A causa del cambiamento climatico, la Terra è diventata inabitabile, l’umanità si trasferisce dunque su ottanta colonie spaziali, tre di queste si proclamano autonome e fondano la Repubblica Adriana, dando via ad una guerra civile.
Queste le premesse che fanno da sfondo a Jung_E, l’ultimo lavoro di Yeon Sang-Ho (Train to Busan, Hellbound). Azione sci-fi e scenari distopici sono gli elementi cardine di questo film che affronta il tema della digitalizzazione della coscienza umana e porta ad un nuovo livello il concetto di ”trattamento dei dati”. I dati in oggetto qui infatti, sono quelli del cervello umano e l’immortalità viene concessa attraverso 3 differenti modelli di “clonazione” del cervello umano con trasferimento su corpo androide: tipo A, B, o C – in base alle possibilità economiche di chi la richiede. Lo scenario più spaventoso è il tipo C, In cui, a fronte di un’indennizzo per la famiglia, l’azienda può disporre dei dati e della personalità dell’individuo per poterli riprodurre a piacimento nelle modalità più disparate. In altre parole, la propria identità può venire replicata all’infinito come modelli di IA e utilizzata per fornire la personalità a modelli cibernetici commerciabili, come ad esempio super soldati o modelli destinati ad altri scopi. È questa la condizione in cui si trova il capitano Yun Jung-yi (Kim Hyun-joo); JUNG_E è il nome in codice del supersoldato che utilizza il suo cervello clonato ed è in fase di sviluppo. A capo delle operazioni troviamo proprio la figlia del capitano (Kang-Soo-yeon) il cui scopo è riabilitare la madre a seguito dell’ultima operazione militare fallita, in cui ha perso la vita.
Con questo film ci lascia, a soli 56 anni, Kang-Soo-yeon, una delle prime attrici coreane ad avere ottenuto grande riconoscimento anche nel resto del mondo, fu la prima ad aver ricevuto un premio ad un grande festival cinematografico di respiro internazionale: vinse la Coppa Volpi al festival di Venezia per miglior attrice, assegnatale per il suo ruolo in The Surrogate Woman (1987) di Im Kwon-taek.
Il film riflette solo brevemente sulle implicazioni esistenziali e morali di questo futuro distopico, e spinge maggiormente sull’azione. Il budget da media produzione però, (20 milioni di Won, equivalenti a 16 milioni di dollari circa) non può garantire un’ora e mezzo di sparatorie ed esplosioni, e quando queste vengono meno, fanno capolino svariati problemi di sceneggiatura. Un’attenzione ed una maggiore cura alle dinamiche tra i protagonisti avrebbe sicuramente giovato, ci ritroviamo insomma tra le mani un prodotto che lascia insoddisfatti entrambi i palati, in cui azione e risvolti filosofici raggiungono a malapena la sufficienza.
La scarsa caratterizzazione dei protagonisti, qualche sviluppo non del tutto logico, il melodramma, pigro e un po’ troppo preconfezionato, impediscono al film di essere un popcorn movie con tutte le carte in regola. La visione rimane piacevole, ma si dimentica in fretta. Il legame madre-figlia, che fa da perno all’intera vicenda, viene raccontato con flashback efficaci ma striminziti, che non permettono un sufficiente legame empatico. Come spesso accade, uno dei comprimari si rivela il personaggio più interessante: il direttore dell’azienda Sang-Hoon (Ryu Kyung-Soo), arrogante e sbruffone, fuori luogo e prepotente, personaggio tipico della drammaturgia cinematografica coreana, a cui però non viene concesso un adeguato sviluppo, e che andrà incontro ad un destino tutto particolare.
Non mancano strizzate d’occhio anche a classici come Terminator 2 di James Cameron o all’eccellente Ex Machina di Alex Garland, ma la maggior parte del bagaglio visivo della pellicola è sempre meno ispirato a precedenti cinematografici, e sempre più volto verso l’immaginario videoludico: forti riferimenti a videogiochi come Vanquish (design e coreografie di combattimento), Metroid, Half Life (mezzi di trasporto ed ascensori), Mass Effect, Bioshock, (interni di edifici) ne definiscono l’estetica e la narrativa. I menu informatici ricordano da vicino Detroit:Become Human, di David Cage. La colonia spaziale, nella sua architettura, guarda più a Cyberpunk 2077 che a Blade Runner. Quest’ultimo, ormai, seppur rappresentando la pietra angolare, non è più il riferimento diretto.
Il film detta comunque legge per quanto riguarda il gradimento, arrivando in cima alla classifica globale dei film di Netflix il giorno immediatamente successivo al rilascio sulla piattaforma (Fonte: FlixPatrol). Per chi volesse approfondire la filmografia del regista coreano segnaliamo, oltre ai due titoli già citati, anche il film d’animazione di esordio, The King of Pigs influenzato fortemente dai lavori di Satoshi Kon, da cui è stata tratta anche una serie tv live action.
Su Netflix
Jung_E-Regia: Sang-ho Yeon; sceneggiatura: Sang-ho Yeon, musica: Kim Dong-wook; montaggio: Yang Jin-mo; fotografia: Yoo Ji-sun cast: Kang Soo-yeon, Kim Hyun-joo, Ryu Kyung-soo, Lee Dong-Hee, Park So-yi,Lee Ga-Kyung, Yun Ki-Chang; produzione: Climax Studio; origine: Sud Corea, 2022; durata: 99″; distribuzione; Netflix