In un aereo in viaggio da Mosca verso l’Europa, i passeggeri che lo affollano numerosi, vedono sui loro monitor ognuno dei film diversi – tra di loro riconosciamo il nostro sceneggiatore e poeta Tonino Guerra o lo storico e specialista di Sergej M. Ėjzenštejn, Naum Kleiman. Un altro passeggero che è poi l’attempato (classe 1939) autore del film stesso, Andrey Khrzhanovsky, parla al vicino dell’importanza della celebre opera Il naso (pubblicata nel 1834, poi diventata parte della raccolta I Racconti di Pietroburgo) di Nikolaj Gogol’, più volte oggetto di revisioni e modifiche da parte dello scrittore, dovute soprattutto ai continui interventi della censura.
A questo punto, però, si lascia il realismo fotografico del cinema di finzione per passare all’animazione in “un viaggio in tre sogni” che, intrecciando i fili narrativi spesso in modo bizzarro e inconsueto, illustrano sia la vicenda del racconto satirico-grottesco del grandissimo scrittore russo, commentata musicalmente dall’omonima Opera del compositore Dmitrij Šostakovič (e quindi parlando della sua figura e delle sue travagliate vicende), sia la storia, drammatica, dell’Unione Sovietica e suoi artisti e intellettuali sotto Stalin nella prima metà del Novecento (e non tralasciando neanche un fugace accenno/stilettata all’attualità di Putin).
Così comincia Il Naso o la cospirazione degli anticonformisti di Andrey Khrzhanovsky, uno dei maestri dell’animazione nel suo paese, per altro padre di Ilya Khrzhanovsky, autore di uno dei progetti più folli della storia del cinema di lingua russa, quel DAU di cui si è visto alla Berlinale 2020 una scheggia (da 700 ore di materiale girato), diventata il lungometraggio DAU Natasha, per altro uscito anche in Italia per la Teodora.
Di anticonformismo, dunque, la famiglia Khrzhanovskyne ne ha da vendere e in più questo film che nel 2020 aveva vinto il Premio della Giuria al prestigioso Festival internazionale del film d’animazione di Annecy, assume alla luce dell’attuale tremenda guerra russo-ucraina un valore di monito e un’attualità che solo l’anno scorso non ci saremmo sognati di pensare con i suoi intrecci e rimandi.
Perché passando dall’Ottocento zarista con la sua ottusa e chiusa mentalità burocratica, al Novecento del comunismo stalinista, qui si parla, talvolta in maniera ironica e tocco leggiadro, talvolta in modo aperto e brutale, delle continue, insopportabili repressioni politico/ideologiche vissute, ciclicamente, nel più grande Paese al mondo da una gran parte dei suoi intellettuali e artisti migliori.
Si sbaglierebbe quindi a pensare che Il Naso o la cospirazione degli anticonformisti sia semplicemente una traduzione animata del racconto fantastico, quasi surreale, di Gogol che già nel 1963 un altro russo ma residente in Francia, Alexandre Alexeieff, aveva brillantemente trasposto in Le Nez, girato con la tecnica dello schermo di spilli.
È qualcosa di più. Illustrando le vicende e le angosce dell’assessore di collegio Kovalèv che una mattina si ritrova senza il suo prezioso organo olfattivo, il film di Andrey Khrzhanovsky è accompagnato dalle musiche di Dmitrij Šostakovič in primis dall’omonima Opera buffa del 1927 ispirata a testo di Gogol ma anche da numerose altre composizioni del grande musicista sovietico, tra cui in particolare “The Little Antiformalistic Paradise” (1948-1957), una cantata satirica per quattro voci coro e piano contro il decreto contro il formalismo nell’arte di Ždanov, che non è stata mai eseguita in vita.
Oltre al racconto di Gogol e alle vicende di Dmitrij Šostakovič, il film, però, più in generale racconta i destini di altri grandi artisti come ad esempio quello del regista teatrale Vsevolod Meyerhold o del celeberrimo scrittore Mikhail Bulgakov, l’autore de Il maestro e Margherita (1928-40, pubblicato a cavallo tra il 1966 e il 1967) salvatosi dai Gulag solo per l’ammirazione che curiosamente Stalin nutriva nei suoi confronti.
Così – e concludiamo – questo Naso… di Andrey Khrzhanovsky rappresenta, pur talvolta nella difficoltà di seguire tutti i suoi incunaboli e i suoi riferimenti storici, una preziosa, colta occasione per rileggere la grande cultura russa e sovietica passata che per nessun motivo al mondo può essere demonizzata (e chi lo fa, lo fa stupidamente) insieme a tutte le sue storiche difficoltà e drammi. Con un monito forse imprevedibile o inconscio quando è stato realizzato due anni fa questo film: dall’attuale presente non ci si può aspettare molto di meglio in termini di anticonformismo e libertà – purtroppo.
In sala dal 5 maggio
Il naso o la cospirazione degli Anticonformisti (Nos ili zagovor netakikh) – Animazione musicale – Regia: Andrey Khrzhanovskiy; sceneggiatura: Yuri Arabov, Andrey Khrzhanovskiy; fotografia: Andrey Khrzhanovskiy, Igor Skidan-Bosin; montaggio: Taisiya Krugovikh; musica: Dmitrij Šostakovič, Gioacchino Rossini, Giuseppe Verdi; produzione: School-Studio ‘Shar’; origine: Russia, 2020; durata: 93’; distribuzione: Double Line e Lo Scrittoio.