MedFilm F.: The Vanishing Soldier di Dani Rosemberg (Concorso)

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In fuga dal fronte, lui corre. Corre come un dannato, e non usa sole le gambe, ma la bicicletta e l’auto, in divisa militare o bermuda, un fucile a tracolla o un cocomero in mano, scarponi ai piedi o espadrillas scalcagnate, senza soldi o avendoli rubati, in ogni modo e con ogni vestito per arrivare davanti alla propria fidanzata e sentirsi dire:

Schlomi, tu puzzi davvero!

Che poi non è il problema principale, il puzzo, quanto il fatto che Shiri se ne sta per partire per il Canada perché vivere in Israele non è più possibile. Tra missili e contraerea, ristoranti con stanze vip che fanno da area di sicurezza e telegiornali che riportano h24 notizie di ostaggi feriti morti, Schlomi (Ido Tako) deve correre perché è scappato dall’esercito e tutti credono che sia morto o peggio ostaggio. Ed essere morti, o ostaggi, ha un prezzo.

Dani Rosemberg firma The Vanishing Soldier e ci porta con sé dal fronte sino a Tel Aviv, in una corsa continua e senza fiato. Lo fa alla Wishplash, o meglio, alla Birdman, con un sottofondo di batteria che accompagna le peripezie del protagonista e ne sostiene il tono tragicomico, sospeso sul crinale, che è lo spirito della pellicola. La mdp sostiene questo tono adottato, con movimenti ricercati, tra il citazionale, l’autoriale e l’artificioso: la fotografia cerca l’inquadratura precisa e studiata. Ciò che vogliono suggerire, soundtrack e movimenti di regia, è la presenza di quella sottile prigione mentale che avvolge Israele: uno Stato in perenne condizione di emergenza, dove è all’ordine del giorno udire una sirena e doversi sdraiare per strada, rintanare nella stanza di sicurezza, osservare in cielo la spirale dei missili fare puff perché intercettati dalla controaerea.

Per questo motivo Schlomi è una mina vagante. Qualcuno che scardina la situazione di tensione facendo l’impensabile: abbandonando il fronte per andare a trovare la fidanzata, prima che questa parta. Una vampata di amore, nel fitto fuoco della guerra. Probabilmente causato e aiutato dallo stress bellico, probabilmente giustificato dal solo sentimento, fatto sta che lui il conflitto lo taglia e nel farlo ci dà un’occhiata differente in un conflitto che non ha soluzione, solo vittime da una parte e dell’altra.

In concorso al MedFilm Festival, The Vanishing Soldier è una pellicola diretta con attenzione e artificio, con la consapevolezza di quale sia lo scenario nel quale si fa correre il proprio personaggio: un Giovane Holden israeliano. Lodevole scenografia e lodevole fotografia, non originalissima la sceneggiatura ma con una sottile anarchica romantica verità a sostenerla:

Se tu chiudessi gli occhi, vorresti essere in Israele?

Vorrei essere con te.


The Vanishing Soldierregia: Dani Rosemberg; sceneggiatura: Dani Rosenberg, Amir Kliger; fotografia: David Stragmeister; montaggio: Nili Feller; musica: Yuval Semo; interpreti: Ido Tako, Mika Reiss, Efrat Ben Zur, Tiki Dayan, Shmulik Cohen, Mushy Vider; produzione: Israel Film Fund, United Channel Movies; origine: Israele, 2023; durata: 105’.

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