Voyage of time di Terrence Malick

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È propria del documentario l’osservazione, e quando l’osservazione non tocca il singolo momento ma il tempo per eccellenza, quello della Terra, allora sfocia nell’evocazione.

Voyage of time – Il cammino della vita, per la regia di Terrence Malick, è un pellegrinaggio all’origine del mondo e ritorno ai giorni nostri con un occhio sulla poesia che appartiene di diritto al nostro pianeta, una poesia che non deve essere né creata né cercata, soltanto rievocata. Tramite CGI, perché qualsiasi altro modo, magari quello direttamente umano, risulta goffo, impacciato.

In principio era l’universo e nell’universo tutto si muove seguendo il metronomo dei milioni di anni, finché la Terra non si crea e il tempo si velocizza. Inizia un lento gioco di aria, acqua e fuoco dove l’uno elemento si mescola con l’altro e le prime forme di vita scivolano, crescono sotto e a pelo d’acqua. Un pesce precoce fa i primi slanci alla ricerca di ossigeno, o forse altro, e i primi animali terrestri iniziano a strisciare lungo il terreno. Arriva poi l’uomo e l’uomo è branco che avanza, corre, uccide altri animali e uomini stessi, si accoppia e crea prole, muore e viene lasciato morto nella sabbia, a protezione pochi rami. Infine è universo, e sarà universo. Si ritorna da dove si è partiti, non si è mai andati troppo lontani.

 

Terrence Malick porta il suo stile, ermetico e denso, lento e spirituale, assumendo un soggetto che non solo si adatta al suo cinema ma gli permette di giustificarlo e poter così lavorare in espressione. L’evoluzione della Terra è infatti uno dei temi più evocativi, la densità è servita, ciò che è importante è il saperlo affrontare rispettandola, accompagnandola e confrontandola. Malick lo fa scegliendo una voce, quella di Cate Blanchett, che intona una preghiera ricorsiva di ricerca e aiuto di Madre Natura, una sorta di messa in parola dei pensieri di un bambino perso in un bicchiere d’oceano, quello della crescita e della convivenza con la natura stessa.

A preparare il terreno per la voce dell’attrice americana è l’orchestra che non si fa subito musica totale bensì overture, somma di suoni non ancora messi a spartito ma sparsi a ricercare il riscaldamento proprio mentre a riscaldarsi è pure il nucleo della Terra prima del raffreddamento dato dal cascare delle acque. Spesso la musica va invece di sottrazione, scompare, e l’indagine dell’immagine diviene sonora essa stessa per la potenza di ciò che viene mostrato, calata di lava o avanzamento nelle maree primordiali.

Rispetto e accompagnamento quindi, ma pure confronto, e il confronto è impietoso perché impacciato. Malick affianca alle spettacolari immagini dell’evoluzione del mondo delle scene odierne durante le quali l’uomo cerca di celebrare Madre Terra e lo fa in modo prettamente umano, cioè claudicante ed errante. Laddove il magma emerge dalla terra e trova il mare, solidificandosi, l’uomo taglia le gole ai vitelli e assiste al loro vagare disperato finché non cadono, quattro zampe all’aria, in una piscina di sangue. Ad accompagnare la scena le risate della gente. Ma sì cerca anche qualcosa di più leggero, poetico, come un ballo, a riprodurre l’andamento del vento o il contatto con il suolo stesso, prendendo il limo e spargendolo lungo tutto il corpo per ricercare quell’unione con la natura che dà forza e sostegno.

Voyage of time è un documentario paziente, consapevole di trattare un argomento vasto cerca di mantenere il tono e non si sottrae dal tentativo di una riflessione sottintesa ma non urlata tra Terra e Uomo. Non si vuole porre l’incontro tra i due in termini pratici – discorso ambientale – bensì a un livello propriamente malickiano, con echi kubrickiani, quindi ispirato e suggestivo. L’uomo figura proprio come un bambino spaurito, elevato dalla voce di Blanchett, sminuito dalle azioni rituali, in cammino in un girotondo di presenza. Può porre solo domande: «Madre, dove sei andata?» oppure «Chi sei tu?», ma anche: «Ho paura».

In sala dal 3 marzo

Si veda anche la nostra recensione dal Festival di Venezia  (Concorso) del 2016: https://www.closeup-archivio.it/venezia-73-voyage-of-time-life-s-journey


Voyage of time Il cammino della vita – regia: Terrence Malick; sceneggiatura: Terrence Malick; fotografia: Paul Atkins; montaggio: Keith Fraase; effetti speciali: Dan Glass, Douglas Trumbull; musica: Hanan Townshend, Simon Franglen; interpreti: Cate Blanchett (voce narrante); produzione: Sophisticated Films, Wild Bunch, Plan B Entertainment, Sycamore Pictures, IMAX Corporation; origine: Usa, Francia, Germania, 2016; durata: 90’; distribuzione: Double Line, Lo Scrittoio.

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