Una storia vera si “nasconde” dietro i fatti narrati in The Deliverance-La redenzione (2024) dal regista Lee Daniels, di cui avevamo apprezzato molto Precious (2009). Ma partiamo dalla fine: tutti i problemi di una intera famiglia sono causati dalla possessione dei suoi membri da parte di un essere antico, un demone che vuole uccidere chiunque venga a abitare la sua malmessa casa. Niente di più. Eppure la prima parte del film, circa un’ora, è bellissima e tutto fa pensare che la famiglia sia vittima dei deliri della madre, incastrata da abusi, da dipendenze e da carenza d’amore. La possibilità dell’inganno psicologico e la “scusa” della azione diabolica si intrecciano creando vero stupore e terrore, perché in effetti il dubbio si insinua un poco nella mente dello spettatore: il demone è reale o è la stessa madre che non gestendo la sua vita mette a repentaglio quella di sua mamma e dei suoi figli, essendo il marito lontano in Iraq? Dopo un’ora però il film vira in un horror satanico che, pur facendo paura, va ammesso, delude le aspettative così ben create sulla storia di una donna allo sbando che molesta la sua famiglia quasi avesse una seconda personalità e che costruisce la sua difesa attraverso la presenza demoniaca.
Anche gli attori danno il meglio prima di essere vittime degli effetti speciali, che li fanno contorcere, parlare lingue assurde e assumere atteggiamenti masochisti. Andra Day, la madre protagonista, è eccellente e la nonna Glenn Close che, prima di essere, a nostro avviso, umiliata come una delle forme assunte dal demone, piuttosto ridicola, è, come sempre, perfetta, carismatica e bellissima. Confidiamo ai nostri lettori che saremmo curiosi di sapere se gli autori abbiano avuto intenzione di seguire la trama così come è, sempre, o se abbiano anche loro cullato l’idea di fare un altro film, che avrebbe potuto essere un capolavoro. Sì, un capolavoro, che, anche così, sta comunque avendo molto successo su Netflix, che l’ha prodotto.
Insomma, i demoni sono tra noi e ci possiedono, linea del regista Lee Daniels, o i demoni siamo noi stessi? Noi con le nostre dipendenze, la nostra arroganza, la nostra supponenza, la nostra invidia e la nostra vigliaccheria. Queste caratteristiche sono sì proprie di Satana, ma anche nostre, di tutti, proprio di tutti gli abitanti della Terra. I film satanici sono paurosi e in qualche modo divertenti, ma raramente, secondo noi, sfiorano anche solo la Verità. Nemmeno noi, ovviamente, abbiamo la Verità in tasca, ma sospettiamo che, se davvero l’esorcismo avesse una sua pur rocambolesca dignità, dovrebbe essere fatto all’intera umanità, nessuno escluso. Il male è nostro. E The Deliverance-La redenzione sembrava testimoniarlo egregiamente, nel senso dell’idea egregia e di come trasmetterla, perché la regia è efficace nel descrivere la deriva di una famiglia povera e sola, la cui redenzione passa dalla lotta con il soprannaturale per una scelta che rispettiamo ma che non amiamo. Non che non amiamo il soprannaturale, non amiamo questo tipo di soprannaturale, che però, ci rendiamo assolutamente conto, è parte fondamentale di tanto cinema horror, che, per definizione, tratta di “opere fantastiche”.
Su Netflix
The Deliverance – La redenzione – Regia: Lee Daniels; sceneggiatura: David Coggeshall, Elijah Bynum; fotografia: Eli Arenson; montaggio: Stan Salfas ; musica: Lucas Vidal; interpreti: Andra Day, Glenn Close, Anthony B. Jenkins, Caleb McLaughlin, Demi Singleton; produzione: Lee Daniels Entertaiment; origine: USA 2024; durata: 112’; distribuzione: Netflix.