40° Torino F.F.: Rosa – Il canto delle sirene di Isabella Ragonese

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Come si fa a raccontare la voce di una donna che non hai mai conosciuto, ma che frequenti da sempre? Come si evocano i fantasmi? I fantasmi dei luoghi e delle persone lontane? Forse immaginandoli, evocandoli, perdendoti. Questo compito, questo desiderio, ho deciso di prenderlo con tutto il corpo come fa un’attrice con il personaggio da interpretare. Sono partita da questa suggestione per raccontare Rosa Balistreri in questo film

Isabella Ragonese, al suo debutto come regista, svela l’intento di Rosa – Il canto delle sirene  e lo fa  in maniere inusuale, raccontandoci le  origini e la vita avventurosa e drammatica della cantastorie siciliana, senza il bisogno di elencare fatti o avvenimenti, ma vestendo lei stessa, come attrice,  i panni, la passione e la voce di chi si definiva una cuntastorie e un’”attivista che fa comizi con la chitarra” solo con la propria voce e con l’accompagnamento di due o tre accordi.  

Rosa aveva bisogno, infatti,  della sua voce e di una semplice chitarra per cantare le sue parole che suonavano e suonano ancora oggi come un urlo, una protesta, l’anelito alla libertà di chi vuole e può affrancarsi da un destino già segnato e scritto. 

In questo documentario asciutto, ben costruito e intenso, la voce profonda di Isabella Ragonese si incastra con le storie drammatiche e con le  esperienze coraggiose di donne siciliane che colgono l’importanza della cuntastorie, Rosa Balistreri, come fondamento della loro esistenza al femminile: c’è chi ha avuto il coraggio di ribellarsi alla propria famiglia di origine, chi si è sganciata da un destino già predeterminato e chi ha scelto di supportare altre donne in situazioni difficili e dolorose. Oggi come ieri l’insegnamento della cantante resta attuale. 

La voce di Rosa rappresentava ed è  tutt’ora  piena di tormento e al tempo stesso di ribellione sincera. Un grido ancestrale che invita a seguire la propria natura, a sganciarsi da tutto ciò che è imposto con la forza e con la bruta violenza.  La spinta- naturale- alla disobbedienza nasce e si sviluppa proprio in seno alla famiglia di origine.  

Rosa Balistreri nasce a Licata da una famiglia umile  (padre falegname e mamma casalinga) e in un contesto poco stimolante e a sedici anni viene data in sposa a un marito violento, alcolizzato,  dedito al gioco d’azzardo che la picchia a sangue fino a farle perdere il primo figlio. Ma Rosa ha coraggio e forza d’animo e non ci sta:  dopo aver scoperto che il marito ha  perso al gioco  tutto il corredo della seconda figlia, Angela, Rosa tenta di ucciderlo aggredendolo con una forchetta sul collo e credendolo morto,  immediatamente si costituisce alla polizia. Sconta la galera per ben due volte nella sua vita breve ma travagliata  e  la svolta vera avviene quando decide, finalmente, di fuggire a Firenze, trovando nuovi stimoli, intessendo nuove relazioni e collaborazioni interessanti. 

A Firenze frequenta infatti  per dodici anni Manfredi Lombardi, e, nel circolo fiorentino entra in contatto con intellettuali e musicisti, del calibro di Dario Fo (con lui nel 1966 partecipa allo spettacolo di canzoni popolari dal titolo Ci ragiono e canto), Giovanna Marini e altri artisti di spicco e di rilievo.

La sua voce, profonda e rude ha radici antiche e  resta nella mente degli spettatori perché ha un timbro unico e arcaico con il quale, con naturalezza racconta,  non solo il dolore e la miseria ma anche l’orgoglio e la ribellione del suo popolo. 

Isabella Ragonese segue un filo essenziale che partendo dalle origini della protagonista,  si collega all’attualità e riesce a farlo in poco più  cinquanta minuti,  riuscendo a  trasmetterci con intensità la forza primordiale e la voce autentica  di questa donna straordinaria che è scomparsa il 20 settembre 1990 a sessantacinque anni, per un ictus che l’aveva colpita durante il suo ultimo concerto.

Girato interamente tra Palermo e Licata, le città di Rosa, il film ha il non semplice pregio di risultare un omaggio alla cuntastorie siciliana efficace, semplice, molto diretto e al tempo stesso  sentito,  intimo e struggente. Un lavoro lineare (nel miglior senso del termine) curato e appassionato. Ottimo esordio alla regia della attrice.

Ho imparato a leggere a trentadue anni. Dall’età di sedici anni vivo da sola. Ho fatto molti mestieri faticosi per dare da mangiare a mia figlia. Conosco il mondo e le sue ingiustizie meglio di qualunque laureato. E sono certa che prima o poi anche i poveri, gli indifesi, gli onesti avranno un po’ di pace terrena.


Rosa – Il canto delle sirene – Regia: Isabella Ragonese;  interpreti: : Isabella Ragonese, Concetta Cannizzaro, Enza Lo Bono, Verdiana Mineo, Massimo Milani; produzione: Quoiat Films;  origine: Italia; durata: 52 minuti

 

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