Borderlands di Eli Roth

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Forse non è stata un’idea particolarmente brillante quella dell’americano Eli Roth di allontanarsi dal suo genere preferito, l’horror/splatter, del quale è un apprezzato specialista e dove aveva raggiunto la notorietà dall’ormai mitico Cabin Fever (2002) passando per Hostel (2005) per planare più di recente al modesto Thanksgiving (2023). Di sicuro il suo talento poliedrico di regista, sceneggiatore, attore, produttore cinematografico oltre che di animatore, ci avrebbe lasciato sperare di più, rispetto al risultato di questo modesto Borderlands con cui affronta per la prima volta la fantascienza giocosa e pirotecnica basandosi sulla omonima celebre serie di videogiochi sviluppata da Gearbox Software. Complice anche il fatto che – come si legge in internet – la lavorazione del film non è filata liscia come un fuso: la gran parte delle riprese sono iniziate più di tre anni fa nell’aprile 2021 a Budapest durante la pandemia per concludersi a giugno. Poi però si sono rese necessarie delle nuove sequenze supplementari che sono state dirette da Tim Miller (non accreditato) due settimane all’inizio del 2023, a causa degli impegni del collega per il già ricordato Thanksgiving. E ora in mezzo all’estate il film esce in tutto il mondo con un cast di tutto rispetto che passa da Cate Blanchett a Kevin Hart, da Edgar Ramírez ad Jamie Lee Curtis, tanto per citare qualche nome. Ma se l’immaginario visivo a cui fa riferimento questa serie di videogiochi classificata come “action RPG e sparatutto in prima persona” è risultata, a quanto si dice, assai acclamata dagli esperti di settore, quando tutto ciò si traduce in cinema per il grande schermo i nodi vengono al pettine e i modelli sono persino troppo evidenti, a partire dal saccente personaggio di Claptrap, un palese discendente dei robottini del mitico Guerre stellari. E poi già a leggere la trama si fa fatica a trovare degli spunti di originalità ma anche solo quell’umorismo di fondo – patrimonio genetico, a quanto si dice, del videogioco originale – che forse sarebbe dovuto diventare un elemento dominante e conferire così al film dei sapori e delle emozioni più sapide di quanto in effetti ci viene offrendo.

Il gruppo degli eroi

A dominare la scena è il personaggio di Lilith (Cate Blanchett), una cacciatrice di taglie dal passato complicato, che viene costretta a tornare nel suo pianeta natale,  Pandora, il più caotico e scassato della Galassia, una sorta di pattumiera spaziale da cui si era drammaticamente allontanata. Il motivo di tale scelta assolutamente non voluta è che la donna non può sottrarsi all’ordine di quello che sembrerebbe essere l’uomo più potente dell’intero Universo, cioè di Atlas (Edgar Ramírez) che le impone di ritrovare la figlia che si è persa su Pandora. Dalla necessità di compiere questa missione poco piacevole e gradita, nasce una squadra di salvataggio abbastanza mal assortita che comprende il mercenario Roland (Kevin Hart), un’adolescente amante degli esplosivi Tiny Tina (Ariana Greenblatt) con il suo muscoloso protettore Krieg (Florian Munteanu), e, last but no least, una scienziata ormai fuori di testa, ex amica di famiglia, Tannis interpretata (almeno lei fa un minimo sforzo attoriale) da Jamie Lee Curtis. Dall’altra parte della barricata, nel novero dei necessari nemici di turno, troviamo, invece, tanto per cambiare, un numerosissimo gruppo di aggressivi banditi, di avventurieri convinti di scoprire un mitico deposito sotterraneo di oggetti alieni di inestimabile valore. Dato che siamo in un film tratto da un videogioco, la partita si trasformerà di fatto in una lunga caccia al tesoro con continui scontri, la cui posta consiste appunto nel riuscire a trovare le reliquie nascoste all’interno di una misteriosa cripta.

Di più non occorre aggiungere, salvo il fatto che non si capisce cosa ci sia capitata a fare in questa impresa abbastanza maldestra Cate Blanchett con una bella capigliatura rosso vermiglio, se non per il fatto – lo ha dichiarato lei stessa – che si è divertita un sacco ad imparare a sparare.    

In definitiva un film di divertimento medio basso e al solito fracassone (anche le musiche previste inizialmente sono state sostituite da quelle di Steve Jablonsky) più adatto per un pubblico pop e arene estive non desiderose di avventure spaziali particolarmente sofisticate.

In sala dal 7 agosto 2024


Borderlands Regia: Eli Roth;  sceneggiatura: Aaron Berg, Craig Mazin; fotografia: Rogier Stoffers; montaggio: Julian Clarke, Evan Henke; effetti speciali: Mark Bortolotto, Nikolas d’Andrade, Ferran Domenech, Scott Stokdyk; musica: Steve Jablonsky; scenografia: Andrew Menzies, Oliver Scholl ; interpreti: Cate Blanchett (Lilith), Kevin Hart (Roland), Ariana Greenblatt (Tiny Tina), Jamie Lee Curtis (Tannis), Edgar Ramírez (Atlas), Florian Munteanu (Krieg), Gina Gershon (Moxxi), Bobby Lee (Larry), Janina Gavankar (Knoxx), Cheyenne Jackson (Jakobs), Benjamin Byron Davis (Marcus), Haley Bennett; produzione: Ari Arad, Avi Arad, Erik Feig per Arad Productions, Picturestart, Gearbox Studios, 2K Games; origine: USA, 2024; durata: 102 minuti; distribuzione: Eagle Pictures.

 

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