Un padre, Calum, una figlia, Sophie, una vacanza in Turchia. Una musica che sembra avvolgere i due in un bozzolo sospeso e separato dal resto del mondo. Spezzoni di riprese in VHS a punteggiare e fissare piccoli istanti. Un hotel in un villaggio turistico con animazione. Cromie blu, del mare, del cielo, dei riflessi sull’acqua, che avvolgono tutto in un flusso irreale estivo. Ritmo pacato, brevi episodi contenenti ognuno un piccolo lampo di poesia, discreta, mai conclamata.
Improvvisamente appaiono immagini diverse, provenienti da un’altra realtà, un’altra storia, un’altra dimensione. Ma vengono subito dimenticate, rimosse. Eppure, certe frasi e certe reazioni del padre alle riflessioni della figlia lasciano intravedere un’inquietudine celata, che la ragazzina intuisce ma non può comprendere.
E ancora la musica, o meglio il leggero straniamento sonoro che traduce lo sguardo della piccola Sophie, curioso e acerbo, sui corpi di adolescenti e ragazzi più grandi mentre si toccano, si baciano, come fossero creature completamente avulse, un mondo estraneo nel quale il padre non è più il riferimento, e dal quale lo stesso padre cerca di preservarla.
Un film incredibilmente studiato, in cui ogni elemento contribuisce ad insinuare un lieve senso di inquietudine, facendo bene attenzione a non dire mai troppo sul passato. Un semplice cucchiaino caduto, un viso riflesso su tavolino, il dettaglio di un braccio, lentamente si sommano e portano in superficie l’inquietudine di un uomo troppo spaventato da qualcosa a noi ignoto. Un progressivo senso di abbandono si impadronisce di entrambi, la solitudine e l’incomprensione sfociano nel momento in cui la piccola Sophie chiama Calum per cantare assieme a lei, ma lui rifiuta, e la lascia andare sola sul palco, tradita dall’unica persona su cui avrebbe voluto fare affidamento.
Ed infine, sempre la musica, sulle note dei Blur e dei Queen, brani che lentamente si distorcono e si fanno carico di dichiarare apertamente la condizione di Calum, trentenne da poco eppure irrimediabilmente perduto, condannato da un’infanzia di cui non sapremo mai, ma che, seppur lontana, rimane ben nitida, come i paracaduti da parapendio che implacabili solcano il cielo durante il giorno, sopra la spiaggia.
Aftersun è una straziante riflessione semiautobiografica sull’impossibilità di un rapporto. Un padre bloccato da un passato che forse non è mai riuscito ad elaborare, e una figlia che rimarrà sola con un profondo senso di rabbia e frustrazione. Una cartolina nostalgica di una parentesi di vita che non c’è più, sulla quale ormai non vale la pena neppure di piangere.
Diretto e scritto dall’esordiente scozzese Charlotte Wells, particolarmente curato a livello formale e girato con una sensibilità straordinaria: i tanti piccoli dettagli visivi, capaci di trasmettere una certa, indefinita, sensazione di perdita, portano lo spettatore a ricercare quest’ultima piuttosto che le ragioni o una spiegazione precisa a ciò che viene raccontato. Una fotografia (Gregory Oke) che utilizza i colori come elemento carico di significato narrativo (il blu dell’acqua e del cielo, il rosso dei tappeti e di un tavolino, il nero stroboscopico e metaforico di una discoteca) e la già menzionata trattazione musicale, curata da Oliver Coates, che si fa interprete dell’abisso tra padre e figlia.
Perfetti i due protagonisti, la bravissima Frankie Corio, scelta dopo un estenuante casting in cui sono state provinate più di 800 ragazzine, e Paul Mescal, capace di donare al suo personaggio il necessario senso di smarrimento adolescenziale che il ruolo richiedeva. Molto consigliato.
Su Mubi
Aftersun – Regia: Charlotte Wells; sceneggiatura: Charlotte Wells; fotografia: Gregory Oke; montaggio: Blair McClendon; musica: Oliver Coates; interpreti: Paul Mescal (Calum Paterson), Frankie Corio (Sophie Paterson), Celia Rowlson-Hall, Sally Messham, Brooklyn Toulson, Spike Fearn , Harry Perdios, Ruby Thompson, Ethan James Smith, Kayleigh Coleman; produzione: BBC film, British Film Institute, Screen Scotland, Tango Entertainment, Pastel Productions, Unified Theory; origine: Regno Unito, Stati Uniti, 2022; durata: 102′; distribuzione: MUBI, A24.