Jujutsu Kaisen o – The movie di Sung Hoo Park

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Jujutsu Kaisen  0 – The Movie  comincia quasi come un film dal sapore horror, con visioni terrificanti, un’ atmosfera soffocante e con un ragazzo, Yuta, colto da un’angoscia che sembra insanabile,  un nodo affettivo che non si scioglie  e -visivamente –  terribili pustole che si allargano e dalle quali spuntano occhi inquietanti. 
L’ atmosfera del film, fin dall’inizio, sembra quindi opprimente e pesante tanto da non lasciare spazio a evasione o leggerezza. Questa sensazione di inquietudine sarà a volte più evidente, a volte sottilmente strisciante, ma sempre presente per tutta la durata del film.
La magia/maledizione intesa in senso lato,  è quindi l’ossatura portante di Jujutsu Kaisen 0 – The Movie, diretto da Sung Hoo Park.
Prodotto dallo studio di animazione MAPPA, lo stesso di serie amatissime come L’Attacco dei Giganti, Jujutsu Kaisen 0 è tratto dalla serie animata ideata da Gege Akutami, il manga più venduto degli ultimi due anni. E piacerà sicuramente ai fan e agli appassionati del settore.
Più che di un’atmosfera “magica”, il  film è impregnato di una sorta  di maledizione – da sciogliere -che divora da anni, sei per la precisione, la vita di Yuta Okkotsu, un adolescente che ha assistito, da bambino, alla morte della sua migliore amica Rika, trucidata da un’auto sotto i suoi occhi.
Il legame tra i due era molto forte (avevano promesso l’un l’altra di sposarsi)  tanto che alla sua morte, la sua amica diventa una sorta di spirito vendicativo che non lascia per un solo momento Yuta. Pur con intento protettivo, lo “spirito” aleggia nella sua vita senza dargli tregua.
Purtroppo le sue fattezze non sono più quelle della dolce e tenera fanciulla, ma Rika appare come una sorta di “mostro che ha sete di vendetta” e che Yuta non riesce a controllare.
Incapace di canalizzare tanta energia, che diventa a tratti maligna, l’inesperto ragazzo si rivolge a Satoru Gojo, uno stregone che lo accoglie nell’istituto di arti occulte e lo “inizia” ad un cammino magico di canalizzazione del potere personale.
Comincia per il giovane “apprendista” stregone una sorta di nuovo inizio e allo stesso tempo, un percorso di formazione, che fortunatamente include anche momenti più leggeri e meno angosciosi. Nella sua nuova scuola, Yuta conosce i nuovi amici: Maki, esperta di armi, Jujutsu, un simpatico Panda in grado di parlare e Toge, capace di utilizzare le parole come un incantesimo, e come vera e propria arma.
Lentamente, nella sua nuova scuola,  il protagonista sembra acquisire maggiore consapevolezza delle sue capacità e a volte ritrova il sorriso, grazie all’ironia e alla saggezza del suo maestro e ai suoi nuovi compagni, con quali finalmente si sente a suo agio.
La magia, si sa, è un’arma a doppio taglio e a volte può essere utilizzata per fini propriamente non etici.
Proprio come nelle intenzioni di Suguru Geto, espulso dalla scuola anni prima: lo stregone “nero” è infatti intenzionato a ricreare una sorta di nuova umanità.
Una terra di soli stregoni “neri” dominata dalle maledizioni e per ottenere il suo scopo ed eliminare “le scimmie”, Suguru è disposto a tutto, anche ad uccidere esseri umani.
E’ molto evidente, soprattutto nella seconda parte di Jujutsu, l’eterna lotta tra il bene e il male, anzi, la capacità di utilizzare il proprio naturale potere e la magia per fini nobili o, al contrario per placare la sete di potere.
La lotta tra i due estremi – bene e male – è quindi il sottotesto che accompagna e completa l’elemento magico e assegna uno scopo al protagonista, che diventerà poi pienamente capace di controllare il suo enorme potere e di volgerlo-finalmente- a fin di bene.
Se nella prima parte il focus è puntato sul protagonista, sulla “maledizione” e sulla necessità di liberarsene – e qui la regia lavora soprattutto sulla cura dei dettagli, la seconda parte, invece, è focalizzata sugli scontri e sui combattimenti, che risultano godibili anche ad un occhio non proprio esperto del genere.
L’animazione è infatti molto fluida e le battaglie tra le parti risultano dinamiche e ben costruite: i dettagli, sia nei momenti di maggiore dinamismo sia nei momenti più riflessivi – più evidenti nella parte iniziale – risultano, come tanti altri lavori fatti in precedenza da Mappa, molto efficaci e ben realizzati
Jujutsu Kaisen 0 rimane quindi un film godibile grazie alla particolarità dell’atmosfera e agli scontri molto spettacolari ed è scandito da un ritmo incessante che rende l’intreccio, tutto sommato, dinamico e vivace.
Convincerà sicuramente gli appassionati e i fan, che saranno in fremente attesa per il (più che probabile) seguito.
In sala dal 9 giugno 

Cast & Credits

Jujutsu Kaisen 0– Regia; Sung Hoo Park; sceneggiatura: Hiroshi Seko; fotografia: Teppei Ito; montaggio: Keisuke Yanagi  ; produzione: MAPPA, Mainichi Broadcasting System, Shueisha, Sumzap, Toho Animation; origine: Giappone, 2021; durata: 105′; distribuzione: Nexo Digital. 

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