“Nello sport si cercano emozioni forti, estreme” – Intervista esclusiva alla Finale dell’Europeo 2020

Quando la scorgo, seduta a un tavolo dello Sky Garden di Londra, ho piena conferma della sua figura statuaria, della bellezza ammaliante di cui mi avevano parlato. Il suo fascino è tale che mi arresto, tentenno per la timidezza. Avverto il desiderio di andarmene, ma lei, la Finale dell’ Europeo, muove di colpo lo sguardo e rapace lo incide nel mio. Mi ha visto e non posso che sorridere, nascondendo, per quanto possibile, la  tensione. Avanzo lentamente, mentre lei pure, per niente tesa, sorride.
Eccolo, l’italiano masochista…, l’inviato di “Close-Up” se non sbaglio. Lei ha già intervistato l’Europeo (https://close-up.info/intervista-alleuropeo/ ) mi pare.
In che senso masochista, scusi?
Vuole evitare di parlarne?
Di cosa, non capisco.
Del golden gol letale di David Trezeguet…
Ah..no, non penso sia possibile, in effetti. Però guardi, oltre quella serata amara, lei, Signora Finale, ci regalò, nel lontano 1968, una grande gioia.
Ci sarebbe anche un 4 a 0 per la Spagna, molto più recente, a dire il vero, ma le devo confessare una cosa: per me, la vostra vittoria a Roma, nel ’68, è un ricordo mesto.
Non capisco di nuovo, mi scusi?
Perché non fui sufficiente: fui costretta ad essere rigiocata. Quindi, non feci bene il mio lavoro, e questo mi rattrista ancora.
Suvvia, non sia troppo severa. Pensi se le fosse capitato come nella semifinale di quell’edizione: Italia – Urss risolta con la monetina.
Non me ne parli. Il solo pensiero mi dilania. Per me tutto ciò che non è gesto tecnico, calcio giocato, compresa la piccola crudeltà dei calci di rigore, è sofferenza e fallimento. Pensi un trofeo assegnato con la monetina, che per carità sarà anche regolare, ci mancherebbe, ma come finale, ne uscirei affranta.
Mi sembra che viva il suo lavoro con incredibile serietà..
Non sarei quello che sono, se non fossi così.
E con le altre partite che rapporto ha? Quelle dei Gironi, degli Ottavi, delle povere amichevoli. Le snobba?
Tutt’altro. Le rispetto e le ringrazio. Sono il cibo che mi nutre, sono le operaie che scolpiscono la pietra grezza che mi forma.
E lei cos’è, se posso chiedere?
Sono la Madre dell’eroe, colei che partorisce il vincitore.
Il suo fascino ha un sapore omerico, se posso permettermi..
Il mio desiderio più profondo, il sogno che mi tiene viva è di creare qualcosa di leggendario..
E invece, purtroppo, a pensarci bene, non è sempre così. Anzi, il più delle volte, voi Finali – absit iniuria verbis – non siete partite bellissime.
E ci soffriamo molto, lo sa? Guardi, caro il mio italiano masochista, lei mi fa simpatia e voglio essere sincera.
Dica pure..
Sa che non riesco a smettere di invidiare Italia-Germania 4 -3?  E le dirò di più: ogni finale la invidia.
Anche Milan-Liverpool 3-3? Anche Manchester-Bayern 2-1?
Tutte. Le assicuro.
Tra le sue serate più belle, quali mette?
Danimarca-Germania del ’92, Portogallo-Grecia del 2004, anche Portogallo-Francia del 2016.
E il gol più bello?
Van Basten in Olanda-Urss 1988, il tiro al volo ad incrociare. Una meraviglia.
A proposito di masochismo, tra le serate belle non ha citato Italia-Francia del 2000.
Mi interessano le notti con una storia forte dentro, con qualcosa di epico, di fortemente sentimentale.
E il Golden gol di Trezeguet non rientra in tutto questo? Come si sentì quella notte?
Anche quella fu una serata strana. Non piacevole. Nello sport si cercano emozioni forti, estreme, e attraverso la mediazione del gioco si possono simulare pulsioni profonde, persino feroci dell’essere umano. In questo senso a mio avviso ci sono affinità tra sport e cinema.
Interessante, ma continui, la prego..
Però in noi c’è anche la pietas, e nello sport ci sono le virtù dell’uomo. Quindi vedere quella sottile crudeltà, quel colpo così duro inferto al contendente senza che gli fosse data la possibilità di reagire, lo vissi come troppo esagerato, quasi pornografico. Avvertii un fastidio, un tenue dolore e quando poi tolsero il golden gol fui sollevata.
Preferisce i rigori?
Non significa che mi piacciano.  Attendo  una proposta, qualche idee geniale. Ma se non arriva, andiamo avanti cosi.
Le piacciono le due finaliste di questa edizione?
Devo dire di sì. Se fosse arrivata in fondo la Danimarca, e le faccio comunque i complimenti, avrei finito per affezionarmi a lei, e non posso permettermelo nel lavoro. Con Inghilterra e Italia siamo alla pari, sono due colonne del calcio mondiale, due mondi di uguale valore,  due tradizioni molto diverse, ma pesanti allo stesso modo.
Ed è una finale originale, forse inedita, comunque piacevolmente insolita. Chi la vince?
Spero chi meriterà di più e spero meritino tutte e due.
Chi è più forte?
Credo l’Italia ma conta chi sarà più bravo. Chi avrà riposato meglio, chi avrà più testa, più ossigeno nei muscoli e più cuore. Più motivazioni. Vedremo se sarà più bravo Chiellini o Kane, Chiesa o Maguire, Sterling o Bonucci.
Quanto peserà giocare a Wembley, con tanti tifosi inglesi?
Vedremo, forse molto, anche se la storia delle finali di calcio parla di grandi sconfitte tra le mura amiche. Brasile- Uruguay del ’50, Roma-Liverpool del 1984..
Ahh (colpo di tosse, smorfia di dolore).
Cosa c’è, qualcosa non va?
No no, tutto bene. Più o meno. Comunque la sento carica, fiduciosa, ottimista.
L’aria che tira è da leggenda, e Wembley in questo senso aiuta. È il posto giusto perché possa nascere qualcosa di forte. E sognare non costa nulla.
Mi dica un risultato..
Quattro a tre!
Per chi?
Domanda sciocca, mi perdoni.
Le auguro di essere bellissima, leggendaria!
Grazie, caro il mio simpatico italiano masochista. Cercherò di non deluderla.
Masochista, forse, ma anche sognatore. Proprio come lei.

1 thought on ““Nello sport si cercano emozioni forti, estreme” – Intervista esclusiva alla Finale dell’Europeo 2020

  1. Bello, frizzante ed originale ed anche di buon auspicio…. a questo punto!
    Centratissimo il risultato
    4a3

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