The Crown 5 di Peter Morgan

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La “golosa” quinta stagione di The Crown, composta di 10 episodi di circa 50 minuti ciascuno, diretti da Peter Morgan, si apre con uno scandalo a corte , che porta alla separazione del figlio della regina, Andrew, con la duchessa di York, l’ “indecorosa” e sexy Sarah Ferguson. 

E i retroscena scandalosi della famiglia reale continuano a dominare tutta la stagione o quasi, che arriva fino agli anni 90, un momento difficile e tormentato per la Corona. La monarchia, istituzione quasi sacra per il paese, perde quell’aura di perfezione  per mostrare le sue fragilità, o meglio il suo volto umano a tutto il paese. 

Nelle prime quattro stagioni, la regina e la famiglia reale sono molto rispettati dalla gente, dalla stampa e dall’opinione pubblica. Ma adesso sono tante le questioni e i nodi che vengono al pettine. E l’invadenza della stampa in questioni personali all’interno di una famiglia che aveva fatto della riservatezza il suo punto forte non fa che aumentare le tensioni

Imelda Staunton

E tocca sempre alla regina, che ha il volto di Imelda Staunton  – subentrata nel ruolo alla giovane e bella Claire Foy e alla irreprensibile Olivia Colman – risolvere gran parte delle beghe familiari, mentre Filippo II approfondisce il suo rapporto, di carattere quasi certamente platonico, con un’amica molto speciale. 

Uno dei primi episodi di questa attesissima stagione si apre con una serie di inquadrature sul volto di Elisabetta II durante una visita medica: la regina appare stanca e lievemente sovrappeso e mostra finalmente un volto umano, preoccupata di non poter più gustare i suoi pasticcini assieme al te. Sulla sua corporatura robusta e sul volto appesantito e spossato, sembrano comparire le prime tracce di senilità. 

E gli episodi, uno dopo l’altro, continuano a mostrare la facciata più intima e meno ingessata della regina, come fosse finalmente svincolata dal ruolo di sacralità quasi intoccabile e impegnata a risolvere, invece, questioni di natura pratica legate all’unità della sua famiglia. 

D’altra parte, la monarchia vive in quegli anni il suo annus horribilis, a causa del fallimento di ben tre matrimoni reali: il  già citato matrimonio tra il principe Andrea e la “scandalosa Sarah Ferguson, quello tra la principessa Anna (Claudia Harrison) e Mark Phillips, e ovviamente l’unione tra Carlo e Diana.

Lilibeth, dopo una serie di discussioni infinite, è costretta a piegarsi ai desideri dei figli, abbandonando l’ideale di monarchia fondata sull’ideale di famiglia indissolubile. Il dolore più grande di Elisabetta, è chiaramente la fine del matrimonio tra Carlo e Diana, ormai giunto al capolinea. 

La bella favola tra i due, tutta sorrisi, gioielli  e apparente felicità, mostrata orgogliosamente e ipocritamente davanti alle telecamere, si sgretola lentamente, un episodio dopo l’altro. 

Diana Spencer in questa stagione ha il volto della bella e statuaria Elizabeth Debicki che porta sullo schermo la migliore versione di Lady Diana, quella più matura, più consapevole di non voler più rinunciare a sé stessa in nome di un matrimonio che non ha presente e futuro. 

Emma Corin, nelle stagioni passate mostrava sullo schermo un temperamento più dimesso, delicato e fragile, che combatteva con tormento la bulimia, il dolore  e l’insofferenza di certe intollerabili imposizioni. Era una Diana Spencer soffocata e spenta da un ruolo che non aveva mai sentito suo, o almeno non in quei termini. Elisabeth Debicki, nella versione forse più somigliante a quella reale, mostra invece un carattere più deciso e maturo, con tutte le contraddizioni e le sfaccettature tipiche di una donna ormai adulta e non più disposta a trovare inutili compromessi. 

E il rapporto con Carlo, interpretato dall’affascinante Dominic West (davvero troppo avvenente, bisogna ammetterlo) è uno dei topic  centrali di questa tormentata stagione con tanto di approfondimento sul rapporto con Camilla (Olivia Williams): il “camillagate” è, d’altra parte, altro scandalo succulento per la stampa e l’opinione pubblica.

Carlo, forse un tantino troppo carismatico rispetto all’originale, o meglio a quello che la stampa di lui mostrava in quegli anni, è un uomo che soffre molto il cambiamento: vorrebbe fare molto ma si sente continuamente limitato. “È un uomo nel fiore degli anni, eppure non sta ancora compiendo ciò che è chiamato a fare dal destino. È preoccupato di fare la fine di altri principi del Galles, caduti nella dissipazione dell’ozio, qualcosa che non potrebbe mai sopportare” ha dichiarato l’attore Dominic West.

Dominic West

Nel pieno degli anni novanta  accade tutto ciò di cui un pubblico affamato desidera nutrirsi: scandali, fratture nella famiglia reale e una virata decisiva verso la modernità da parte della corona.

Alla necessaria evoluzione della corona, segue poi il mutamento di governo: Fuori i Tory di John Major e dentro il governo liberale e progressista del Primo Ministro Tony Blair (interpretato da un convincente Bertie Carvel).

Il governo e il paese cambiano faccia e partito e  la Corona deve quindi  necessariamente subire un’evoluzione al passo coi tempi. Questo è l’aspetto che viene maggiormente fuori nel corso di questi dieci episodi, la necessità di un cambio di passo da parte della Corona.

E la parola scandalo in casa reale fa rima con modernità, o meglio, accettazione della fine di una perfezione solo apparente che stride con la realtà delle cose.

Gli ultimi episodi  sono pieni di  indizi sull’unione  fatale – che probabilmente sarà approfondita nel corso della sesta stagione –  tra Dodi  Al-Fayed (Khalid Abdalla) e la principessa Diana, che con lo sguardo eternamente “di traverso” e triste  per la fine del suo matrimonio, viene invitata a bordo dello yacht della  famiglia Al-Fayed per trascorrere  in compagnia l’estate a Saint-Tropez.

Ps: al solito, splendida la fotografia e dettagli molto curati. E soddisfatti di questa quinta stagione attendiamo ansiosamente gli sviluppi della prossima.

Su Netflix


The Crown 5 – Regia: Peter Morgan; sceneggiatura: Peter Morgan, Stephen Daldry ; interpreti: Imelda Staunton, Jonathan Pryce, Lesley Manville, Dominic West, Olivia Williams, Claudia Harrison, Marcia Warren, Elizabeth Debicki; produzione: Left Bank Pictures and Sony Pictures Television;  origine: USA 2o22; durata: 50′ a episodio; numero episodi: 10; distribuzione: Netflix

 

 

 

 

 

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