Mr. Landsbergis di Sergej Loznitsa (dal Festival “Cinema du Réel” – Parigi)

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250 minuti di materiale d’archivio e d’intervista a Mr. Landsbergis per raccontare la storia dell’indipendenza della Lituania, che si è svolta tra il 1991 e il 1993, narrata esclusivamente dalla parte del vincitore, in questo film che porta il nome del protagonista, diretto da Sergej Loznitsa.

Materiale d’archivio vario e variegato, formati differenti (pellicola, super 8, vhs), che mostrano un gruppo di persone all’apparenza abbastanza naif (i fondatori del partito Sajudis), ma perfettamente in grado di prevedere le mosse del “nemico”, incarnato nell’Unione Sovietica e soprattutto nel corpo e nello spirito di Michail Gorbaciov.

Un gruppo di uomini visionari capaci di compiere continui passi in avanti, approfittando soprattutto delle fragilità e delle contraddizioni della politica della perestroika. Passi che hanno portato alla vittoria attraverso un cammino tortuoso, nel quale il momento più tragico è stata la “domenica di sangue”, quando dei carri armati sovietici, dall’11 al 13 gennaio 1991, uccisero 14 persone e ne ferirono 140 in un tentativo maldestro di riportare la Lituania all’interno dell’Urss.

L’impressione che si ricava al termine della visione di questo film, è che 5 ore non bastano per capire veramente tutto quello che è successo. Moltissime sono le omissioni e le domande che si vorrebbero fare, moltissimo il materiale d’archivio che serve a sottolineare le parole di Landsbergis, il quale parte raccontando la nascita del suo primo partito, Sajudis, per poi ricordare le prime aperture dei russi, l’atteggiamento del Partito comunista, una popolazione, quella lituana, che sembra unanimemente a favore di come gli eventi si stanno svolgendo, i tentativi violenti dell’impero sovietico di ripristinare gli equilibri, e poi del trionfo, grazie agli accordi firmati con Eltsin, nonostante i nuovi rigurgiti imperialisti avvenuti in seguito al tentato putsch (sul quale lo stesso Loznitsa aveva girato un altro bellissimo documentario The event/ Sobytie nel 2015), fino al discorso alle Nazioni Unite, quando nel 1993 la Lituania (assieme a Lettonia e Estonia – e anche alla Corea del Nord e alla Corea del Sud) è stata ammessa come membro ufficiale dell’organizzazione.

Nulla si dice della crisi che portò poi alla disfatta del partito di Landsbergis, ma nulla si dice neanche di come si organizza uno Stato, dalle forze di polizia alle comunicazioni, dalle leggi, all’aiuto di Bush e dell’Unione europea. Niente su quale debba essere il patto morale tra governanti e governanti, su quali siano le linee economiche, cosa sia la democrazia, la giustizia e l’eguaglianza, nulla sulla morale, su come si costruisce un diritto penale e una burocrazia. Niente su cosa voglia dire “costruire uno Stato”. E non dice niente neanche sulle ragioni per le quali venne firmato il patto Molotov-Ribbentrop, l’atto più odiato, quello che concesse di fatto i paesi baltici alla Russia. L’atto che provò, senza riuscirci a permettere ad una popolazione intera di salvarsi dal nazismo, e agli ebrei del luogo a salvarsi dal genocidio che seguì all’occupazione nazista. Neanche di questo si parla. Non si parla dei tedeschi e delle complicità del popolo lituano, e sulle idee di Mr. Landsbergis su questo (nonostante che su Wikipedia venga specificato che sua madre, oculista, durante il secondo conflitto mondiale, aiutò un’adolescente ebrea ospitandola nell’abitazione di famiglia), non viene detto nulla.

Un racconto all’apparenza superficiale, una ricostruzione di una storia che appartiene alla nostra memoria e che si ferma su quello che si può dire. Nessun segreto, nessuna vera rivelazione.

Mr Landsbergis non è un cattivo che si contrappone al regista Loznitsa, non siamo di fronte ad un film di Morris, come non siamo di fronte ad film di Wiseman. Oggi Mr Landsbergis è un uomo molto lucido, di quasi novant’anni, con una risatina isterica, e soprattutto molto felice e orgoglioso del proprio percorso, anche se fa il finto modesto (“io volevo solo essere un uomo tranquillo con una famiglia”), e che permette a Loznitsa di raccontarci che la Storia non scorre mai su una retta lineare, ma che esistono mille articolazioni che complicano strada e panorami che percorriamo.

Un insegnamento che in questi giorni prende sempre maggior importanza. Perché anche se ovviamente non c’è nessuna relazione tra il film di Loznitsa e la guerra Ucraina (anche se ricordiamo il suo Maidan del 2014), noi possiamo riconoscere nelle parole, nei movimenti di massa, nelle volontà, moltissime delle idee che circolano in questi giorni sui nostri media e sui nostri social.

Possiamo riflettere su cosa voglia dire agire e su cosa voglia dire aspettarsi delle reazioni, possiamo chiederci su quale sia il prezzo da pagare per vedere affermare le proprie ragioni, che prezzo siamo disposti a pagare noi personalmente, e che prezzo siamo disposti a far pagare a chi, nel bene o nel male, dipende dalle nostre decisioni.

Mr. Landsbergis è un film bellissimo, che costringe, chi lo guarda, a imparare cose nuove ad ogni fotogramma. Che ci porta con determinazione a confrontarci con il nostro passato e con le nostre memorie, a porci domande sull’oggi, su cosa sta succedendo, sulle nostre opinioni. A provare ammirazione per un uomo che ha mille aspetti torbidi, a vedere Eltsin come un salvatore e Gorbaciov come un sanguinario dittatore, uno che aveva immaginato la perestroika solo per poter proseguire il dominio dell’Urss su territori non suoi. Uno che parlava di “nemici del popolo”, perché si sentiva popolo, ma che scappava in vacanza durante il putsch; che ordinava un attacco ma poi si nascondeva dietro comunicati falsi, uno che ha vinto il Nobel della Pace ma che in realtà fomentava le guerre.

E meno male che ci sono stati i Mr Landsbergis, uomini normali, come noi, a tentare di salvarci da altri uomini cattivi. Così come oggi ci sono i Mr Zelensky a tentare di salvarci da altri uomini, ugualmente cattivi.


Cast & Credits

Mr. Landsbergis –  Documentario –  Regia: Serge; sceneggiatura: Vytautas V. Landsbergis, Sergei Loznitsa; fotografia: Povilas Baltinas; montaggio: Danielius Kokanauskis; ; produzione: Uljana Kim /Studio Uljana Kim, Sergei Loznitsa /Atoms & Void, Maria Choustova/Atoms & Void, Current Time TV; origine: Paesi Bassi /Lituania, 2022; durata: 246’.

 

 

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