“Appartengo a una grande famiglia di sette persone, ho quattro fratelli più grandi di me. Voglio bene a tutti e li ammiro, specialmente mio padre. È un uomo forte ed è l’uomo più alto dell’isola”. È Kristos a raccontarci la sua storia: “Mio padre è un pastore, come tutti in famiglia: anche mio nonno e il mio bisnonno erano pastori. Da grande vorrei assomigliargli, lavorare sodo, essere forte, gentile, e diventare come lui un buon padre di famiglia”. E lo fa leggendo ad alta voce il tema di fronte alla maestra, nella classe deserta. Sì perché Kristos è l’unico alunno della scuola elementare di Arki, una piccola isola del Dodecaneso di poche decine di abitanti, non ci sono altri bambini in età scolare sull’intera isola.
Già presentato alla passata edizione delle “Giornate degli Autori” (Notti Veneziane), Kristos, l’ultimo bambino, diretto dalla documentarista italo-francese Giulia Amati, è una coproduzione internazionale tra Italia, Francia e Grecia. La regista segue Kristos nel suo ultimo anno di scuola elementare, una fase delicata per tutti, ma che per il bambino assume un’importanza cruciale, un momento di svolta che lo pone di fronte a una scelta difficile. Per proseguire gli studi, infatti, Kristos sarà obbligato a trasferirsi su un’isola più grande e lasciare la sua famiglia e il mondo che ha dato senso alle sue giornate fino ad allora.
L’isola è un luogo immobile e antico, fuori dalla storia e dalle contaminazioni della modernità, il tempo è scandito dal lavoro e dalle tradizioni che si ripetono immutabili di generazione in generazione, all’interno di una comunità che avverte la minaccia di scomparire. Arki, come le tante isole greche circondate dal mare limpido, è selvaggia e accogliente al tempo stesso, la vegetazione mediterranea e le rocce si estendono lungo tutto il territorio, la popolazione vive di pesca e allevamento di bestiame. Qui Kristos passa le giornate libero in mezzo alla natura con le capre, a casa con la famiglia, e con le persone del posto, tra riti e canti popolari, in un collante tra gli anziani del luogo e la nuova generazione. La regista è brava a descrivere il paradiso terrestre in cui Kristos, in un rapporto quasi primigenio con gli animali e con la natura, si muove quasi fosse l’ultimo rappresentante della sua specie.
Ma Kristos ora deve decidere se proseguire gli studi e lasciare quella vita, o restare sulla sua isola.
L’ignoto e l’incertezza di un futuro sconosciuto spaventano, ma oltre il mare ci sono altri bambini con cui giocare e confrontarsi, e la possibilità di conoscere un mondo più grande attraverso lo studio e la scoperta di cose nuove. Non è un caso che sia la maestra, che più di tutti si è battuta affinché Kristos abbia la possibilità di avere un futuro diverso, ad accompagnarlo per la prima volta alla scoperta del nuovo mondo e della nuova scuola.
Giulia Amati si affida a una storia forte e la trasforma in una parabola universale con un protagonista il cui nome si carica di suggestioni simboliche e profetiche. Il suo sguardo è senza dubbio partecipe e accorato, ma alcune riprese risultano leggermente costruite, e alcune immagini, ad esempio certe inquadrature che indugiano sui primi piani di Kristos, soffrono di un eccesso di messa in scena. Molto intensa, invece, la scena finale in cui tutta le donne della comunità accompagnano Kristos nel momento della partenza e del congedo dalla sua famiglia e dalla sua isola: il padre, silenzioso come sempre, non lo guarda e si concentra sui gesti per aiutarlo a salire sulla barca e portare con sé il piccolo bagaglio, è incapace di manifestare le proprie emozioni e i propri sentimenti o forse sa che il destino è segnato e il futuro non può più aspettare.
Kristos, l’ultimo bambino – Regia e sceneggiatura: Giulia Amati; fotografia: Carlos Muñoz; montaggio: Evgenia Papageorgiou; musica: Angelo Capozzi; interpreti: Kristos Kabosos, Maria Tsialiera, Mihalis Kabosos; produzione: Blink Blink Productions, Les Films et l’Oeil Sauvage, ARTE France, E.R.T s.s, Al Jazeera Documentary Channel, Bad Crowd; in collaborazione con Rai Cinema, Lyfta; origine: Italia/Grecia/Francia, 2022; durata: 90’.