Ma cosa ci facciamo con l’Enrico Brignano commediante quando intravediamo in questo attore potenzialità tragicomiche, e drammatiche, ben superiori? Lo sguardo vispo ed arzillo assume una nuova e più interessante dimensione quando si fa ottuso, impacciato, frustrato, ed allucinato. Ed è possibile che possa essere la strada giusta per l’attore. Già, perché il suo personaggio in Una commedia pericolosa contiene elementi piuttosto coraggiosi e il film, nonostante una detection ricca di cliché infilati a forza, e qualche scelta narrativa discutibile, mostra anche una serie di soluzioni originali, e il risultato finale non delude e quasi sorprende.
Una commedia pericolosa, infatti, si presenta in maniera ingannevole, così sottotono e banale, con una fotografia da fiction e delle gag alla portata dell’umorismo casalingo delle vecchie generazioni, (come lo sketch che fa eco al famigerato detto “donna al volante, pericolo costante”) che quasi non si notano i piccoli elementi sovversivi che lo trasformano in un film, magari non memorabile, ma degno di analisi e discussione, e che sicuramente rappresenta un passo avanti nel sodalizio tra il regista Alessandro Pondi e Brignano, già visti assieme nel precedente Tutta un’altra vita.
Partiamo dallo stesso personaggio interpretato da Enrico Brignano, un uomo solo ed alienato, che ha dedicato tutta la sua vita al sogno di diventare un agente segreto, la cui naturale inclinazione voyeuristica si spinge a concedere pure risvolti morbosi (colleziona lastre di radiografie perché adora vedere come sono fatte dentro le persone). Il suo personaggio omaggia smaccatamente James Stewart dell’hjitchcockiano Rear Window (La finestra sul cortile, 1954), mentre lo vediamo spiare ed annotare i movimenti di tutti i personaggi che vede nell’edificio di fronte alla sua finestra. Tra questi c’è Gabriella Pession, che interpreta una giovane hostess (in maniera affettata e discontinua, a tratti molto efficace, altri troppo caricaturale). Il nostro eroe noterà la presenza di strani accadimenti ed un corpo nel suo appartamento, mentre lei è fuori. Ma, una volta chiamato l’ispettore (Fortunato Cerlino) che già si fida poco del nostro aspirante agente segreto, i tre si presentano sul presunto luogo del delitto ma tutto è svanito, nessun corpo, nessuna traccia.
Giallo e commedia degli equivoci si mescolano in maniera piuttosto riuscita, con una trama che aggiunge nuovi strati man mano che avanza, introducendo via via nuovi personaggi tra cui sicuramente merita una menzione la brava Paola Minaccioni, che incarna un riuscitissimo mix di sensualità demenziale, proprio lei assieme a Brignano, in alcuni momenti, e con le dovute distanze facciamo questo accostamento, ricordano la storica accoppiata Paolo Villaggio e Anna Mazzamauro, non per il ruolo né per l’aspetto ma per certi dispositivi comici che vengono messi in atto dai due.
La vicenda, dicevamo, si complica, ma l’esposizione rimane chiara, anche se la trovata di utilizzare la voce del protagonista come narratore onnisciente risulta un po’ posticcia. Assistiamo all’accaduto dai diversi punti di vista dei vari personaggi, fino a giungere al finale, favolistico, banale, ma a quel punto non importa più di tanto, dato che il viaggio non è stato poi così malaccio. Merito di una scrittura sapiente e capace di tirare le fila della complicata vicenda, ad opera dello stesso Pondi, assieme a Paolo Logli.
Un aspetto che difficilmente riusciamo a difendere invece è la trattazione musicale, non tanto per l’onnipresenza, il mix eccessivamente alto e la banalità dei temi, ma per l’insistenza e l’inserimento di uno stesso motivo in parti di film che dovrebbero presentare un tono musicale completamente differente, rendendo ancora più impersonale il commento.
Musica e fotografia dimenticabili, ma movimenti di camera e regia di tutt’altro sapore, i primi spesso consistono in intelligenti carrellate e suggestivi passaggi, la seconda in una vivacità generale che speriamo rappresenti una direzione che Alessandro Pondi possa proseguire ed approfondire, in modo da potersi esprimere con maggiore intensità.
Chiudo con una personale opinione su Enrico Brignano, attore che non ho mai eccessivamente apprezzato né a teatro (il suo Rugantino ha dovuto misurarsi con precedenti mostri sacri come Montesano e Manfredi, ma anche la versione di Mastandrea la reputo superiore) né al cinema, a causa di un’eccessiva piacioneria, influenza diretta del suo maestro Gigi Proietti. Qui ho trovato più a fuoco invece, elementi più personali, già intravisti in passato, che potrebbero costituire una solida base di partenza per una solidità attoriale inedita nella quale potrebbe innestare le sue doti da cabarettista in una nuova, inesplorata dimensione.
In sala dal 30 agosto 2023
Una Commedia Pericolosa – Regia: Alessandro Pondi; sceneggiatura: Paolo Logli. Alessandro Pondi; fotografia: Ramiro Civita; montaggio: Pietro Morana; musica: Cris Ciampoli; interpreti: Enrico Brignano, Gabriella Pession, Fortunato Cerlino, Niccolò Senni, Marco Zingaro, Giuseppe Lo Piccolo, Paola Minaccioni, Grazia Schiavo, Emanuela Ionica, Monica Vallerini, Leandro Amato, Vincenzo Leto; produzione: Rodeo Drive con Rai Cinema; origine: Italia, 2023; durata: 104 minuti; distribuzione: 01 Distribution.