Lolas 2021: i Premi della Deutsche Filmakademie

Si è svolta la sera del 1 ottobre a Berlino la cerimonia di consegna dei Deutsche Filmpreise, vulgo Lola, i David tedeschi tanto per intenderci, i premi cinematografici che dal 2008 vengono decisi dalla Deutsche Filmakademie, fondata diciotto anni fa e il cui presidente oggi è l’attore cinematografico e teatrale Ulrich Matthes. In lizza, salvo poche eccezioni, non c’erano grandi film, a dimostrazione che il cinema tedesco non sta attraversando un periodo particolarmente florido, da anni ormai è difficile vedere film tedeschi in concorso in festival che non siano quello di Berlino.

Al primo posto fra i film nominati c’era Fabian tratto da Erich Kästner e diretto da Dominik Graf, di cui abbiamo avuto modo di parlare su queste pagine in agosto (https://close-up.info/fabian/). Il film aveva ricevuto ben dieci nominations, ma ha portato a casa solo due premi, quello per la miglior fotografia a Hanno Lentz e quello per il miglior montaggio a Claudia Wolscht.

Molti dei premi principali sono andati invece al non memorabile film di Maria Schrader Ich bin dein Mensch (ne abbiamo parlato “da” Berlino: https://close-up.info/ich-bin-dein-mensch/ ), collegata in remoto da New York. Il film, che arriverà in Italia in sala con il titolo internazionale à la Leonard Cohen I’m your man, distribuito da Koch Media, ha preso quattro premi: miglior film, miglior regia, miglior sceneggiatura (che Maria Schrader ha scritto insieme al fido Jan Schomburg traendolo da una short story della giovane scrittrice tedesca Emma Braslawsky) e migliore attrice protagonista Maren Eggert che già aveva presso l’Orso d’Argento a Berlino per il medesimo ruolo.

La giuria non ha avuto il coraggio di premiare quello che è stato nettamente il miglior film dell’anno, ovvero il documentario di Maria Speth intitolato Herr Bachmann und seine Klasse (Il signor Bachmann e la sua classe), di cui pure parlammo sempre “da” Berlino (https://close-up.info/herr-bachmann-und-seine-klasse/), un meraviglioso studio di lunga durata su un insegnante di scuola superiore e la sua classe che nella categoria miglior film era candidato, insieme ad altri cinque film. La giuria si è limitata a conferirgli il premio come Miglior documentario, un premio sacrosanto ma alla fine limitativo, soprattutto a confronto con gli altri film in lizza. Oltre ai tre film citati, fra gli altri film candidati al premio maggiore difficilmente (e a nostro modo di vedere giustamente) gli altri troveranno spazio nella distribuzione italiana, eccezion fatta forse per la nuova trasposizione cinematografica della celebre e splendida novella di Stefan Zweig Schachnovelle (Novella degli scacchi), diretta da Philipp Stölzl, con l’interpretazione dell’ottimo Oliver Masucci, che ha preso il premio come miglior attore, ma non per l’interpretazione di questo film bensì per quello di Oskar Roehler dedicato a Rainer Werner Fassbinder, intitolato Enfant terrible, in cui Masucci interpreta con grande bravura proprio il regista bavarese (il film non è purtroppo mai arrivato in Italia)

In una cerimonia durata quasi tre ore tenutasi all’insegna dell’estrema correttezza politica, con in prima fila la ministra della cultura ormai a un passo dalla scadenza Monika Grütters (a meno di grosse sorprese, la CDU, il suo partito di appartenenza finirà all’opposizione), restano da segnalare ancora due episodi. Per prima cosa la consegna del premio d’onore della Giuria a Senta Berger che a maggio ha compiuto 80 anni, che è stata, insieme al produttore Günter Rohrbach, prima presidentessa dell’accademia dal 2003 al 2010. Il discorso di ringraziamento è stato un momento molto alto di una donna di classe straordinaria, testimone di una lunga stagione del cinema tedesco e mondiale che ha saputo rappresentare con etica e impegno al pari di poche altre. L’altro discorso significativo è stato quello di Thorsten Merten, premiato come migliore attore co-protagonista per un thriller politico, Curveball di Johannes Naber, non particolarmente di qualità incentrato sui maneggi del BND (i servizi segreti tedeschi) ai tempi della guerra in Iraq e della loro compromissione, anzi rapporto di sudditanza, con i servizi segreti americani. Presente in moltissimi ruoli cinematografici (per esempio in diversi film di Andreas Dresen) e televisivi, Merten è un attore di notevole livello. Nato nel 1963 Ruhla, un borgo di 5000 abitanti in Turingia, è salito sul palco, in look pronunciatamente casual, con felpa e cappellino dopodiché, oltre ai ringraziamenti di rito, ha ringraziato la DDR per avergli consentito di studiare a costo zero, un nobile segnale in chiara controtendenza con la damnatio memoriae che la Germania Orientale ha dovuto subire in questo trentennio.

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