Caracas di Marco D’Amore

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Spiritoso Marco D’Amore quando, a proposito del suo Caracas, dice: “Più che inclassificabile, è un film inspiegabile”. Certo la sua è una battuta, ma direi che qualcosa del genere l’abbiamo pensato in parecchi dopo l’anteprima per la stampa (esce giovedì 29 febbraio con Vision Distribution, coproducono Picomedia e Mad Entertainment). Per la sua seconda regia, a cinque anni da L’immortale, l’attore napoletano che fu il carismatico Ciro Di Marzio nella serie Gomorra ha optato per un impegnativo cimento: portare sullo schermo il romanzo Napoli Ferrovia dello scomparso Ermanno Rea, che fu pubblicato da Rizzoli nel 2007.
I libri di Rea sono stati volentieri trasposti in film, talvolta con titoli diversi, penso a La stella che non c’è (2006) di Gianni Amelio o, a più di recente, a Nostalgia  (2022) di Mario Martone; D’Amore, autore del copione insieme a Francesco Ghiaccio, ha preso di petto quelle dense pagine scritte, senza farsi troppo intimidire, per variare sul tema del ritorno nella “città porosa” caro allo scrittore.
Caracas è un soprannome, il Venezuela non c’entra, essendo il film interamente ambientato a Napoli. Così si fa chiamare un corpulento naziskin che partecipa a raid punitivi contro gli immigrati: pestaggi, devastazioni, stupri. Ma qualcosa sta succedendo nella sua mente, la mistica fascista, condita di farneticazioni “cristiane”, ormai lo nausea, e l’accoltellamento a freddo di un giovane arabo lo spinge a uscire dal gruppo e convertirsi all’Islam, per cambiare vita e prospettiva.
Il suo percorso di redenzione s’intreccia, sul filo di una bizzarra casualità, col ritorno a Napoli, dopo tanti anni fuori, di un vecchio e carismatico letterato, tal Giordano Fonte, una specie di “cariatide comunista”, s’intende ateo, scettico, demotivato, ormai incapace di scrivere una riga. Ma Caracas lo sente quasi come un figlio: gli piace che aiuti gli sconfitti e i senzatetto nel cuore più inospitale di Napoli, l’osserva mentre cerca di salvare l’amatissima e scandalosa Yasmina, la cui esistenza è inquinata dall’eroina.
Marco D’Amore e Toni Servillo
Il film è aperto e chiuso dalla stessa frase, fortemente emblematica, scandita dal narratore, appunto Fonte. Recita: “A volte è meglio non sapere le cose. Il bello della vita è proprio questo: ignorare che cosa accadrà domani; anzi, che cosa accadrà tra un istante. Del resto, come potremmo nutrire qualche speranza sul nostro futuro, se lo conoscessimo già?”.
In mezzo succedono tante cose, tra affondi feroci e tenere parentesi, dentro una dimensione tra onirica e meditabonda, tra labirintica e circolare.
Rispetto alla pagina scritta, i due personaggi sono ringiovaniti, per farli interpretare al quarantenne Marco D’Amore (Caracas) e al sessantenne Toni Servillo (Fonte); mentre l’attraente attrice franco-tunisina Lina Camélia Lumbroso dà corpo e voce al personaggio della fragile Yasmina, sempre a un passo dall’abisso. Naturalmente il film punta, almeno all’inizio, sulla siderale distanza, di valori e comportamenti, tra l’islamico anti-yankee che aspira alla Luce divina e l’ateo marxista che vorrebbe solo annusare “l’odore del mare”, per poi fare convergere le loro esistenze scorticate nel corso di peregrinazioni notturne in una città “spugnosa”, a suo modo splendida e terribile.
Purtroppo l’ambiziosa tessitura, ricca di rimandi e suggestioni, tende fruscianti e vicoli rugginosi, con l’aggiunta di una cantatina corale sul tema di “Simmo ‘e Napule paisà”, si sfrangia presto in uno stile che a me pare esornativo, molto effettato e poco digerito, affidato in buona misura a un insinuante andamento visionario, col risultato di confondere, più che irretire, lo spettatore. Magari mi sbaglio e il film sarà un successo.
In sala dal 29 febbraio 2024

CaracasRegia: Marco D’Amore; sceneggiatura: Marco D’Amore, Francesco Ghiaccio; fotografia: Stefano Meloni; montaggio: Mirko Platania; musica: Rodrigo D’Erasmo; scenografia: Fabrizio D’Arpino; interpreti: Marco D’Amore, Toni Servillo, Lina Camélia Lumbroso, Angela Pagano, Marco Foschi, Brian Parisi; produzione: Picomedia, Mad Entertainment, Vision Distribution; origine: Italia, 2024; durata: 110 minuti; distribuzione: Vision Distribution.

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