Guillermo Del Toro’s Cabinet Of Curiosities

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Questa serie Netflix inizia in modo inaspettato e poi logico: il grande regista Guillermo Del Toro presenta l’opera da lui prodotta e creata, come faceva niente di meno che Alfred Hitchcock per i suoi gialli televisivi, descrivendo cosa è una stanza delle meraviglie, quella del titolo, e cosa può rivelare, va da sé, di oscuro e di estremo e per questo di attraente.

La serie Guillermo Del Toro’s Cabinet Of Curiosities è composta da otto episodi di circa un’ora ciascuno, sempre introdotti dal regista premio Oscar per La forma dell’acqua – The Shape Of Water (2017) e di altri interessanti e personali film come Il labirinto del fauno (2006) o Hellboy (2004).

Gli episodi sono indipendenti l’uno dall’altro, ma, prima di scrivere delle loro differenze di contenuto, bisogna sottolineare una omogeneità formale che non li rende mai noiosi, anzi, li esalta per la sua grande qualità; tutto è perfetto, il montaggio, la fotografia grigio topo e soprattutto la scenografia, che non dimentica e lascia fuori posto neanche l’oggetto più insignificante. Una cura per il dettaglio che non finisce mai di stupire e che a volte condiziona la nostra attenzione, anche se nasce il dubbio che con essa si tenda a una perfezione artefatta, come se un certo cinema volesse dare una immagine della realtà stereotipata, e, quindi, non vera. È innegabile, questo scarto è possibile, non solo, è proprio evidente in questa serie, perché si ha la possibilità di notarlo in otto diversi episodi e, quindi, in otto diversi ambienti, dove, per esempio, una scatola di fiammiferi aperta è appoggiata su una mensola in un modo più realistico del reale. Ma se ci facciamo trascinare nel suo mondo “perfetto” questo cinema non delude quasi mai e spesso incanta, cosa che succede con alcuni episodi di Guillermo Del Toro’s Cabinet Of Curiosities.

In particolare, con il terzo, diretto da David Prior, dal titolo non equivocabile, L’autopsia, le atmosfere care al produttore vengono riprese dal regista immergendo un lavoro estremo come quello dell’autopsia prima in un clima leggero poi in uno estroso grazie alla relazione tra il protagonista e un alieno. Il primo di questi, tra l’altro, è interpretato da F. Murray Abraham, nostra antica e nobile conoscenza dai tempi di Amadeus (1984) di Milos Forman che lo ha reso immortale nei panni di Salieri, musicista invidiosissimo del talento prodigioso di Mozart, l’Amadeus del titolo. E l’interpretazione è anche qui deliziosa, elegante e intrigante. Il suo carisma dona leggerezza e ironia a una storia che sicuramente rimarrà nella memoria cinematografica dello spettatore. Come dimenticare poi, e per i fan del mondo di Harry Potter sarà davvero impossibile, Rupert Grint, interprete dell’amatissimo Ron Weasley, fedele amico di Harry, alle prese nel sesto episodio, diretto da Catherine Hardwicke, con un altro topastro dal volto umano, invenzione godibilissima e a tratti spaventosa.

In effetti tutti gli episodi sono equilibrati o cercano di esserlo tra soprannaturale, horror e a volte grottesco, come del resto è così equilibrato il cinema di Guillermo Del Toro, e sono caratterizzati da una eccellente scelta degli attori, se non perfetta come nei due casi sopra descritti.

Il primo episodio, Lotto 36, è invece diretto da Guillermo Navarro, abituale direttore della fotografia di Del Toro, come se il produttore avesse voluto indicare la via agli autori e aiutarli a trovare le giuste intuizioni in uno stile così suggerito. Alcune storie sono dello stesso Del Toro e due in particolare sono di H. P. Lovecraft, grande scrittore di letteratura horror, altro elemento che determina l’alta qualità della serie.

Ma alla fine questa serie fa paura? Si, fa paura, alla maniera del suo produttore e ideatore, che ha sempre testimoniato con i suoi film che la paura nasce dall’uomo stesso, dalla sua avidità e dalla sua meschinità, ma anche che ci sono uomini che, attraversando l’oscurità, possono infine vedere la luce. Guillermo Del Toro’s Cabinet Of Curiosities è un serial da non perdere per chi ama lo stile del suo produttore e creatore e anche per chi, più semplicemente, vuole intraprendere otto brevi e intensi viaggi da cui, forse, non si può tornare indietro, nel bene e nel male.

 Su Netflix dal 25 ottobre


Guillermo Del Toro’s Cabinet Of Curosities – Regia: Jennifer Kent, David Prior, Guillermo Navarro, Keith Thomas, Panos Cosmatos, Catherine Hardwicke, Vincenzo Natali, Ana Lily Amirpour; sceneggiatura: Jennifer Kent, David S. Goyer, Regina Corrado, Guillermo del Toro, Lee Patterson, Panos Cosmatos, Aaron Stewart-Ahn, Mika Watkins, Vincenzo Natali, Haley Z. Boston; fotografia: Colin Hoult, Jeremy Benning ; montaggio: Ben Wilkinson, Marc Roussel; interpreti: Essie Davis, Andrew Lincoln, Rupert Grint, Hannah Galway, F. Murray Abraham, Luke Roberts, Glynn Turman, Tim Blake Nelson, Elpidia Carrillo, Demetrius Grosse, Sebastian Roché, Crispin Glover, Ben Barnes, Peter Weller, David Hewlett, Kate Micucci, Martin Starr ; produzione: Exile Entertainment, Double Dare You ; origine: Usa 2022; durata:  60’ a episodio; distribuzione: Netflix.

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