Festival di Cannes: Anatomie d’un Chute di Justine Triet (Palma d’oro)

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Il film Anatomie d’un Chute (tit. internazionale Anatomy of a Fall) ha vinto la 76.ema edizione del festival di Cannes e si porta a casa la Palma d’oro. È il quarto lungometraggio della regista francese Justine Triet,a partire da La Bataille de Solférino (2013) che viene presentato nelle varie sezioni del Festival sulla Croisette. Quest’anno la manifestazione francese aveva annunziato con orgoglio di aver selezionato opere di ben sette donne in Concorso. E oseremmo pensare che era quasi dato per scontato che il presidente di giuria Ruben Östlund, insieme agli altri giurati, avesse interesse a consegnare il premio ad una donna. Se poi riflettiamo al fatto che, che nei settantasei anni di vita del festival il maggior premio, fino ad oggi, era stato vinto solo da due cineaste (Jane Campion per The Piano nell’ormai lontano 1993 e, più recente, Titane di Julia Ducournau nel 2021, per altro in Giuria questa volta), ci rendiamo conto che forse, anche se lentamente, nel cinema le cose comincino a cambiare. Per questo, durante la cerimonia di premiazione, Justine Triet ha voluto dedicare il premio a tutti i registi e registe che non riescono a girare i loro film, come invece ha avuto la possibilità di fare lei.

Comunque, al di là di ogni implicazione sociale, questa Palma d’oro va ad un ottimo dramma psicologico, ben studiato nei dettagli, dove risalta la magnifica recitazione dell’attrice tedesca Sandra Hüller.

Siamo in una grande casa luminosa sulle Alpi francesi. Fuori, sulla neve, splende il sole. La musica in versione strumentale e suonata al pianoforte di P.I.M.P.,  del gruppo rap ’50 cent’ ,rimbomba nella grande stanza ad un volume altissimo, tanto che Sandra (Sandra Hüller) scrittrice di successo, è costretta ad interrompere l’intervista che stava rilasciando. Poco dopo, il figlio Daniel (Milo Machado Graner), ipovedente, rientra a casa da una passeggiata con al guinzaglio il suo indispensabile cane-accompagnatore. Lo aspetta una tragica scoperta. Quello che noi vediamo disteso sulla neve insanguinata – e invece il bambino no – è il corpo inerme di Vincent (Samuel Theis), il padre di Daniel. Nonostante il caso si presenti come uno sfortunato incidente, venuto ad interrompere una felice vita familiare, non può venir chiuso con facilità: gli indizi trovati dall’accurata analisi della magistratura portano in rilievo dei dettagli nascosti nella fragile e non sempre rosea relazione di coppia tra Sandra e Vincent. La donna viene incolpata di omicidio colposo.

Sandra Hüller

Una sceneggiatura impeccabile scritta da Triet a quattro mani insieme al compagno Arthur Harari, nulla ha da invidiare ai classici del cinema del dramma psicologico, dove la tensione non accenna mai a calare. Dato che la narrazione degli eventi processuali non lascia spazio alle grandi emozioni, sono proprio le crepe di una relazione sentimentale ormai arrivata al limite di un baratro pericoloso a venir poste in evidenza, a venir appunto sezionate e rese pubbliche durante l’udienza. Sì, perché, che Sandra sia colpevole o meno, e comunque finisca il processo, non ci sono né vincitori né vinti, rimane soltanto il terribile dramma, e soprattutto un inquietante dubbio, che scuote la fiducia reciproca fra madre e figlio. Questo il vero “sale” del film.

Un festival sicuramente importante per l’attrice Sandra Hüller (Requiem, Amour Fou, Vi presento Toni Erdmann) quest’anno presente a Cannes con ben due film. Oltre ad Anatomie d’une chute, ha un ruolo importante – e anche questo non facile – nel film The Zone of Interest del regista inglese Jonathan Glazer, quest’ultimo vincitore del Gran Premio della Giuria. L’attrice tedesca aveva già lavorato insieme e con successo alla regista nel precedente film Sybil – labirinti di donna (2019).


Anatomy of a Fall (Anatomie d’une chute) – Regia: Justine Triet; sceneggiatura: Justine Triet, Arthur Harari; fotografia: Simon Beaufils; montaggio: Laurent Sénéchal; interpreti: Sandra Hüller, Samuel Theis, Swann Arlaud, Jehnny Beth, Milo Machado Graner, Saadia Bentaïeb; produzione: Les Films Pelléas, Les Films de Pierre; origine: Francia, 2023; durata: 150 minuti; distribuzione: Teodora.

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