Tavola tavola, chiodo chiodo di Lino Musella

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“Tavola tavola, chiodo chiodo sono le parole incise su una lapide del palcoscenico del San Ferdinando, lapide che Eduardo erige a Peppino Mercurio, il suo macchinista per una vita, che tavola dopo tavola, appunto, era stato il costruttore di quello stesso palcoscenico, distrutto dai bombardamenti del 1943″
Lino Musella, talentuoso attore tra i più apprezzati del momento,  attivo nel teatro come nel cinema, vincitore nel 2019 del Premio Ubu come migliore attore e nel 2022 vincitore del premio “Le Maschere del Teatro Italiano” come migliore attore, racconta al pubblico del Teatro Vascello di Roma l’ Eduardo meno noto,  quello non solo legato alle sue indimenticabili opere, ma anche l’uomo impegnato nel difficile dialogo con le istituzioni, preso dalla costruzione del Teatro San Ferdinando,  tormentato dalla lotta instancabile per un riconoscimento di un adeguato valore civile e culturale al suo amato teatro.
Tavola tavola, chiodo chiodo è un progetto coraggioso e al tempo stesso complicato perché porta alla ribalta gli aspetti meno conosciuti del grande Eduardo De Filippo.
E’ un operazione rischiosa e difficile da trasmettere a una platea da sempre “abituata” alle opere del maestro.
Nato durante il complicato periodo della pandemia lo spettacolo racconta e ci riesce alla perfezione- il ruolo sociale  del teatro- da sempre sottovalutato -e il suo difficile rapporto con la società civile e le istituzioni.
In questo tempo mi è capitato, scrive Musella nelle sue note, “di rifugiarmi nelle parole dei grandi: poeti, scrittori, drammaturghi, filosofi, per cercare conforto, ispirazione o addirittura per trovare, in quelle stesse parole scritte in passato, risposte a un presente che oggi possiamo definire senza dubbio più presente che mai; è nato così in me il desiderio di riscoprire l’Eduardo capocomico e mano mano ne è venuto fuori un ritratto d’artista non solo legato al talento e alla bellezza delle sue opere, ma piuttosto alle sue battaglie donchisciottesche condotte instancabilmente tra poche vittorie e molti fallimenti”.
Trasformista, carismatico, commovente e a tratti divertente,  Musella nel corso di ottanta minuti si muove instancabilmente dietro le quinte di uno spettacolo,  monta il suo presepe e legge, dalla sua scrivania, interminabili e appassionate lettere scritte alle istituzioni, spesso troppo sorde e poco sensibili ai suoi continui appelli.
Il palco del Teatro Vascello ha quindi pochi elementi scenici, essenziali alle continue trasformazioni di Musella: al centro spicca un simbolico Teatro San Ferdinando ricostruito in scala, sulla destra lo scrittoio di Eduardo, dal quale l’ attore, di spalle, dà avvio allo spettacolo, sul fondo un camerino/baule, e infine, elemento che arricchisce e completa l’ insieme, la musica, presente ma mai invadente,  composta in originale dal maestro Marco Vidino.
Il protagonista, dotato di una tecnica impeccabile e al tempo stesso di grande personalità  scenica dà  voce e corpo alle rabbiose lettere inviate alle Istituzioni, agli appunti dell’ impossibile impresa per la costruzione del Teatro San Ferdinando, alle difficili – e amare-  parole del  discorso al Senato. Musella riesce a trasmettere un Eduardo meno “conosciuto” perché non tenta la strada dell’ imitazione,  ma  lo omaggia con rispetto e discrezione,  proprio come si fa con ” i grandi maestri”, interpretando le lettere, gli appunti, i discorsi con un ritmo scenico impeccabile e al tempo stesso con la capacità di emozionare, commuovere, far sorridere, meravigliare il suo pubblico.
Il teatro non è morto, è più vivo che mai, nelle espressioni, nei gesti, nella passione trasmessa da un professionista come Musella.
Uno spettacolo imperdibile.
Al Teatro Vascello di Roma sino al 26 febbraio

Tavola tavola, chiodo chiodoUno spettacolo di e con Lino Musella; musiche dal vivo: Marco Vidino; scena: Paola Castrignanò; luci: Pietro Sperduti; suono: Marco D’Ambrosio; assistente alla regia: Melissa Di Genova; costumi: Sara Marino; produzione: Elledieffe, Teatro di Napoli – Teatro Nazionale

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