Mani nude di Mauro Mancini

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Qualcuno forse ricorderà il nome di Mauro Mancini che aveva debuttato, dopo alcuni spot televisivi e un fortunato corto Il nostro segreto (2006), nel lavoro collettivo Feisbum – Il film. Passano diversi anni e poi dirige il suo primo lm da solo, Non odiare (2020), che, presentato con un certo successo alla “Settimana Internazionale della Critica” di Venezia, vince il Premio Pasinetti per la miglior interpretazione maschile ad Alessandro Gassmann. Ora la coppia Mancini/ Gassmann è tornata a lavorare insieme in un’opera seconda (o seconda e mezzo) – spesso un passaggio sempre difficile nel cammino di un autore – dal titolo fortemente icastico di Mani nude. Che, diciamolo subito, è un film di una certa qualità e piuttosto inconsueto per il nostro panorama cinematografico, tratto dall’omonimo romanzo della milanese Paola Barbato (Piemme Edizioni, 2019, Premio Scerbanenco).
Siamo in un nowhere indistinto, tra una nave in disarmo e una miniera abbandonata, il tutto ambientato in una contemporaneità attuale ma sospesa. Un giovanotto biondo di 16-17 anni, tal Davide Bergamaschi (Francesco Gheghi), di buona famiglia, occhi da cerbiatto e corpo bello muscoloso, improvvisamente, una notte, viene rapito, sbattuto in un camion buio e portato in una sorta di campo di addestramento/prigione (la nave di cui sopra) – come mai, perché?, lo si apprenderà piano, piano durante la narrazione. Di fatto è stato fatto prigioniero da una organizzazione misteriosa guidata da un boss senza scrupoli, con benda all’occhio e panama, (un Renato Carpentieri, un po’ improbabile), che organizza degli spietati combattimenti clandestini estremi, per singoli committenti o vasti gruppi di scommettitori, che devono inevitabilmente terminare con la morte di uno dei due contendenti.

Alessandro Gassmann e Renato Carpentieri

Inizia allora il calvario del nostro giovane sotto la guida di uno feroce e violento addestratore di nome Minuto (Alessandro Gassmann) che sembra avere qualcosa di personale con il ragazzo e che, anche in questo caso, impareremo a conoscere meglio nel corso della narrazione; con lui Davide si deve preparare al combattimento tra “cani” – così vengono chiamati questa sorta di gladiatori moderni obbligati a scontrarsi per sopravvivere. Il ragazzo cerca di resistere all’ambiente ma senza successo e, grazie alla sua abilità, verrà promosso a “cane maggiore”, quelli che fanno i combattimenti più importanti e impegnativi. Poi, però, quasi all’improvviso il film abbandona questa strada, diciamo, alla Fight Club, per virare, grazie anche all’apparizione di una affascinante ragazza (Fotinì Peluso), di 360 gradi verso lidi e situazioni completamente diverse, mentre inevitabilmente si vanno chiarendo i vari misteri dei due protagonisti maschili. Entrambi ben resi dai rispettivi interpreti: un arcigno, corrucciato Alessandro Gassmann e un efficace Francesco Gheghi  già fattosi prepotentemente notare con Familia, Premio Orizzonti, a 22 anni, al migliore attore della Mostra del cinema di Venezia 2024.
Girato tra la Calabria e la Bulgaria a Varna sul Mar Nero, Mani nude, ben fotografato lividamente da Sandro Chessa, si caratterizza per una fortissima violenza grafica nelle scene di combattimento – così come lo vedremo al cinema, credo ma mi posso sbagliare, che difficilmente potrà essere mostrato senza qualche “alleggerimento” in televisione. Ma a prescindere, il film di Mauro Mancini, ha delle ambizioni diverse da quelle che ritroviamo solitamente nelle consuete produzioni di casa nostra, vuole trattare ,in chiave altamente metaforica, il tema della colpa e di una possibile redenzione, variando quindi, con un tasso di spettacolarità molto maggiore, il problema dell’ambivalenza morale di cui ci aveva narrato nel precedente Non odiare.  Non sarà, forse, un film, internazionalmente parlando, del tutto originale ma ci sembra comunque ampiamente degno di visione. Da consigliare in particolare agli “stomaci forti”.
Il caso vuole che esca nei cinema il giorno prima in cui Netflix mostri K.O. del francese Antoine Blossier che a quanto si può giudicare dal trailer tratta temi di violenza analoghi ma con uno stile totalmente differente. Magari si potranno vedere, giudicare e apprezzare, oltre alle uguaglianze, soprattutto le differenze.

In sala dal 5 giugno 2025.


Mani nude – Regia e sceneggiatura: Mauro Mancini; fotografia: Sandro Chessa; montaggio: Gianluca Scarpa; musica: Dardust; scenografia: Stefano Giambanco; interpreti: Alessandro Gassmann, Francesco Gheghi, Fotinì Peluso, Renato Carpentieri, Paolo Madonna, Giordana Marengo; produzione: Giuseppe Saccà per Eagle Original Content, Agostino Saccà per Pepito Produzioni, Mario Mazzarotto per Movimento Film; origine: Italia, 2025; durata: 124 minuti; distribuzione: Medusa.

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