Festival dei Popoli – 64° Edizione (Firenze 4 – 12 novembre) – Una presentazione del programma

“My Body is a Noise” è lo slogan della nuova edizione del Festival dei Popoli, in scena a Firenze dal 4 al 12 novembre. Un’edizione di corpi e musica, di corpi che si fanno musica per chiedere il riconoscimento della propria singolare esistenza. A partire dal corpo ribelle che campeggia nel manifesto, quello di Milena Dravić nel classico WR – I misteri dell’organismo (1971) di Dusan Makavejev, primo film presentato del festival nella sezione “Diamonds are Forever” che accorpa documentari provenienti dall’archivio storico del festival. A chiudere la sezione la biografia politica del teorico transgender Paul B. Preciado, Orlando, ma biographie politique (2023).

Il rumore è invece quello del rock, protagonista assoluto nella sezione “Let The Music Play”: il film d’apertura è infatti I Am a Noise di Miri Navasky, Maeve O’Boyle, Karen O’Connor (2023), ritratto emozionale di Joan Baez. Ma presente nella sezione anche l’ultimo lavoro di uno dei più importanti videomaker musicali di sempre come Anton Corbjin con Squaring the Circle (The Story of Hipgnosis) che racconta come siano nate le idee delle copertine più iconiche della storia del rock. Protagonisti anche CCCP (Kissing Gorbaciov), Cosmo (ANTI-POP), Pete Doherty (Stranger in My Own Skin) e, fuori dalla scena rock, Caiti Lord (Caiti Blues) e Jakub Piątek (Pianoforte).

Giunto alla sua 64° Edizione, il Festival propone come di consueto il suo doppio concorso (italiano e internazionale) sul documentario di creazione. Sguardi insoliti, indiscreti sul mondo, le sue violenze e trasformazioni, i suoi volti sconosciuti e disconosciuti, con l’usuale piglio tra ricerca etnografica, saperi umanistici e invenzione artistica. La sezione Habitat esplora più specificatamente i documentari legati agli sconvolgimenti ambientali.

Ai nomi ancora da costruire del Concorso si accostano le grandi firme delle retrospettive e della sezione “Doc Highlights” che raccoglie il meglio della scena documentaristica e non del circuito festivaliero mondiale. La grande esclusiva della sezione è Wicked Games di Ulrich Seidl che accorpa in unico film i suoi ultimi lavori, Rimini e Sparta. Al filmamker austriaco è dedicata anche una delle tre masterclass con registi. Le altre vedranno protagonisti altri due maestri del cinema, Pedro Costa e Tatiana Huezo, a cui sono dedicate le due retrospettive e di cui saranno presentati per l’occasione anche i loro ultimi lavori, rispettivamente il cortometraggio The Daughters of Fire ed El Eco.

Ritratti, corpi, nomi, firme. La nuova edizione del Festival dei Popoli conferma l’identità storica del festival, il suo essere spazio privilegiato di scoperta del mondo e dei popoli che li abita, delle grandi firme autoriali che modellano il mondo cinematografico e dei registi che cercano di sconvolgere quegli stessi modelli. Ma soprattutto scoperta, o riscoperta, della dimensione corporale, del valore politico del ritratto e delle esistenze particolari.

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