisce il senso dell’ intreccio e dei protagonisti di questa storia. Di musica si parla, perché è la sola in grado di “salvare” i due protagonisti dalla loro non felice storia di partenza. Precious, una giovane nigeriana con una splendida voce ha appena compiuto diciotto anni ed è in perenne conflitto con la madre. Stanca di lottare ogni giorno, decide di andarsene di casa per affermare la sua individualità. Federico ha la stessa età e una malformazione al cuore e coltiva il sogno di avere successo nella musica e di lasciare il suo paese, dove nessuno sembra credere in lui. Dal loro incontro “magico” nasce un legame fondato su segreti e progetti musicali. Insieme sembra tutto più sopportabile, anche la solitudine che li accompagna da sempre e che non li abbandona mai. In Lonely, una fotografia chiaroscurale dell’adolescenza, non c’è una storia vera e propria, succede molto poco e non arrivano colpi di scena particolarmente significativi, ma frammenti di due solitudini, che non tentano di capirsi o di cercare un posto di spicco nel mondo, ma semplicemente desiderano trovare il loro modo di esprimersi nel mondo attraverso la musica, loro terreno comune.
Precius e Federico, infatti, hanno sempre vissuto ai margini, sono stati abituati a convivere con le loro ombre più che con la spensieratezza e l’allegria della loro giovinezza. In loro due, che non vogliono piegarsi alle regole di una società che sembra non riconoscerli pienamente, l’angoscia legata ad un futuro incerto si trasforma in lotta per la sopravvivenza, in un tentativo disperato di riscatto alla ricerca di una prospettiva libera da qualsiasi copione già scritto e predefinito.
Nel mondo di Federico e Precious gli adulti, quasi invisibili, sono presenze effimere e poco stabili, non punti di riferimento sui quali poter contare ciecamente e con i quali poter dialogare. Il loro incontro, allora, sembra voluto dal destino proprio perché solo loro sono esseri profondamente simili, riescono a comprendersi senza il bisogno di tante parole. Sognano, costruiscono il loro mondo utopico fatto di segreti e di canzoni, consapevoli che l’ atterraggio sul pianeta terra sarà duro e poco conciliante. La musica, quella che canta Precious e che compone Federico, fa il resto e accompagna il loro percorso individuale e quello comune.
Michele Pennetta, già autore di due altri documentari di lungometraggio Il mio corpo (2020) e il Pescatore di corpi (2020), ci consegna un ritratto dell’adolescenza frammentato, pieno d’ombre ma sensibile e delicato, focalizzato sulla difficoltà di crescere in un mondo non sempre disposto ad accogliere individualità non “conformi”.
Lonely – Regia: Michele Pennetta; sceneggiatura: Michele Pennetta, Giulia Moriggi; fotografia: Paolo Ferrari; montaggio: Andrea Maguolo; interpreti: Precious Adebayo, Federico Peduzzi; produzione: Close Up Films, Indyca; origine: Italia/ Svizzera, 2023; durata: 76 minuti.