Premessa: i film ambientati nelle accademie militari o che raccontano l’addestramento di soldati si assomigliano un po’ tutti, pensate che so io a Ufficiale e Gentiluomo (1982), a Top Gun (1986), a Full Metal Jacket (1987): la recluta per bene, volonterosa e sprovveduta, le dinamiche vessatorie da parte di capi sadici, il nonnismo, le varie forme di intimidazione anche sessuale, le continue biforcazioni di fronte a cui si trovano i protagonisti: resistere o cedere, denunciare o incassare. E sono esattamente questi gli ingredienti che troviamo in Heroico, il film messicano (ma di co-produzione svedese) presentato a Berlino, in Panorama, dopo aver avuto al Sundance la prima proiezione, esattamente un mese fa.
Il protagonista è Luis (Santiago Sandoval Carvajal), un giovane timido e pulitino di etnia Nauathl, ma che per ansia di integrazione quella lingua ha deciso di non parlarla più, che fondamentalmente si è presentato all’esame di ammissione all’accademia militare (in spagnolo Heroico Colegio Militar, di qui il titolo) per ottenere un’assicurazione sanitaria tale da permettergli di pagare le costose cure della madre diabetica. E come tutte le reclute (la parola spagnola “potros”, alla lettera “puledrini”, l’equivalente dell’italiano “spina” o “scimmia” viene ripetuta un numero ossessivo di volte) deve attraversare un calvario in cui è messo a dura prova, anche perché, per soprammercato, deve far parte anche di una squadra addetta a spedizioni punitive fuori dall’accademia, organizzate dal superiore Eugenio Sierra (Fernando Cuautle) alle quali, in grazia delle sue doti di tiratore scelto, Luis ha l’ “onore” di partecipare, ciò che aumenta ancora di più la quantità di fiele che il ragazzo si trova a dover ingurgitare.
A fare da pendant a questa via crucis del protagonista che purtroppo ha le mani legate per le ragioni suddette (ma fino a quando?) ci sono tutte le manifestazioni “pubbliche” alla presenza dei vertici del collegio, in cui è tutto un pullulare di presunti valori identitari, quali l’onore, il coraggio etc. – nella pagina Wikipedia del collegio si leggono tutti i canti, gli inni improntati appunto ad altissimi valori – mera simulazione retorica rispetto ai disvalori vigenti nella vita quotidiana delle reclute, doppia morale da far inorridire.
I valori aggiunti di questo film, dignitoso e formalmente apprezzabile, anche se non particolarmente sorprendente sono due: da un lato la location perché le scene ufficiali, le parate, le rassegne etc. si svolgono tutte in un piazzale che ha alle spalle scalinate e piramidi di origine precolombiana o comunque ispirate a quell’architettura, a designare probabilmente un modello di eroismo primordiale che qui viene brutalmente disatteso. Non so se il film sia stato girato nella sede originale del collegio (dalle foto viste online la sede sembra simile ma non pare esattamente quella, del resto visto che dell’accademia non è che si dicano/mostrino cose particolarmente esaltanti, si fa fatica a immaginare che il ministero della difesa abbia concesso l’uso della sede), poco importa alla fine, quel che conta è che questa location conferisce al film una spiccata geometrizzazione e un ordine, del tutto apparente e in piena contraddizione col disordine disumano che vige nelle camerate e di cui Luis è vittima e testimone; dall’altro è il reiterato uso da parte del regista David Zonana (originario di Città de Messico e nato nel 1989) del sogno in funzione catartica, di realtà alternativa, con almeno un paio di scene in cui lo spettatore non sa che quel che vede sia sogno o realtà.
Heroico (Heroic) – regia: David Zonana; interpreti: Santiago Sandoval Carbajal, Fernando Cuautle, Mónica del Carmen, Esteban Caicedo, Isabel Yudice; origine: Messico/Svezia, 2023; durata: 88 minuti.