Siamo arrivati al capolinea con questo Deadpool & Wolverine che è e resterà l’unica produzione Marvel di quest’anno? Interrogativo legittimo, forse sì, forse no, di ciò non c’è nessuna certezza, anche perché il finalino-finalino del film non sembra annunziare un prossimo futuro ai nostri due celebri eroi del MCU. Ma la domanda resta comunque lecita a prescindere dal probabilissimo e per altro augurabile successo del film di Shawn Levy basato che sul celebre fumetto di Fabian Nicieza e Rob Liefeld. Un successo atteso e “telefonato” che verrà assicurato dalla sicura ed entusiastica risposta dello zoccolo duro del fandom, ma anche, ad essere onesti, da una sceneggiatura in parte ricca di battute divertenti e molto sboccate – tanto che il film è vietato ai minori (caso più unico che raro nella produzione Marvel e un handicap sicuro agli incassi). Di certo, comunque, potrà costituire una auspicabile boccata d’ossigeno all’attuale box office italiano, che, al netto delle arene, si situa al limite estremo del collasso economico, malgrado l’aiuto ministeriale dell’iniziativa di “cinema revolution”.
Battezzato da Kevin Feige e dai Marvel Studios ormai disneyani che hanno dato il segnale verde a questa singolare impresa, il film delle due star Ryan Reynolds e Hugh Jackman per la regia del canadese Shawn Levy – un aficionado di Reynolds che ha diretto nei suoi due film precedenti Free Guy (2021) e The Adam Project (2022) – si situa in pieno nel genere della commedia demenziale, anche al di là di ogni ragionevole attesa grazie alla presenza di un antieroe, assai politicamente scorretto, dalla caratteristica tuta rossa. Se era lecito attendersi un prodotto del genere, il confronto con il precedente capitolo della saga, quello del 2018 diretto da David Leitch – che per noi in assoluto rimane il migliore del trittico – ci sembra, però, perdente. Per la semplice ragione che a differenza dei precedenti film che giocavano sulla sorpresa ed esploravano di più il personaggio protagonista, “The Merc with a Mouth”, Deadpool & Wolverine si abbandona piuttosto e volentieri all’uso del turpiloquio, ai giochi di parole o ai combattimenti splatter, oltre alla moltiplicazione esponenziale di sempre più personaggi e ai continui riferimenti a situazioni fatte per essere apprezzate dai fan. Insomma, un procedere narrativo sempre e solo al rialzo ma che è privo o quasi di momenti di riflessione con cui approfondire e arricchire la psicologia dei protagonisti. Con il risultato di raccontare una trama non proprio varia e accattivante ma di esibire, invece, una costruzione drammaturgica che procede per singole scene spettacolari o dialoghi al fulmicotone ma che fa acqua da tutte le parti. Comunque sia, proviamo ora a spendere qualche riga riguardo alla storia.
La vita non sembra andare nel migliore dei modi al nostro Wade Wilson (ovviamente Reynolds) che ha cessato le sue avventure mirabolanti come “mercenario chiacchierone” e che si guadagna la pagnotta vendendo auto insieme al fido Peter (Rob Delaney). La fidanzata Vanessa (Morena Baccarin) lo ha mollato, gli affari non sono proprio floridi e gli Avengers non lo vogliono con loro. Tuttavia, ha ancora un gruppo di persone che gli vuole bene e festeggiano a sorpresa il suo compleanno – è per loro di cui porta sempre appresso una foto di gruppo, che torna ad indossare la tuta di Deadpool. L’occasione gli è offerta dalla Time Variance Authority (TVA) e in particolare dal mellifluo Agente Paradox (Matthew Macfadyen) che lo informa che la linea temporale del suo mondo sta per essere distrutta. Per impedire tale catastrofe, Wade tornato Deadpool, cerca l’aiuto di Wolverine (Jackman) di cui, dato che è morto e seppellito, recupera una versione depressa in un universo parallelo. Insieme i due eroi combatteranno per la giusta causa, a colpi di battute e di mirabolanti scontri, non solo contro lo sporco gioco dell’agente Paradox ma anche contro i nemici in una dimensione dominata dalla sconvolgente tempesta dal volto di lupo chiamata Alioth e soprattutto dall’antagonista Cassandra Nova (Emma Corrin), una potentissima mutante dai poteri telecinetici e telepatici che è la sorella gemella di Charles Xavier … Al tutto si aggiunge una vera selva di comparsate dall’universo MCU, tra cui ricordiamo, per lo meno, il già ricordato buddy Peter, il tassista Dopinder (Karan Soni), la villain Elektra (Jennifer Garner) o la signora cieca Al (Leslie Uggams) insieme al team degli X-Force. Il tutto confezionato e condito con una raffica di battute metacinematografiche nostalgiche dell’era Marvel/Fox prima, cioè, dell’acquisizione da parte della Disney.
Se è da apprezzare lo spirito – tra il faceto e il goliardico – con cui Deadpool & Wolverine si beffa delle logiche produttive e delle strettoie del sistema hollywoodiano – compresa la rottura della quarta parete con cui il protagonista fa l’occhiolino e si rivolge ai suoi fan – abbiamo l’impressione che l’operazione montata da Reynolds, Jackman, Levy & Co. abbia il fiato corto. Si ride a tratti per le battutacce, delle scene spettacolari convincono ma il film qui tende ad esaurirsi senza offrire nulla o quasi di più. Certamente il pubblico dei fan mi smentirà, ma personalmente sono uscito dal film abbastanza insoddisfatto come a dover costatare un’occasione perduta. Capita, magari mi sbaglio e in ogni caso me ne farò una ragione.
In sala dal 24 luglio 2024
Deadpool & Wolverine – Regia: Shawn Levy; sceneggiatura: Wendy Molyneux, Lizzie Molyneux, Shawn Levy, Rhett Reese, Ryan Reynolds, Zeb Wells, Paul Wernick; fotografia: George Richmond; montaggio: Shane Reid, Dean Zimmerman; effetti speciali: Richard Van Den Bergh, Swen Gillberg; musica: Rob Simonsen; scenografia: Ray Chan; interpreti Ryan Reynolds, Hugh Jackman, Matthew Macfadyen, Morena Baccarin, Karan Soni, Brianna Hildebrand, Emma Corrin, Shioli Kutsuna, Rob Delaney, Leslie Uggams; produzione: Kevin Feige, Ryan Reynolds, Shawn Levy, Lauren Shuler Donner per Marvel Studios, Maximum Effort, 21 Laps Entertainment; origine: USA, 2024; durata: 128 minuti; distribuzione: The Walt Disney Company Italia.