La mia amica Zoe di Kyle Hausmann-Stokes

  • Voto2,5
2.5


Basato su fatti realmente accaduti, La mia amica Zoe è il film di esordio di Kyle Hausmann-Stokes (42 anni), regista di un onesto film di denuncia, la cui autenticità viene sancita soprattutto dalle fotografie che precedono i titoli di coda, fotografie di commilitoni del regista, morti suicidi, una volta tornati in patria, veterani reduci dalle battaglie combattute da soldati americani in Afghanistan e in Iraq. La denuncia consiste proprio in questo: dall’11 settembre in avanti negli USA vi sono stati più reduci suicidi, che non sono riusciti a superare il cosiddetto PTSD (=Post Traumatic Stress Disorder), che morti in battaglia.

Ed è proprio su questo effetto sorpresa che in fondo si basa il film, visto che lo spettatore è per tutto il tempo indotto a pensare che il film sia incentrato su un incidente bellico. Altra originalità del film: la vicenda tutta maschile, come apprendiamo appunto nei titoli di coda, è virata al femminile. Ne è protagonista Merit (Sonequa Martin Green), essa stessa reduce, regolarmente accompagnata dal fantasma della Zoe (Natalia Morales), di cui al titolo, una specie di incarnazione fantasmatica di tutto il rimosso della protagonista che tornata negli USA non è riuscita a parlare con nessuno del trauma subito: non con la madre, non con il nonno., non con un ragazzo con cui matura una vaga simpatia, e men che meno con il coordinatore di una terapia di gruppo, interpretato con il solito grandioso minimalismo da Morgan Freeman, ormai giunto alla veneranda età di 88 anni, tredici anni più vecchio di Ed Harris, altro grande attore del film, che interpreta il nonno di Merit. Poiché oltre alla vicenda principale, che ho già raccontato e che lo spettatore capisce subito (Zoe è morta), il film ruota intorno anche a un secondo intreccio che, appunto, vede protagonista il nonno, nonché la madre di Merit, Kris (Gloria Reuben) che vorrebbe rinchiudere il padre, affetto da una forma ancora estremamente tenue di Alzheimer, in una clinica apposita. È l’affettuosa dedizione al nonno che in qualche misura salva Merit dandole il coraggio finalmente di parlare e di liberarsi del trauma e dunque del fantasma dell’amica.

Ed Harris, Sonequa Martin Green (a sinistra) e Natalia Morales

La trama in sé, in fondo, non sarebbe neanche male, ma la sceneggiatura del film, spesso intervallata da canzoni che hanno tutta l’aria di starsene lì a riempire i molti vuoti, è decisamente scadente e un po’ ripetitiva. In particolar modo non convincono le scene di guerra (che in realtà non si vede mai, ma, va detto, neanche si intuisce). Si fa fatica a immaginare che il personaggio interpretato da Freeman passi il tempo a tallonare la protagonista per richiamarla a seguire la terapia, la malattia del nonno è più dichiarata che visibile, talché le intenzioni della madre di Merit sembrano proprio malevole nei confronti di questo simpatico e un po’ burbero vecchio che se ne sta nella sua casupola un po’ sgarrupata in riva al lago, senza dar noia a nessuno; il nonno stesso, peraltro, è reduce da una guerra assai più antica, ovvero quella del Vietnam, dove si moriva molto ma molto di più. Vi è dunque una  paradossale solidarietà fra nonno e nipote, anche se – ed è forse la frase più interessante del film, pronunciata, alla faccia dell’Alzheimer, proprio dal nonno – i reduci dal Vietnam in fondo non se li filava nessuno, mentre i reduci dalle guerre più recenti vengono accolti in patria come eroi, qualunque cosa essi abbiano fatto (o non fatto), in omaggio a quel nazionalismo patriottico imperante di cui vediamo oggi in massimo grado le orribili tracce negli USA e in molti altri posti del mondo. E malgrado ciò o – chissà -proprio per questo accadono di continuo le tragedie di cui si diceva all’inizio: “In the two decades since 9/11, more than 127.000 American veteranes have died by suicide”

In sala dall’11 giugno 2025.


La mia amica Zoe (My Friend Zoe) regia: Kyle Hausmann-Stokes; sceneggiatura: Kyle Hausmann-Stokes, A. J. Bermudez; fotografia: Matt Sakatani Roe; montaggio: Al Greer; interpreti: Sonequa Martin Green, Natalie Morales, Ed Harris, Morgan Freeman, Gloria Reuben; produzione: Legion W Entertainment, Radiant Media Studios; origine: USA, 2024; durata: 102 minuti; distribuzione: Europictures

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