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Voto
Romantico, malinconico, notturno. Siamo a Parigi, in una metro affollata e due sconosciuti cominciano a litigare.
C’è una certa elettricità tra di loro. Lei sembra dura e sicura di sé, lui ogni tanto sorride, appare divertito. Uno scontro verbale che nasconde ( non troppo) una chimica evidente tanto che i due – non più ragazzini-finiscono a fare sesso in una cabina per fototessere.
Lui, sguardo da sognatore e sorriso accattivante, si chiama Aymeric (Alex Lutz), lei Nathalie (Karin Viard) viso segnato da sofferenze, è di qualche anno più grande di lui. Passeggiano per una Parigi deserta costeggiando la Senna, irrompendo in un negozio di mobili e imbucandosi a una festa di ventenni senza pudore. Lei è sfacciata e determinata. Lui è più timido. Si lascia guidare.
Si divertono, si stuzzicano, svelano lentamente dettagli delle loro vite e lentamente si comprende che il gioco è un travestimento, un dialogo tra due individui che non hanno nulla da perdere e che decidono di reinventarsi totalmente, almeno per una sera, come fosse uno spettacolo teatrale diretto e interpretato da entrambi.
Alex Lutz, regista e interprete di questo film, utilizza la parola come strumento di scoperta e di indagine psicologica dei due protagonisti, rivelando una solitudine esistenziale di entrambi che diventa evidente col procedere della notte.
In Sconosciuti per una notte, la parola non è un mezzo per combattere l’imbarazzo e per riempire i silenzi, ma diventa uno strumento per rivelare, progressivamente, la realtà e per tirare giù le maschere. E la scoperta dell’intimità qui passa anche per il travestimento, per il duello verbale e per il gioco, che sembra leggero e spensierato e invece non è mai soltanto tale.

Per una notte i due si lasciano andare, vivendo al di fuori del loro contesto ordinario scoprendo il loro volto più intimo avvolti in una Parigi sospesa, silenziosa e deserta. La dimensione notturna, fa eco alle loro parole, le uniche che risuonano nei vicoli parigini e li catapulta in una spirale di condivisione, di divertimento sfrenato e appassionante.
Ogni tanto, però, piccoli indizi cominciano a mostrare il volto di una realtà diversa, più dura e difficile da accettare. Il silenzio delle strade notturne della città permette a Lutz di rendere più efficace lo svelamento delle fragilità e delle incertezze dei due protagonisti: tra un ballo sfrenato e uno spettacolo teatrale i due affrontano tematiche importanti, come la genitorialità , la realizzazione personale, e soprattutto la solitudine.
La paura e la necessità di accettare la perdita pesa come un macigno nelle vite di entrambi in una notte di gioco dove la realtà incombe pesantemente e l’oscurità nasconde una verità troppo amara per essere accettata senza alcun travestimento.
Romantico, intimo, amaro.
In sala dal 28 agosto 2015.
Sconosciuti per una notte (Une nuit) – Regia: Alex Lutz; sceneggiatura: Hadrien Bichet, Alex Lutz, Karin Viard; fotografia: Éponine Momenceau; montaggio: Monica Coleman; musiche: Vincent Blanchard; interpreti: Alex Lutz, Karin Viard, Ludivine de Chastenet, Noémie de Lattre, Kenza Fortas, Nicole Calfan; produzione: Maneki Films, Versus Production; origine: Francia, 2023; durata: 91 minuti; distribuzione: Wanted Cinema.
