Winter Boy – Le Lycéen di Christophe Honoré

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Christophe Honoré torna a dirigere, quattro anni dopo lo splendido Plaire, aimer et courir vite (2018), un film autobiografico, sul lutto, sul desiderio e l’erotismo omosessuale ma soprattutto sulla nostra instancabile vitalità e reazione al dolore.
Juliette Binoche e Vincent Lacoste, madre e fratello maggiore del protagonista, affiancano un sorprendente Paul Kircher, ventunenne esordiente, ma già premiato come miglior attore al Festival di San Sebastian e candidato ai César 2023.
La vita di Lucas, ragazzo diciassettenne alle prese con un’adolescenza travagliata, è sconvolta dalla perdita improvvisa del padre, che viene a mancare a causa di un incidente d’auto, nel quale l’uomo perde il controllo della sua vettura. Un incidente simile era accaduto già precedentemente in presenza del ragazzo, che però assieme al padre era rimasto indenne, seppur l’automobile fosse finita fuori strada.
È con questo piccolo segreto mai rivelato a nessuno, che forse Lucas comincia a elaborare la propria crisi, perché nella sua mente di ragazzo sensibile, nasce l’idea, che il padre potesse aver voluto morire e il dubbio lo rivelerà solo in un secondo momento a una madre irritata da un pensiero così funesto.
Tale dubbio sulla morte paterna è l’input iniziale della sua continua ribellione, infatti in più parti della storia, Lucas sente la figura del padre come non sincera, non onesta anche nei suoi confronti di figlio ancora in crescita; prova una sorta di rifiuto che probabilmente è frutto del profondo dolore e della perdita seppur inconsapevole.
In questo rimescolare di emozioni sconvolgenti e di assoluta tristezza, il protagonista decide allora di partire per qualche giorno per Parigi, dove vive Quentin, il fratello pittore (Vincent Lacoste).
A questo punto – come annunciato nel preambolo del film, in cui il regista sceglie di far raccontare al presente la storia e con un’inquadratura molto intimista di Paul Kircher – cominciano le avventure e disavventure del bel ragazzo alle prese con il mondo complesso e corrotto degli adulti, in cui lui sembra scivolarvi dentro senza nessuna difficoltà, soprattutto quando si tratta di sesso.

Non è un caso l’attenzione di Christophe Honoré  alle scene più forti in cui il piacere fisico si sovrappone alla più assoluta disperazione di Lucas. Solo dopo un’esperienza, che potremmo definire estrema e il ritorno a casa forzato dal fratello preoccupato, Lucas decide di tentare di togliersi la vita: la rottura con l’esistenza sembrerebbe definitiva, ma è proprio nell’abisso che si ha la catarsi e la vita riemerge nonostante il buio e il dolore.
È ciò che accade al ragazzo, la cui sofferenza nasconde sempre il desiderio di poter riprendersi la vita, e lo farà dopo essere stato salvato.
Il film si chiude con più scene di happy end, mai banali o scontate, sempre suggestive, di natura riflessiva e di grande complessità emotiva, compresa quella in ammiriamo la felicità di una madre, consapevole che la vita di un figlio sia un motivo fondamentale anche per accettare il lutto di un coniuge.
La scena-chiave del film è però quella in Lucas, corre, corre veloce per riaccompagnare dall’istituto verso la stazione un altro personaggio centrale della storia, Lilio (Erwan Kepoa Falé), amico e coinquilino di Quentin, simbolo dell’omosessualità più poetica e costruttiva, d’esempio per il nostro teenager. In questa sequenza, che, come altre, evoca il cinema della Nouvelle Vague, i due giovani corrono assieme verso il futuro.
Un futuro in cui il dolore non rappresenta un motivo di vita e si può tornare ad essere felici per aver scoperto la propria identità.
Tornano in mente allora le parole della canzone (di Andrea Laszlo De Simone) cantata da Lilio e poi in chiusura da Lucas:
“Non ti sei fatto male/Proprio come pensavo/Vedi, non serve a niente/Ripararsi dal vento/Siamo solo conchiglie/Sparse sulla sabbia/Niente potrà tornare/A quando il mare era calmo”.

Passato in anteprima al Nuovo Sacher di Roma (Randez-vous. Festival del nuovo cinema francese).
Dal 28 Aprile su MUBI


Winter Boy – Le LycéenRegia e sceneggiatura: Christophe Honoré; fotografia: Rémy Chevrin; montaggio: Chantal Hymans; musica: Yoshihiro Hanno; interpreti: Paul Kircher, Vincent Lacoste, Juliette Binoche, Anne Kessler, Elliot Jenicot, Matéo Demurtas, Christophe Honoré; produzione: Les Films Pelléas con France 2 Cinéma; origine: Francia, 2022; durata: 162 minuti; distribuzione: Mubi.

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