Due

  • Voto
4

Finalmente, da giovedì 6 maggio, esce nelle sale riaperte, grazie a Teodora, il film di debutto di Filippo Meneghetti, Due, che presentato al “Toronto International Film Festival” del 2019  ha rappresentato la Francia agli Oscar 2021 nella categoria miglior film in lingua straniera. Ripubblichiamo qui la nostra recensione dal Festival di Roma del 2019 dove era passato in anteprima.

Due donne. Due destini. Due possibilità: stare insieme o venire separate. Deux (titolo originale) è un film spiazzante, non per tutti. Ci si può immedesimare con i figli di Madeleine e odiare Nina. Si può sentire il tema dell’accudimento del genitore malato. Si può patire l’amore tra due donne così anziane. La prima scena è disturbante: una ragazzina vestita di nero sta giocando a nascondino dietro agli alberi con un’altra molto simile a lei ma vestita di bianco; i corvi gracchiano attorno a loro sempre più forte, la bianca è scomparsa, la nera la cerca e non la trova, pare chiamarla con il richiamo sgraziato del volatile.

Due donne abitano nello stesso pianerottolo, vivono nella stessa casa di notte ma di giorno Madeleine è una nonna, una vedova, una madre di due figli adulti, un maschio e una femmina, ognuno con la sua storia e i suoi problemi. Si sono conosciute molti anni prima, mentre il marito di Mado (Martine Chevalier) – così la chiama amorevolmente Nina (Barbara Sukowa) – era ancora in vita, hanno fatto delle scelte. Ora è venuto il loro momento di amarsi liberamente: programmano di vendere i loro appartamenti, di dire a tutti la verità, di trasferirsi a Roma, dove si sono conosciute e incontrate. Ma il destino gioca a loro sfavore.

La malattia, la casa di cura, la badante, il tradimento, il sogno di cambiamento, il coraggio e i ruoli esistenziali, temi forti agglomerati insieme in un impasto commestibile, a tratti di complessa digestione, che non lascia indifferenti.

Immaginazione, sogno, incubo, danza, primi piani, il suono sempre fortemente entrante nella scena, Filippo Meneghetti firma un’opera prima anomala, potente e delicata, lenta, a tratti asfissiante, raccontando una realtà forte e nascosta, di cui nessuno parla mai, come l’amore tra donne ad un certo punto della vita: trattare l’omosessualità taciuta con la delicatezza e allo stesso tempo la violenza della passione (Nina è una donna dalle reazioni impulsive, dai tratti nervosi, dagli scatti intemperanti ma mai senza senso) è come camminare su un tappeto di vetri in una stanza insonorizzata, non si produce suono ma ci si taglia la pianta dei piedi e si sanguina tantissimo.

Poche parole, poca musica (prevalentemente diegetica), nessun equivoco, tanto ardimento. Un film realistico ma poetico, duro ma accogliente, spigoloso ma dal vago retrogusto di miele di castagno.


Cast&Credits

Deux (Due) Regia: Filippo Meneghetti; sceneggiatura: Malysone Bovorasmy, Filippo Meneghetti, Florence Vignon; fotografia: Aurélien Marra; montaggio: Julia Maby, Ronan Tronchot; interpreti: Barbara Sukowa, Martine Chevalier, Léa Drucker, Jérôme Varanfrain; produzione: Paprika Films, Tarantula Luxembourg, Artemis Films; distribuzione: Teodora Film; origine: Francia/ Lussemburgo/ Belgio; durata: 90’

 

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