Il viaggio – speriamo ancora lungo- di Kobane Calling on Stage ha avuto inizio nel 2018 sul palcoscenico del Teatro del Giglio durante l’ edizione di Lucca Comics & Games nell’ambito, molto specifico, del Graphic Novel Theatre e ha poi proseguito il suo percorso in una tournée nella stagione teatrale 2019- 2020.
Lo spettacolo, riproposto al Teatro Bellini di Napoli nel maggio del 2022 diretto e adattato da Nicola Zavagli e attualmente sul palcoscenico del Vascello di Roma, conta la partecipazione di tredici attori molto validi ed è una sorta di documentario teatrale capace di raccontare la guerra in modo brutale e diretto mantenendo, però, sempre un filo sottile e contenuto di velata ironia.
Il linguaggio, inusuale e assolutamente originale per la tematica affrontata nello spettacolo è una commistione azzeccata tra la narrazione fumettistica e un diario dettagliato di viaggio, costruito e strutturato come le pagine di cronaca del nostro presente.
L’avventura teatrale ha avuto origine ed è stata ispirata al reportage a fumetti firmato da Zerocalcare intitolato, appunto, Kobane Calling, in cui l’artista, autore nel 2011 del La profezia dell’Armadillo e del noto e più recente Strappare lungo i bordi, serie animata del 2021, di cui il fumettista è interprete e autore, racconta la sua esperienza sul confine turco- siriano in supporto ai difensori curdi, opposti alle forze dello Stato Islamico.
Una parte del reportage è stata pubblicata nel gennaio del 2015 sull’ “Internazionale”, poi nell’ aprile del 2016 le storie, ampliate con racconti inediti dei viaggi del fumettista tra Iraq, Siria e Turchia, vengono raccolte nel volume Kobane Calling, che restituiscono pienamente il senso del viaggio di un gruppo di volontari partiti per Kobane appunto, simbolo per eccellenza della resistenza curda.
Kobane Calling, che nel 2017 ha vinto il premio Micheluzzi come miglior fumetto al Napoli Comicon è soprattutto il racconto di un’ esperienza di inedita esplorazione di una regione del Kurdistan siriano che viene vista e raccontata dallo sguardo di Zerocalcare, che non abbandona mai, nonostante il tema trattato, il suo stile semplice ed efficace, capace di colpire drammatizzando, commuovendo e – in questo caso solo a tratti, divertendo il suo pubblico.
Il fumettista ci offre con la semplicità del suo sguardo, pratico si ma anche analitico e solo a tratti ironico, la cronaca del suo viaggio nel Rojava, e la narrazione si concentra soprattutto sulle battaglie per la libertà di chi combatte sempre e silenziosamente in quei territori per difendere il proprio diritto a esistere, proteggendo labili confini la cui esistenza non è sancita da nessun atlante geografico.
Al centro della regione spicca Kobane, dove convivono in una dimensione altra, diversità etniche e religiose, spirito di indipendenza e di eguaglianza e su tutto, una grande forza di resistenza.
Una giovane ragazza dorme in uno stato di costante dormiveglia, coprendosi il viso con la maglietta per non sentire alcun rumore, ricordo e trauma dei giorni vissuti in carcere; una giovane mamma piange la morte del suo piccolo, affronta quotidianamente il dolore ed è circondata da chi ha fatto della lotta costante e della resistenza l’unica ragione di vita.
L’ idea di adattare questo progetto ambizioso, che ha venduto oltre centoventimila copie in Italia in uno spettacolo teatrale è impresa a dir poco complicata, proprio perché richiede la commistione di stili narrativi diversi, che oscillano tra cronaca, dramma, momenti di dura realtà e siparietti quotidiani e a tratti quasi surreali, tipici del linguaggio fumettistico.
Una narrazione drammatica e cruda si incastra e a tratti scivola in una dimensione più leggera che può diventare pericolosa proprio perché, data la delicatezza della tematica trattata, ci si muove oscillando sul filo del rasoio. E l’ operazione, grazie all’ interpretazione degli attori e grazie alle proiezioni fumettistiche sullo schermo che collegano armonicamente tutti gli elementi seguendo fedelmente la narrazione, sembra riuscire, proprio perché lo stile strizza l’ occhio e sembra fedele allo spirito e all’ umore (altalenante e vario) dell’ opera originale.
In scena al Teatro Vascello fino al 20 novembre.
Kobane calling on stage – adattamento e regia: Nicola Zavagli; interpreti: Massimiliano Aceti, Fabio Cavalieri, Marco Fanizzi, Michele Lisi, Carlotta Mangione, Alessandro Marmorini, Cristina Poccardi, Marcello Sbigoli, Pavel Zelinskij, Martina Gnesini, Matilde Zavagli, Niccolò Tacchini, Francois Meshreki; musiche: Mirko Fabbreschi; video design: Cosimo Lorenzo; luci: Giovanni Monzitta; costumi: Cristian Garbo; direzione artistica: Teatri d’Imbarco.