È andata così “Il caso ha creato la situazione; il genio ne ha approfittato”, così dice la storia (Lev Tolstoj)
La storia nel libro di Alberto Crespi ritorna più volte come elemento di connessioni nel narrare e filmare da parte di autori del Novecento.
Il cinema come assemblaggio di immaginari e icone che qui vanno a comporre una Storia del cinema fatta da autori, generi e pellicole che escono dalla costruzione storiografica o cronologica al quale si è normalmente abituati. Una storia che diventa racconto in prima persona delle esperienze più significative che hanno fatto dell’arte cinematografica uno spazio vivo di sperimentazione. Il punto di vista è quello dello spettatore, ma che va oltre il film, raccontando quello che sta anche dietro la cinepresa. Perché il cinema è arte dell’immagine, ma anche delle storie che costruiscono la lavorazione di un film.
E se la storia si racconta con le testimonianze, nel cinema è difficile assemblare i racconti di quello che sta dietro la mdp, ma soprattutto recuperare testimonianze di molti anni fa. Tutto oggi è istantaneo e fuggevole, quasi parlare di storia sembra qualcosa di vecchio, antico. Andy Warhol e le sue interviste improbabili (nel libro è riportata un’intervista a Jodie Foster), i dietro le quinte dei set di Kubrick (dalle osservazioni agli attori, alle trovate per realizzare la scena) l’inimitabile Lubitsch Touch, Short cuts infatti mischia, taglia e ricostruisce partendo da alcuni film del secolo scorso, formando un mesh-up cinematografico con una chiara riflessione sul problema: cosa il cinema può offrire ad un pubblico parcellizzato, serializzato ed espanso?
I dodici film, percorsi che tra il 1959 e il 1960 hanno caratterizzato il cinematografo e la sua Storia (da Un dollaro d’onore di Howard Hawks a Fino all’ultimo respiro di Jean-Luc Godard, da La dolce vita di Federico Fellini a La grande guerra di Mario Monicelli, da Psyco di Alfred Hitchcock a L’appartamento di Billy Wilder, ecc.), sono soltanto una cornice nel quale si costruisce un discorso sul raccontare il cinema arrivando fino ai giorni d’oggi.
Short Cuts riesce a individuare degli esempi originali e descrivere autori del Novecento (J.L. Godard, Marco Ferreri, Satyajit Ray, Nagisa Oshima, come il più recente Jonathan Demme), che hanno rivoluzionato le prospettive cinematografiche, e che eppure oggi sembrano dei dimenticati, sopraffatti dalla quantità di film che sono stati prodotti nei decenni.
Alberto Crespi è un divulgatore impetuoso e ardente che in questo volume cerca di mettere insieme la propria passione da spettatore, senza rinunciare, però, alle competenze di un attento ricercatore. Rispetto al suo precedente libro Storia di Italia in 15 film, (Laterza, Bari, 2018), questo suo ultimo testo è un esperimento virtuoso su come inquadrare l’arte cinematografica nel nuovo millennio. Con l’augurio di non vederla soltanto in smartphone o sullo schermo piccolo della tv.
Short cuts – Il cinema in 12 storie di Alberto Crespi, Editori Laterza, Bari 2022, pagine 416, 24 €.