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Mike (Josh Hutcherson) è un giovane problematico che si prende cura della sorella di 10 anni Abby (Piper Rubio) ed è perseguitato dalla scomparsa irrisolta del fratello minore, avvenuta più di un decennio prima. Licenziato per aver aggredito un uomo senza apparente motivo, se non quello di ricordargli il suo trauma, e alla disperata ricerca di lavoro per poter mantenere la custodia di Abby, Mike accetta di prendere posto come guardia di sicurezza notturna in un ristorante a tema abbandonato: Freddy Fazbear’s Pizza. Ma Mike scopre presto che niente da Freddy’s è quello che sembra. Con l’aiuto di Vanessa (Elizabeth Lail), un’agente di polizia locale, le cinque notti di Mike da Freddy’s lo portano a incontri inspiegabili con il soprannaturale e lo trascinano nel cuore nero di un incubo imprevedibile – ovvero Five Nights At Freddy’s, il film horror che trae ispirazione dal popolare videogioco horror omonimo creato da Scott Cawthon.
Si tratta di un adattamento live-action prodotto da Blumhouse, lo studio cinematografico tra i più interessanti per quanto riguarda il panorama dell’horror (M3GAN, The Black Phone, The Invisible Man). I protagonisti della pellicola sono Matthew Lillard e Josh Hutcherson e per i cultori dell’horror il primo di questi due nomi suonerà assai eloquente: Lillard è stato il primo, insieme a Skeet Ulrich, a indossare i panni del serial killer Ghostface, nel film originale della saga di Scream, quello del 1996. Hutcherson, invece, ha interpretato Peeta Mellark in un’altra saga, quella di Hunger Games. Le creature animatroniche sono del leggendario Creature Shop di Jim Henson, creatore dei Muppets, scomparso nel 1990.
Lo studio si è occupato di film come Dark Crystal, Labyrinth, dei film live-action anni Novanta delle Tartarughe Ninja, Lost in Space, Il dottor Dolittle con Eddie Murphy e anche di progetti più recenti, come Pinocchio di Guillermo del Toro e la serie TV Dark Crystal: la resistenza.

Con queste premesse narrative e produttive non si può parlare male del progetto e del risultato di Five Nights At Freddy’s, solo è necessario sottolineare, pur rischiando l’ovvio e il banale, che il film è pensato per chi ha conosciuto il gioco e ha provato le sue atmosfere.
L’ambizione è anche quella di arrivare al maggiore pubblico possibile, ma per forza di cose il mondo descritto emoziona soprattutto chi già lo conosce e può rivivere momenti apparentemente senza tempo. E in questo, a nostro avviso, consiste il merito del film, nel dar vita a un mondo horror familiare, in cui il divertimento non nasce tanto dalla paura, ma dal gusto e dal sapore di situazioni e di personaggi già affrontati, per i quali si può fare anche il tifo.
Più in generale il film della regista Emma Tammi è un prodotto adolescenziale, ma anche per questa categoria di spettatori, forse, la paura cede alla simpatia per un mondo di pupazzoni sadici, la cui essenza di mostri infantili è celata dalla loro ingombrante fisicità.
Per noi, come spesso ci accade, il rapporto tra i due fratelli è molto interessante perché alla fine i legami familiari sono tutto, o quasi. E tutti gli horror ce lo ricordano. E forse la famiglia appartiene e deve appartenere proprio al genere, prima di rivelarsi come la cosa più importante.
In sala dal 2 novembre
Five Nights At Freddy’s– Regia: Emma Tammi; sceneggiatura: Emma Tammi, Scott Cawthon; fotografia: Lyn Moncrief; montaggio: William Paley, Andrew Wesman; effetti speciali: Donnie Dean; musica: Tyler Bates; interpreti: Josh Hutcherson, Piper Rubio, Elizabeth Lail, Matthew Lillard; produzione: Russell Binder, Scott Cawthon, Jason Blum; origine: USA, 2023; durata: 109’; distribuzione: Universal Pictures.
