A Big Bold Beautiful Journey – Un viaggio straordinario di Kogonada

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Probabilmente l’ho presa male ma devo subito confessare che sono uscito dalla proiezione-stampa di A Big Bold Beautiful JourneyUn viaggio straordinario abbastanza irritato (vedi più sotto) e piuttosto deluso. Deluso forse perché mi attendevo molto di meglio dal regista di origine coreana Park Joong Eun, noto professionalmente come Kogonada che ha mutuato il suo pseudonimo dal giapponese Kogo Noda, grande sceneggiatore di moltissimi film del sommo Ozu Yasujirō. Dopo aver debuttato nel lungometraggio con Columbus (2017), Kogonada si era fatto, infatti, notare al Festival di Cannes del 2021 con la sua seconda opera in Concorso al “Certain Regard”, After Yang, un interessante esempio di fantascienza/fantasy familiare che era stato trasmesso anche in Italia da Sky Cinema. Più o meno tale stesso modello, compreso l’attore protagonista Colin Farrell, lo ritroviamo ora riproposto nella bizzarra, arzigogolata storia di rimembranze e sentimenti lontani e reconditi che il regista coreano-americano, su sceneggiatura di Seth Reiss, ci racconta, questa volta, in chiave di avventura on the road.

Ed ecco qui di cosa si tratta: il protagonista del film, David (un Farrell, purtroppo non da Oscar come ne Gli Spiriti dell’Isola di Martin McDonagh) dovrebbe recarsi ad un matrimonio di amici ma – impossibilitato ad usare la sua auto – si rivolge di necessità ad una “società di autonoleggio” bizzarra tanto quanto l’audizione a cui viene sottoposto per affittare una vettura. Così gli viene offerta l’unico modello di auto disponibile dalla società, una vecchissima Saturn SL del 1994 che non potendo fare diversamente l’uomo accetta senza sapere che contiene uno speciale GPS “grillo parlante” che gli detta degli ordini al posto di indicargli la strada più breve. A questo punto il film abbandona quel poco di realistico che avevamo visto sino a quel momento, per catapultarci in una romantica avventura di fantasy dove tutto sembrerebbe possibile. La cui prima e indispensabile tappa consiste nel fatto che, arrivato alla meta, il protagonista conosce alla festa di matrimonio una donna bella e affascinante, tal Sarah (Margot Robbie che ricompare,   sugli schermi a due anni da Barbie). David non ci mette molto a simpatizzare subito con la ragazza, malgrado nel loro tête-à-tête emergano delle differenze sostanziali di opinione sul matrimonio e le relazioni personali – lei, infatti, a differenza di lui molto tradizionalista, si mostra a riguardo ben più spregiudicata e open minded. La cosa sembrerebbe finita lì se il giorno dopo, ritornando a casa, quel giocherellone del GPS dell’auto di David non lo convincesse ad intraprendere un “grande, audace e meraviglioso viaggio” indirizzandolo verso un’area di servizio del Burger King, dove – guarda caso – rincontra Sarah. È, allora, che a questo punto inizia il promesso Big Bold Beautiful Journey del titolo che è insieme un girovagare nello spazio e nel tempo della memoria. Eh sì, perché i due – una trovata davvero originale! – incontreranno via via delle Porte magiche, attraversate le quali, in un tragitto insieme iniziatico e terapeutico, noi potremo conoscere e indagare sulle scelte compiute nel passato dai due protagonisti oppure le strade che ancora devono percorrere attraversando l’infanzia, gli amori giovanili e i traumi familiari. Sinché, dopo diverse stazioni, incontri e rimembranze varie, arriviamo dopo più di 100 minuti, alla più scontata delle conclusioni possibili.

Margot Robbie e Colin Farrell

Insomma, l’avrete forse capito, potremmo essere un po’ dalle parti per esempio di Here, l’ultimo bel film di Robert Zemeckis o di altri di argomento analogo dove viene esplorata la memoria dei singoli in funzione e in rapporto con la propria storia individuale o destino. Ma non qui il caso in un’opera mielosa come questa.

La verità, per cercare di spiegare l’irritazione di cui parlavo all’inizio di questo pezzo, sta che, a mio avviso, a volte ci imbattiamo in dei film di cui lì per lì si resta interdetti ma che nel corso della visione svelano la loro ragione d’essere e i loro incunaboli segreti – ultimo esempio, per me, è stato l’affascinante The Life of Chuck di Mike Flanagan che è costruito attraverso una interessante e ruvida (se si vuole) struttura episodica a ritroso. Nel film di Kogonada succede, invece, tutto l’inverso: compreso presto – e non ci vuole una spiccata intelligenza – il meccanismo narrativo a sliding doors riguardo alla vita dei due protagonisti, non resta che aspettare la fine di un episodio per attendere, step by step, il successivo. Risultato, almeno per il sottoscritto: una noia mortale, ingenerata da un sempre minor interesse nei confronti della parabola esistenziale dei nostri due protagonisti. Quanto agli aspetti tecnici del film: sono nella media del cinema mainstream americano, che può permettersi il lusso di due attori molto glamour.

Decisamente sopra le righe è la spropositata pubblicità per la nota catena multinazionale di fast food, omaggiata oltre ogni lecito dire.

In sala dal 2 ottobre 2025.  


 A Big Bold Beautiful JourneyUn viaggio straordinario  (A Big Bold Beautiful Journey)  – Regia: Kogonada; sceneggiatura: Seth Reiss; fotografia: Benjamin Loeb; montaggio: Susan E. Kim; musica: Joe Hisaishi; scenografia:  Mary Florence Brown; interpreti: Colin Farrell, Margot Robbie, Phoebe Waller-Bridge, Hamish Linklater, Kevin Kline, Lily Rabe, Billy Magnussen, Yuvi Hecht, Shelby Simmons, Jodie Turner-Smith, Sarah Gadon, Lucy Thomas, Brandon Perea; produzione: Dan Friedkin, Ryan Friedkin, Youree Henley, Seth Reiss, Noah Simon, Bradley Thomas per Columbia Pictures, 30WEST, Chapel Place Productions, Imperative Entertainment, Original Films; origine: Usa, 2025; durata: 102 minuti; distribuzione: Eagle Pictures.

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