Summary
Il nuovo film del regista di Requiem for a Dream e The Wrestler in concorso a Venezia
Un uomo nella sua poltrona si masturba. Cerca di eccitarsi vedendo un video porno con due uomini che fanno sesso. È una scena malinconica, più che grottesca o volgare. Si nota la solitudine, il buio, le difficoltà respiratorie e, soprattutto, la spropositata obesità del protagonista che denuncia uno stato di salute abbastanza precario. Bussano alla porta. Senza aspettare, entra un giovane di una setta o qualcosa del genere, la New Life. Vorrebbe parlargli di Dio e altro. L’imbarazzo è superato dalla necessità di soccorrere l’uomo che potrebbe essere in preda a un infarto. I problemi cardiaci sono superati dalla lettura di un testo su Moby Dick. Il romanzo di Herman Melville ha il potere di rimettere le cose al loro posto, almeno per il momento.
Così inizia The Whale, il nuovo film di Darren Aronofsky, presentato in Concorso alla scorsa Mostra di Venezia e in predicato per alcuni Oscar. Un lavoro tratto da un omonimo testo teatrale di Samuel D. Hunter che racconta quelli che potrebbero essere gli ultimi giorni su questo mondo di Charlie, un professore che tiene corsi online e che nasconde la sua identità e immagine agli studenti.
Intorno al protagonista immobile perché quasi schiacciato dal suo peso, vi sono Liz, che scopriamo essere la sorella dell’uomo che Charlie ha tanto amato e che è morto, Mary l’ex moglie, Ellie la figlia, e Thomas, il giovane predicatore. Questi cinque personaggi sono legati l’uno all’altra da un lutto non elaborato, dal sentirsi traditi, dalla rabbia non soffocata, dal tentativo di rimettere in ordine pezzi di esistenza andati in frantumi.
Senza anticipare troppo, Charlie era sposato e aveva una figlia. Si è innamorato di un suo ex studente delle scuole serali e, dunque, ha repentinamente preso congedo dalla sua famiglia per unirsi con il suo fidanzato che poco dopo è morto. Da quel momento ha iniziato a mangiare senza sosta devastando il fisico e la salute. Ad aiutarlo, ogni giorno, arriva Liz. E poi improvvisamente, si aggiungono Thomas, in modo fortuito, e la figlia Ellie, perché il padre vuole ristabilire un contatto e darle la possibilità di andare avanti prima che sia troppo tardi, insomma prima della sua inevitabile morte.
Come i personaggi di Moby Dick, anche questi sembrano incagliati in un destino che sembra impossibile da abbattere. Se la grande balena, suo malgrado, è investita del ruolo del nemico, e il capitano Achab non insegue altro che la vendetta, dando un senso univoco (ed errato) alla sua vita, Charlie e i suoi compagni d’avventura non riescono a separarsi dai propri demoni. Non superano la morte di un amante, non perdonano la fuga di un padre, non riescono a comprendere il senso delle loro azioni e delle loro relazioni.
Il tempo scorre, va avanti, ma ognuno di loro guarda inesorabilmente indietro, è risucchiato dalle sabbie mobili del vissuto. Sarà possibile uscirne? Aronofsky e insieme a lui Samuel D. Hunter, riescono a costruire una storia con toni drammatici e, al tempo stesso, leggeri, ponendo i personaggi sull’orlo di un baratro, facendoli camminare su una striscia di terra stretta, con a destra e a sinistra il vuoto del passato che è stato e del futuro che non è ancora.
Charlie si sforza di spingere gli altri ad andare in avanti. Per questo, lotta con Liz che non riesce non vedere la prossima perdita. Con Ellie che sfoga la sua ira su qualsiasi persona le si ponga innanzi. E persino con Thomas, il predicatore che superficialmente confida nell’opera divina affinché tutto si risolva. Ma la vita e la morte appartengono a chi nel mondo appare, sceglie, prende una strada anziché un’altra. A chi sbaglia, a chi segue i sentimenti, a chi si sente attratto. E così quel salotto, il luogo nel quale è ambientato prevalentemente The Whale, si trasforma in un universo nel quale si agitano piccoli fragili esseri che talvolta dimenticano che i dettagli, pur noiosi, dell’esistenza non sono altro che un tenero e dolce prender tempo dalla fine.
In sala dal 22 febbraio 2023
The Whale – Regia: Darren Aronofsky; sceneggiatura: Samuel D. Hunter; dall’opera teatrale: The Whale di Samuel D. Hunter; fotografia: Matthew Libatique; montaggio: Andrew Weisblum; scenografia: Mark Friedberg; costumi: Danny Glicker; musica: Rob Simonsen; interpreti: Brendan Fraser, Sadie Sink, Ty Simpkins, Hong Chau, Samantha Morton; produzione: Protozoa Pictures; produttori: Darren Aronofsky, Ari Handel, Jeremy Dawson; origine: Stati Uniti; durata: 117’; distribuzione: I Wonder Pictures