Hey Joe di Claudio Giovannesi

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Diretto da Claudio Giovannesi e sceneggiato da regista insieme a Maurizio Braucci, Hey Joe è un’opera delicata e sensibile, poetica e al tempo stesso intensa nella sua semplicità. Una storia di quelle popolari, tramandate nei vicoli dei quartieri Spagnoli e trasmessa con visceralità così com’è viscerale il rapporto tra padre e figlio. E la prospettiva che sceglie di trattare Giovannesi, è bidirezionale: al centro c’è l’ evoluzione di un uomo spaesato, Dean, reduce di guerra che si riscopre dopo 25 anni padre, e la ritrovata consapevolezza di Enzo, un figlio  “adottato” dalla malavita e dal contrabbando di una Napoli agli albori degli anni 70. Nasce tutto prima, nella Napoli del ’44 , in quella città immersa nelle macerie della guerra, eppure animata da quella vita e da quel folclore sempre riconoscibili. Una città tanto bisognosa di tornare alla vita da aver creato tanti “figli” di amori fugaci’ e passeggeri, rimasti poi “ senza padre”.

Quella narrata da Giovannesi abbraccia la doppia prospettiva di un figlio e di un padre, anche se l’ attenzione è focalizzata sullo sguardo del papà, un James Franco fascinoso e a suo modo attraente quanto maturo, stanco e consumato. Lui ha una breve relazione con la bella Lucia, nella Napoli rovinata degli anni Quaranta. “Hey Joe” è, infatti, il modo popolare con cui le ragazze costrette alla prostituzione dagli stenti della fame, apostrofavano i soldati americani cercando di attirare la loro attenzione durante l’occupazione alleata della città liberata dai nazi-fascisti. Da quegli incontri, come accennato, nacquero tanti bambini. E altrettanti papà “ improvvisati”. Dean, è uno di questi padri, che torna nei quartieri Spagnoli alla ricerca del suo Enzo grazie a un telegramma. Dopo la II Guerra Mondiale, il soldato ha combattuto in Corea, e poi in Vietnam. Ora è un reduce di guerra sbandato divorziato e vicino all’alcolismo, e si aggrappa a un telegramma di poche parole per riscattare la sua vita e ricominciare.

James Franco e Francesco Di Napoli

La Napoli in cui torna nel 71 non è poi così diversa da quella del ‘44. Dominata dalla costante idea di dover tirare innanzi, la città vive di contrabbando e la notte è annebbiata dal whisky, dalla malavita e dalle prostitute che ancheggiano in locali malfamati e poco raccomandabili. La compagna di viaggio di Dean è proprio una di queste donne, Angela (Giulia Ercolini, molto intensa in questo ruolo), ruvida, dura, abituata alla furbizia per campare, troppo consumata dalle notti per concedersi all’ amore. Eppure, generosa e capace di intravedere in Dean uno spiraglio di bontà. Lei non si fida di solito perché è abituata a chiudersi a riccio, a rubacchiare e a cavarsela da sola. Eppure, lentamente, aiuta Dean a trovare il suo Enzo (un convincente Francesco Di Napoli). È proprio lei che, dopo un inizio di tentennamenti, accompagna per mano Dean alla ricerca di una paternità dispersa. E Lui ritrova Enzo in un bar nascosto in un vicoletto perso nei quartieri Spagnoli. Lo guarda da lontano, vuole parlargli, lo “ corteggia”. Comincia un gioco di rispecchiamento dove i protagonisti sono feriti perché hanno entrambi perso qualcosa. Enzo, che ha adottato anche il nome del padrino, è diventato cinico e chiuso dopo la morte della mamma, Dean, spaesato, senza punti di riferimento, non riesce più a ritrovare il filo della sua vita. I due si rincorrono, si cercano, si evitano (soprattutto Enzo lo evita) si ritrovano e in una notte di tempesta, si abbracciano.

Un racconto coinvolgente e diretto che vibra di un dolore sempre presente, di sentimenti inespressi, di nostalgia, di parole non dette, di paura e di desiderio di un futuro che però traballa e non può promettere nulla di certo. Una leggenda urbana di identità perdute e forse ritrovate, dove la nostalgia per quella vita passata e mai vissuta non può scalzare il peso e gli obblighi di quella presente. Eppure ci prova, e apre lo sguardo a un possibile futuro. Chissà.

P.s.: la fotografia di Daniele Ciprì sottolinea la visceralità del racconto ed esalta la bellezza chiaroscurale di Napoli.

In Anteprima alla Festa di Roma 2024 (sezione Grand Public)
In sala dal 28 novembre 2024.


Hey Joe Regia: Claudio Giovannesi; sceneggiatura: Maurizio Braucci, Claudio Giovannesi; fotografia: Daniele Ciprì; montaggio: Giuseppe Trepiccione; scenografia: Daniele Frabetti; costumi: Olivia Bellini; musica: Andrea Moscianese; interpreti: James Franco, Francesco Di Napoli, Giulia Ercolini, Aniello Arena; produzione: Palomar, Rai Cinema, Vision Distribution, con il sostegno di Fondazione Calabria Film Commission, con il sostegno di Film Commission Regione Campania; paese: Italia; anno: 2024; durata: 117′; distribuzione: Wanted Cinema.

 

 

 

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