Due ragazze litigano su un palco, intorno tutto è nero, qualcuno cerca di separarle, sono moleste, violente. Urlano, menano pugni, si fanno uscire il sangue dal naso. Vengono cacciate dal teatro, separatamente, ognuna esce da una uscita diversa. Fuori si abbracciano: era una farsa, era l’estrema dichiarazione della loro bravura attoriale, erano a un provino teatrale e hanno voluto strafare. Ora ridono, spensierate, leggere. Amiche. Questa l’intera anima di Entre les vagues: un film sulla sorellanza, su come ci si scelga la famiglia, sui legami del cuore.
Per tutta la durata seguiamo Alma (Déborah Lukumuena) e Margot (Shoueila Yacoub), le due protagoniste, in una escalation di intimità, di profondità, di scambio: entrambe ingaggiate per il loro ruolo principale per lo spettacolo – una la sostituta dell’altra – troveranno il modo di essere sempre disponibile nell’esistenza dell’amica, senza che questo significhi predominare, avvalersi di una superiorità non giustificata, magnificarsi, diventare ossessivamente l’unico oggetto di attenzione.
Nonostante i temi pericolosamente in bilico col dramma, la regista Anaïs Volpé sceglie di usare dei toni di grande leggerezza, nella chiave meno sentimentale e più ironica di un rapporto basato sulla fiducia totale, come tra due sorelle non di sangue ma di eccellenza.
Il pretesto del testo teatrale da mettere in scena diviene il campo di gioco della loro amicizia: la notte in bianco passata con gli amici del teatro (come la protagonista della pièce che passa una nuit blanche camminando per le Avenue di New York) e poi, a seguire, riuscendo a intrufolarsi nelle cucine di un ristorante e infine ad una festa di matrimonio dove fanno il diavolo a quattro. Molto riuscito il colpo di scena a metà film in cui tutto ciò che sembrava fino a quel momento viene ribaltato. La madre di Alma, interpretata dalla cantante beninese Angelique Kidjo, ha una variegata intensità. All’alba tra le onde del fiume le amiche vedranno il futuro, insieme o separatamente, anche se una non ci sarà saranno comunque due, per sempre.
Tantissimo materiale visivo girato su supporti diversi – video, super8, immagini proiettate sullo sfondo della sala prove con inquadrature della Grande Mela – si alternano in montaggio con la velocità della macchina da presa che sta sempre addosso agli attori, si muove inquieta come l’ilarità sopra le righe delle ragazze, sempre recitanti, sempre strafottenti, sempre contro le consuetudini che le vorrebbero mansuete e con la testa china, contro chi le tradisce, contro chi non le prende sul serio: Alma e Margot si oppongono a chi proibisce loro di essere libere e sempre lo faranno, ogni istante della loro esistenza.
I soggiorni in ospedale – le prove della memoria del testo nella stanza, i foglietti attaccati sul muro dove sono segnati ogni scena e ogni passaggio del personaggio, la parrucca, le prove dei costumi di scena – vengono raccontati con rara grazia e bellezza, tra verità realismo ed emozione sincera: si patisce, si gioisce, si fa l’amore tutti insieme, le due attrici che interpretano due attrici, che sono due amiche, che siamo noi spettatori.
Entre les vagues – Regia: Anaïs Volpé; sceneggiatura: Anaïs Volpé; fotografia: Sean Prince Williams; montaggio: Zoé Sassier; musica: David Gubitsch, Elie Mittelmann; interpreti: Shoueila Yacoub, Déborah Lukumuena, Mathieu Longatte, Sveva Alviti, Angélique Kidjo, Sara Verhagen; produzione: Caroline Nataf; origine: Francia, 2021; durata: 100’.