Scoop: Intervista esclusiva al Mondiale 2022

«Ci vediamo al Suq di Doha», mi ha detto al telefono. «Le verrò incontro io». Solo che quando arrivo, in mezzo al via vai di gente sudata, nessuno mi si avvicina. Fa caldo, aspetto finché scorgo da lontano un tizio strano con un cappotto bordato di pelliccia. Tiene una borraccia appesa al collo e in testa ha un cappellone tipo colbacco, sempre di pelliccia. Viene verso di me e mi fa: «Escusmi, noio vulevam savuar litteraris». Poi allarga le braccia e scoppia a ridere. «Beh, che le ne sembra?»
Edoardo Zaccagnini: È lei, Il mondiale?
Certo Zaccagnini, in carne, ossa e.. cappotto con pelliccia. Come Totò che arriva a Milano convinto che faccia freddo e invece fa caldo. Non lo trova divertente?
Dunque, vediamo: lei, essendo il primo Mondiale d’inverno, ha pensato, diciamo, che servisse il cappotto. 
Era una gag, Zaccagnini, per omaggiare il cinema italiano che è molto importante per la vostra rivista. Un omaggio al vostro paese che amo. Non le è piaciuta? … Non le è piaciuta.
Si si, mi è piaciuta, per carità, è che davvero non me l’aspettavo. Mi ha spiazzato, ecco, non la immaginavo così ironico. Così, posso dire? Burlone.
E invece si, Zaccagnini, spero non le dispiaccia.
Niente affatto. Le assicuro.
Intanto mi faccia togliere questa roba, prima che mi prenda un coccolone. Aspetti che do tutto alla mia assistente. (La chiama): Confederations, Confederations, tieni cara, prendi questa roba e vedi tu cosa farne.
(Rimango spiazzato di nuovo quando intuisco chi è). Ma è la Confederations Cup?
E’ bravissima. Mi dà una mano da un po’. Sta imparando in fretta. Molto attenta e premurosa. Grazie cara, puoi andare.
Zaccagnini, togliamoci da questo caldo e beviamo qualcosa. Sa che sono eccitato all’idea di un’intervista per una rivista di cinema? Non mi era mai capitato. Mi hanno detto, a proposito, che qualche anno fa avete fatto un film su di me, quando sono stato da voi nel ’90.
Mmm… Forse “Notti magiche” di Paolo Virzì?
Può darsi. Com’è? Non l’ho visto.
A me non è dispiaciuto. Virzì è un grande regista e ha fatto film migliori, ma proprio perché è un grande regista anche quello ha il suo perchè. Lei sta sullo sfondo di una storia che fotografa prima di tutto il cinema italiano di quegli anni. Un momento non facile. Ma insomma lei nel film ha un bel ruolo. Tutti la ricordiamo con grande affetto.
Anch’io vi porto nel cuore. Le notti mitiche, come le chiamavate?
Magiche, le notti magiche, come il titolo del film, no?.
Massì, certo, mi perdoni. Come la canzone; Inseguendo un goal, sotto il cielo… sa che quando la sento mi emoziono ancora? Battiato Nannini
Bennato, Nannini
Bennato, si, Bennato Nannini. Che estate, che fu.. Tagliatelle, chianti, pizze, lasagne, risate. Presi cinque chili in un mese.
Addirittura.
E dormii pochissimo. Mi ricordo un sacco di feste. Una bellissima su un terrazzo con vista Colosseo. C’era tanta gente e un tizio elegante che andava ripetendo che il suo divertimento non era tanto partecipare alle feste, quanto avere il potere di farle saltare. Rimasi in silenzio, poi per uscire dall’impasse dissi che da lassù si sentiva tutto il profumo di Roma. Lui replicò che preferiva l’odore delle case dei vecchi. Sono passati un sacco d’anni ma ancora mi chiedo cosa volesse dire.
Mi viene in mente che Virzì l’ha omaggiata anche con una sequenza sulla finale Italia Germania dell’82, in un film bellissimo che si intitola Ovosodo..
Nemmeno questo ho visto. Mi racconti lei…
Niente, c’è un ragazzino che gioca a calcio nel cortile fingendo di essere Paolo Rossi e quando da un balcone scorge una donna senza veli, scopre d’improvviso la differenza tra uomini e donne. La sera è turbato, emozionato, mentre in casa tutti guardano in tv la vittoria per tre a uno dell’Italia sulla Germania.
Guardi. Mi ricordo di aver visto un altro film italiano in cui c’è una famiglia trepidante davanti alla televisione che guarda quella finale.
Parlano romanesco?
C’è un tizio con il viso tondo e simpatico che ripete di continuo: e fischia, e fischia, e fischia…
Credo sia Maurizio Battista e il film sia “L’ultima ruota del carro” di Giovanni Veronesi. Non male. Quella finale sta anche in “La meglio Gioventù”, dove però c’è pure Italia Corea del ’66.
Aia. Lei, comunque, le sa tutte…
L’altra vittoria dei Mondiali, quella del 2006, sta in “Notte prima degli esami oggi”: attraversa tutto il film. Poi, e questa è una chicca – non la trova sui siti – in “Mi Faccia causa” di Steno c’è un giovane Christian De Sica che guarda con gli amici Italia Brasile in Tv con una sciarpa in fronte. Poi esce in strada a fare baldoria in automobile
Uau.
C’è anche un omaggio a”Italia Germania 4 a 3 con un film che si intitola proprio così..
Si, questo l’ho sentito. Di Roberto Rossellini?
No, per carità, quello è “Germania Anno Zero”.  
Che non c’entra nulla coi mondiali, immagino.
No, ma anche “Italia Germania 4 a 3” in realtà è un film che ha poco a che fare col calcio: la partita che i tre amici rivedono in TV dopo molti anni è l’occasione per tirare dei bilanci piuttosto amari e grigi sulle loro vite.
Non credo faccia per me, Zaccagnini, ho bisogno di energia positiva.
In Qatar la sta trovando?
Sto trovando un mondo che ha bisogno di incontrarne altri. Solo parlando, incontrandosi si può crescere insieme.
Ci trovo un filo di polemica, non sta parlando di calcio, immagino.
Sto parlando di visioni del mondo diverse che hanno bisogno di mettersi a confronto. A volte la Storia è più grande di noi e possiamo solo entrarci dentro per tirarne fuori il meglio. Siamo qua e dobbiamo provare a dare il meglio di noi.
Preferirebbe essere altrove?
Sono qui e voglio offrire la mia bellezza qui.
Ho capito, o forse no. La sento a riccio. Mi dica solo se le piace esibirsi a Natale. 
Quando l’ho saputo sono sobbalzato. I miei inverni sono sempre stati di un riposo sinonimo quasi di letargo. Ma la vita cos’è se non cambiamento, sperimentazione del nuovo? Mi sono detto. proviamo, vediamo come va. Magari anche da questa strana esperienza impariamo qualcosa di buono.
La tolgo dal terreno scivoloso. È il primo mondiale senza Maradona, che pensa?
Nessuno mi ha dato tanto come lui. Nessuno mi ha mai vinto come mi ha vinto lui. Se non da solo, di certo caricandosi sulle spalle una squadra che non era la più forte. Il gol più bello della mia storia è suo, e non posso non essergliene grato. Non so se è stato il giocatore più forte del mondo, ma l’espressione più creativa del calcio, la più artistica, poetica. Non è questione di numeri, ma di forme e di emozioni. Il più artista tra i campioni di sempre è lui. Il goal contro l’Inghilterra, il secondo, è il quadro più bello che sia mai stato dipinto sul calcio.
Quest’Argentina come la vede?
Niente affatto male. Pronti via ha subito riempito di pathos, di dramma il suo mondiale. Ha subito messo la parola sofferenza nel suo torneo. La tempesta che tempra, compatta, rafforza. Squadra tosta e via via più fluente. Hanno facce interessanti ed espressioni incoraggianti.
Ai quarti hanno l’Olanda.
Grande partita. Degli Orange finora si è parlato poco, ma viaggiano che è una bellezza. Poche star ma parecchia qualità e dinamismo.
Molte big, però, sono andate fuori subito. 
Penso da un lato che il cambiamento di cui le parlavo porta anche a questo tipo di stravolgimenti. C’è sempre un nuovo che avanza, e il vecchio deve accettarlo e farsi nuovo lui stesso. Il mondo ormai è piccolo e ha telecamere ovunque: tutti studiano, osservano migliorano.
Mi sembra lo consideri qualcosa di buono..
Fa sempre parte dell’incontro, dello scambio, e mi piace. Poi c’è un discorso legato a questo srano Mondiale sotto Natale: non c’è stata la preparazione solita. Germania, Belgio, Uruguay, hanno pagato anche questo.
Tra il nuovo di cui parla qual’è il migliore?
Marocco. Una questione di calciatori. Ne hanno alcuni eccezionali. Hakimi del PSG, Mazraoui del Bayern Monaco, Ziyech del Chelsea.. Tanta roba.
Il Brasile.
Una nave che attraversa l’oceano come se fosse la vasca da bagno. Bello, forte, luminoso. Poi bisogna vedere l’entrata nel porto. Li possono accadere tante cose.
Però ha già perso una partita.
Vero, ma era già qualificato. A proposito di questo, mi veniva in mente che per far dare il massimo alle squadre già qualificate durante la terza partita del girone, si potrebbe provare a offrire, a chi non ha mai perso nel girone stesso, la possibilità di passare gli ottavi anche col pareggio: senza rigori. Ho detto una stupidaggine?
Non lo so, ci penso. Vincerà una senatrice o un outsider?
Direi la prima, una tra Francia, Brasile, Olanda, Argentina, Spagna; ma forse mai come stavolta ci possono essere sorprese. C’è ancora molta strada davanti. Mi piace l’idea che il dato tecnico non sia ancora l’unico importante per vincermi. Mi piace essere fatto anche di cuore, politica, fortuna, sacrificio, attaccamento, storia, appartenenza, di sacrosanta imponderabilità. Forse per questo mi sento ancora tanto entusiasmo addosso.
A proposito di imponderabilità. Da una parte questo è il Mondiale della tecnologia, coi fuorigioco di centimetri fischiati con le linee tracciate da mille telecamere; poi però col Var vengono dati rigori molto strani. 
La realtà può essere misurata ma anche interpretata. La scienza da sola non basta mai. L’uomo è fatto anche di arbitrio, di idee. Vidi un film, tempo fa, proprio su questo argomento. Si intitolava “Sully”, se non sbaglio..
Si, di Clint Easwood. Con Tom Hanks. 
Esatto, quello sul pilota che parla del fattore umano. Non avremo mai il controllo su tutto. Non usciremo mai dal territorio del dubbio o dell’errore, ma anche dal genio che inventa, crea, e che il Var o il computer non potranno mai avere. E quindi le dico che è meglio così. Sa che noia il calcio senza polemiche, senza discussioni.
Una battuta sui recuperi infiniti.
Guardi non me l’aspettavo. Potrebbe essere un’accelerazione verso il gioco effettivo. Può darsi che serva per attrarre di più il pubblico: specialmente quello del secondo tempo, di solito è un momento topico della gara. Vedremo. Io sono sperimentazione, sono una magnifica cavia.
Non posso non chiederle due parole sull’Italia fuori per due volte di seguito fuori dal Mondiale..
Tristezza e dispiacere. Ingiustizia no, perché anche se per sfortuna, comunque non vi siete qualificati, e in un mondo in cui tutto si compra, questo rimane un fatto democratico e io lo difendo. Però c’è la sensazione che alla festa manchi un invitato importante, un amico fondamentale. Siete un Paese che ama il calcio in modo viscerale. Sa quale immagine porto nel cuore, rimanendo sul cinema, del rapporto tra italiani e Nazionale di calcio?
Non mi dica Fantozzi col frittatone di cipolle, il birrone ghiacciato e il rutto libero; il Fantozzi di chi ha fatto palo…
No, divertente, geniale, ma no.
E quale?
Il Nino Manfredi di “Pane e Cioccolata”, tinto biondo che urla goal in mezzo agli svizzeri.
Ha ragione. Bellissimo.
C’è l’amore per un’Italia complessa, dolorosa, ma bellissima. C’è un Italiano da abbracciare, un italiano vero e bello.
Grazie Mondiale.
Ci vediamo tra quattro anni, mi raccomando, niente scherzi

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