London F.F.: Ali&Ava

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Due nomi, due percorsi che si intrecciano sullo sfondo di una Bradford povera e grigia.

Ali&Ava è titolo della quarta opera di Clio Barnard, semplice sì, eppure un titolo che già indirizza l’attenzione al nodo principale: il rapporto tra Ali, affittacamere appassionato di musica e Ava, assistente all’insegnamento da poco diventata nonna.

La Barnard ritorna a parlare della periferia dopo il documentario sperimentale di debutto The Arbor (2010), vincitore al Tribeca Film Festival, e il lungometraggio The Selfish Giant  (2013), selezionato a Cannes. Il suo approccio realista e al contempo poetico le è valso il paragone con il grande patriota Ken Loach.

Presentato qualche mese fa in anteprima mondiale al Festival di Cannes nella “Quinzaine des Réalisateurs”, Ali&Ava è un omaggio alla Gran Bretagna contemporanea, abitata da persone comuni, ricche di cicatrici da curare. È un’ode a quegli incontri che ti cambiano la vita nonostante avvengano in punta di piedi. Non a caso il lungometraggio è stato scelto dal sindaco di Londra come presentazione speciale al 65esimo BFI London Film Festival (6-17 ottobre) e ha aperto la programmazione delle anteprime stampa.

Il cielo plumbeo dello Yorkshire, Ali (Adeel Akhtar) balla incappucciato sul tettuccio della sua station wagon: sin dai primi fotogrammi si percepisce il ruolo centrale della musica, non solo per sottolineare lo sviluppo emotivo dei personaggi ma, principalmente, per descriverli, giustapporli e compararli. I due protagonisti vengono introdotti come mondi paralleli, fino all’incontro casuale nella scuola di Ava (Claire Rushbrook).

Cuori solitari che affrontano le delusioni quotidiane in modo diverso ma entrambi rivolgendosi alla musica come valvola di sfogo. Lei materna e pragmatica mette il bene dei suoi figli prima della sua felicità, lui energico e ottimista reprime i suoi sentimenti dopo una recente separazione che deve tenere nascosta alla sua famiglia conservatrice. India vs Irlanda, Rap vs Country. In questa storia d’amore moderna, inaspettata e autentica c’è posto per temi scomodi che affliggono non solo la periferia inglese ma in modo piu ampio l’intera umanità. Un dramma che mostra come l’affetto possa valicare i muri eretti dalle differenze di razza e classe sociale, vincere le tensioni e le insicurezze dovute alle disillusioni della mezza età e alla problematiche legate al crescere nuove generazioni.

Nonostante i dialoghi talvolta prevedibili, il film si sviluppa gradevolmente, migliorando nello stile scena dopo scena e addentrandosi nell’universo dei sui personaggi con una naturale progressione e senza forzature. Ispirata da La paura mangia l’anima (1974) di Rainer Werner Fassbinder, Clio Barnard si trova nel suo elemento nel raccontare di un amore maturo, tenero e gentile fatto di piccoli gesti e silenzi rivelatori; la sua è un’estetica dell’ottimismo che si staglia contro il brutale mondo dell’indigenza e del pregiudizio.


Ali&Ava – Regia: Clio Barnard; sceneggiatura: Clio Barnard; fotografia: Ole Bratt Birkeland; montaggio: Maya Maffioli; musica: Harry Escott; interpreti: Adeel Akhtar, Claire Rushbrook, Ellora Torchia, Shaun Thomas, Natalie Gavin;  produzione: Tracy O’Riordan, Ameenah Ayub Allen; origine: UK, 2021; durata: 95’

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