Quando arriverò a 10, cadrai in ipnosi:
1, 2, 3…10.
È probabile che loro, i paesi nordici, un paio di domande se le stiano facendo sulla situazione mentale della generazione millennial, i ventenni-trentenni attuali. Sicuramente, ci stanno facendo un paio di film: La persona peggiore del mondo di Joachim Trier è un titolo, ma pure The square di Ruben Östlund ci faceva un pensierino. Il capitalismo, perennemente in corsa, ha afferrato il braccio giovani, maturi e anziani e ha detto a tutti loro che primi bisogna arrivare, si è poi scordato di riferire che non c’è un traguardo e chi indietro rimane, indietro viene lasciato. The Hypnosis, opera prima di Ernst De Geer, costruisce una commedia acida e disturbante che mette sotto giudizio il mondo delle app, o meglio la mentalità che vi è sotto, e al contempo osserva gli effetti che la società ha sui giovani. Alcuni finiscono in terapia, altri in… ipnoterapia.
Come Vera, per esempio. Lei e André sono fidanzati e affiatati co-founder di una app per la salute riproduttiva delle donne, Epione. Ai due manca però una possibilità e la possibilità passa attraverso investitori che credano nel progetto. Per questo motivo si recano a un weekend di ritiro, Shake up, durante il quale confrontarsi con altri creatori di app e cercare soldi, ma qualcosa inizia ad andare storto. O meglio, Vera “va storta” e il fatto che lei veda un chihuahua scorrazzare per l’hotel non aiuta, men che meno quando lo porge ad André e gli chiede
Me lo tieni tu il cane?
Vera è diventata pazza? Forse, o forse è ipnotizzata, o forsanche l’ipnoterapia modifica gli schemi mentali, facendo concepire il mondo attorno con nuovi occhi e un nuovo cervello. O magari lei vuole veramente comportarsi così.
Ernst De Geer scrive e dirige un film fastidioso che sfrutta la risata amara per dirci qualcosa che noi sappiamo e preferiamo ignorare: noi vorremmo essere altro, ricchi e intelligenti, e non lo siamo, perché neanche i ricchi e intelligenti lo sono, bensì lo fanno. Vera e André campano bugie e le usano come pioli per salire la scala sociale, ma quando i pioli si rompono o le persone fissano più i vuoti che il pezzo di legno, la scalata si frena, alla peggio si cade. Il regista allora guarda lì, alla frenata e ai vuoti, e pone tutte le situazioni imbarazzanti possibili per mettere in difficoltà i creatori di app, alfieri della nostra società. E questi momenti, tra il comico e l’amaro, sono quelli che rilanciano il film, con degli ottimi interpreti, Herbert Nordrum (La persona peggiore del mondo) e Asta August.
La pellicola ha infatti un buon ritmo, e l’agire di Vera è sempre più assurdo quanto sgradevoli sono le circostanze che si vanno a creare, con un buon crescendo di forza, nonostante non si raggiungano mai grandi picchi di suspense,. L’habitat in cui i due si trovano è dopotutto perfetto: quando capita di avere tante menti proiettate nel vuoto del profitto? Loro così impegnati a far credere gli altri della bontà delle loro intenzioni, da dare per scontato che loro stessi ci credano? È così facile che l’imbarazzo possa prendere corpo e alimentarsi, e se si aggiungono situazioni spiazzanti e la storia di una coppia che va incrinarsi, il gioco è presto detto e lo Shake up non è degli appisti nei confronti del mondo, ma ha per vittima gli appisti stessi. Perché loro sono tutti lì per salvare il mondo, non solo quello nordico, ma anche i poveri del sud, e salvare loro stessi dall’ipocrisia di vendere sì lo bontà, ma per avere un ritorno in soldi e – ancor peggio – in autostima.
In concorso alla Festa di Roma, The Hypnosis è un film “noioso” come lo è un sassolino nella scarpa e divertente come lo è vedere una persona che saltella su un piede solo nel tentativo di toglierselo, con cadute e ribaltamenti vari. La critica che percorre è alla civiltà occidentale ed è ben sostenuta perché questo umorismo nordico piace quando ha una buona sceneggiatura a sostenerlo. Non parliamo di un capolavoro né di un prodotto che attirerà folle al cinema, ma è mattoncino che si aggiunge ed è al contempo base per la costruzione di qualcosa di più, che ormai è un genere – commedia amara -, un tema – come i millennials soffrono la società occidentale – e un luogo d’incubazione e crescita – i paesi del Nord. E ora prepariamoci perché
Al mio 1, ti sveglierai dall’ipnosi:
10, 9, 8….1.
The Hypnosis – regia: Ernst De Geer; sceneggiatura: Ernst De Geer, Mads Stegger; fotografia: Jonathan Bjerstedt; montaggio: Robert Krantz; costumi: Fianna Robijn; musiche: Peder Kjellsby; interpreti: Asta Kamma August, Herbert Nordrum, Andrea Edwards, David Fukamachi Regnfors, Moa Nilsson, Simon Rajala, Aviva Wrede, Alexandra Zetterberg, Kristina Brändén Whitaker, Karin de Frumerie, Julien Combes, Victor Iván; produzione: Garagefilm International, Auditory, Påängen & Quality Hotel The Weaver, Mer Film, Redrental by Maan, Paam Biluthyrning, Filmreaktor, Film i Väst, Totem Atelier, Eile Production; origine: Svezia, Norvegia, Francia, 2023; durata: 98’.