Fariborz Kamkari è un regista e scrittore nato nella parte iraniana del Kurdistan, già conosciuto qua in Italia per diversi suoi film tra i quali I fiori di Kirkurk e Pitza e Datteri, commedia del 2015 che aveva come protagonista Giuseppe Battiston, film che partono sempre da esperienze personali vissute dal regista, che racconta, romanzandoli, avvenimenti che gli sono accaduti, mostrando sempre uno stile ed uno sguardo personali.
Anche Kurdbûn, la storia drammatica dell’assedio dell’esercito turco contro la città curda di Cizre, parte da un ricordo personale, da un altro assedio, ad opera dell’esercito iraniano, verso la cittadina di Sna, assedio avvenuto trentotto anni fa, quando l’esercito iraniano ha attaccato la città e l’ha bombardata per più di trenta giorni solo perché gli abitanti avevano deciso di non accettare il regime di Khomeini.
Il racconto di questo docu-film non è molto diverso. Un assedio durato quasi tre mesi, una città distrutta, decine di morti, un senso di impotenza ma anche la possibilità, per chi questo assedio lo ha subito, di riconoscersi parte di un popolo, di trovare solidarietà e amicizia, di dare un senso ed una dignità alla propria vita.
E la vita di cui si parla è quella della giornalista Berfin Kar, che in quella città, in quei giorni, ha scelto di esserci, girando un diario di guerra, vivendo sotto le bombe e sotto gli spari dei cecchini appostati sopra i tetti delle case, e che ancora oggi è in Turchia in attesa di un processo. La sua colpa è quella di aver ripreso delle immagini, di aver portato alla luce quello che le autorità turche volevano venisse nascosto. Quello di essere una voce che andava contro il solo pensiero che il regime di Erdogan vuole che esista. Immagini che Kamkari ha rielaborate, trasformandole in un film.
Kurdbûn (che vuol dire “essere curdo”) è un crudele e tragico reportage, in cui le immagini e le parole hanno una forza dirompente, non certo la stessa forza dei proiettili che le persone le uccidono, ma una forza che si spera possa essere in grado di cambiare le cose semplicemente portandole alla luce.
Perché la distruzione di Cizre non era soltanto un atto di un genocidio che le quattro nazioni tra le quali è stato smembrato il popolo curdo stanno sistematicamente operando, ma era anche un atto contro un tentativo di società diversa, più libera, democratica e felice, che, con persistenza, i Curdi cercano di realizzare.ûû
In sala dal 12 maggio
Kurdbûn – essere curdo – Regia e sceneggiatura: Fariborz Kamkari; fotografia: Baran Yasak; montaggio: Paolo Modugno; musica: Mario Berlinguer; produzione: Fabrizia Falzettiper Far Out Films, Adriana Chiesa Di Palma – Acek s.r.l.; origine: Italia, Francia 2020; durata: 90′; distribuzione: Officine UBU.