Laggiù qualcuno mi ama di Mario Martone

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Primo film italiano passato quest’anno in anteprima alla Berlinale, Laggiù qualcuno mi ama, diretto da Mario Martone, è un documentario biografico su Massimo Troisi (1953 – 1994), raccontato con amore e ammirazione che sottolinea la sua grandezza come regista, aspetto questo meno messo in luce del talento comico. Tramite l’uso di materiali di archivio, scene passate alla storia  – un esempio su tutti, il dialogo finale di Ricomincio da tre (1981) : “No, Massimiliano no, chiamiamolo Ugo così non viene scostumato” -, sketch televisivi e foglietti di appunti (preziosamente conservati da Anna Pavignano, sua compagna nella vita privata, sua co-sceneggiatrice per tutta la carriera) scritti a mano (da cui vengono letti dei brani da attori noti quali Silvio Orlando, Peppe Servillo, Teresa Saponangelo e altri), lo spettatore è accompagnato nell’universo dell’artista di San Giorgio a Cremano. Troisi è stato un uomo di teatro, di cinema, essere umano di grande sensibilità, amico di Pino Daniele, attore consapevole politicamente che, nella seconda parte della sua carriera, incontrerà Ettore Scola in Che ora è (1989) dove sarà affiancato al grande Marcello Mastroianni, per incarnare nei due, il rapporto padre-figlio.

Insieme a Marcello Mastroianni in Che ora è (1989)

Massimo Troisi è stato un personaggio attivo nella vita sociale italiana degli anni Ottanta/Novanta, con apparizioni televisive e dichiarazioni sui giornali, schierandosi con i deboli, i dimenticati, così come il suo personaggio alter ego che Martone paragona al personaggio di Antoine Doinel per François Truffaut, alias Jean-Pierre Leaud che cresce sotto gli occhi del pubblico da I quattrocento colpi , (1959)  a L’amore fugge (1979) – un personaggio sempre fragile, balbettante, che gesticola per farsi capire fornendo una versione accalorata della sua napoletanità. Accompagnato negli inizi di carriera da Enzo De Caro e Lello Arena, il Nostro formò con loro il gruppo teatrale de “La smorfia”, ricevendo anche una querela per uso improprio della religione, avendo simulato una annunciazione a Maria, interpretata da lui stesso con velo blu.

Lo stesso Martone racconta di Massimo, incontrato nella vita partenopea, negli stessi anni e nelle stesse cantine off (“Ricordo la volta che mi disse che era andato a vedere il mio primo film”); e poi intervista intellettuali e critici che lo hanno seguito nel percorso artistico amandolo come qualcuno in cui riconoscersi, specchiarsi, trovare pezzi di sé con cui si fa fatica a fare i conti: per esempio la genuinità dei dubbi del personaggio di Gaetano in Ricomincio da tre – la crescita lenta della maturazione che lo porta nel finale ad accettare un figlio non al cento per cento suo – trascina lo spettatore in una partecipazione quasi fisica alla trama.

Paolo Sorrentino dichiara di considerarlo un grande regista. Lo scrittore Francesco Piccolo narra di essere andato al cinema tre giorni consecutivi a vedere la sua opera prima, ogni volta vedendo la pellicola in piedi, perché la sala era strapiena. Il critico Goffredo Fofi traccia una linea di demarcazione tra l’attore e l’autore, tra il personaggio e la persona.

Martone raccoglie i racconti della più stretta collaboratrice di Massimo, Anna Pavignano, che condivide col regista e con lo spettatore l’ascolto di una musicassetta in cui la sceneggiatrice e un’amica avevano intervistato il Nostro come fosse una seduta di psicoanalisi. Si parla dell’amicizia con Pino Daniele: la segreteria telefonica di Troisi riportava il ritornello “Tu dimmi quando, quando…” della celebre canzone. Martone si mette in scena in sala di montaggio con Jacopo Quadri, davanti alla scelta di materiali di repertorio, scene comiche con Eduardo e Peppino de Filippo, negli incontri con comici contemporanei che lo prendono a modello (Ficarra e Picone ed altri), nel seguire una proiezione de Il postino all’aperto a Roma.

Il postino (1994)

Il documentario segue dunque l’intera carriera di Massimo Troisi, trasferte negli Stati Uniti per operazioni al cuore comprese, fino alla fine nel 1994, il giorno dopo dell’ultimo di riprese de Il postino (1994), come racconta il montatore Roberto Perpignani, fatto che ha valso in ogni collaboratore un senso del dovere di portare a termine nel migliore dei modi la pellicola per rispettare la sua memoria. E infatti il film ha ricevuto un Oscar alla colonna sonora (Luis Bacalov) e una candidatura postuma alla migliore interpretazione maschile.

 Nelle sale dal 19 febbraio con anteprime in alcune città, in occasione del 70° anniversario della nascita di Massimo Troisi e in tutta Italia dal 23 febbraio.


Laggiù qualcuno mi ama – Regia: Mario Martone; sceneggiatura: Mario Martone, Anna Pavignano; fotografia: Paolo Carnera; montaggio: Jacopo Quadri; musiche: Pino Daniele, Antonio Sinacra, Luis Bacalov; interpreti: Massimo Troisi, Francesco Piccolo, Anna Pavignano, Valeria Pezza, Goffredo Fofi, Paolo Sorrentino, Salvo Ficarra, Valentino Picone, Michael Redford, Roberto Perpignani, Sentieri Selvaggi; produzione: Indiana Production; origine: Italia, 2023; durata: 128’; distribuzione: Vision Distribution.

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