Woman, di Anastasia Mikova e Yann Arthus-Bertrand propone, seguendo una linearità molto definita, il cammino personale, i conflitti, le opinioni, su differenti argomenti di donne provenienti da 50 paesi del Mondo. Il documentario, infatti, colleziona circa 2000 ritratti di protagoniste differenti per etnia, età e scelte di vita e ne delinea il percorso individuale attraverso la storia personale.
A distanza da 5 anni da Human, presentato nel 2015 tra i film Fuori Concorso della 72° edizione del Festival del Cinema di Venezia, focalizzato sulla natura umana intesa in senso più ampio, questo Women pone, invece, al centro del discorso la donna e in particolar modo la sua capacità di rialzarsi e di essere tenace e resistente, dopo ogni caduta.
Le immagini sullo schermo si susseguono una dopo l’altra e i primi piani delle donne ci parlano di sentimenti, valori, vissuti dolorosi e più leggeri di differente intensità. Animato da ottime intenzioni, il documentario è quindi un coro di voci al femminile che condivide temi scottanti e frammenti più ironici e spiritosi, in un collage costruito con una particolare attenzione alla molteplicità delle esperienze: le protagoniste parlano della lotta contro le discriminazioni, raccontano i tanti ostacoli in campo professionale, mostrano in silenzio il loro volto sfigurato dall’acido a seguito di violenze subite.
Vissuti tragici, ma non solo. Alcune testimonianze rivelano anche, con un pizzico di ironia – che non guasta – il punto di vista sul desiderio sessuale, i trascorsi in questo campo e il non sempre facile rapporto col corpo, specie in età più adulta.
A volte i racconti delle protagoniste su esperienze toccanti emergono spontaneamente, quasi per un loro assoluto bisogno di essere ascoltate; altre volte a riempire lo schermo sono solo i volti, dominati da diverse espressioni: pianto, gioia, ironia, determinazione, rabbia.
Woman è un lavoro corale, che lega momenti più drammatici ad altri più leggeri: l’aborto, il matrimonio e la sessualità, sono vissuti e vengono trasmessi in modo individuale da ogni singola protagonista.
La carrellata di immagini colpisce per la varietà dei volti e per la capacità di passare velocemente da un argomento all’altro. Le protagoniste sono sapientemente selezionate: le loro storie sono notevoli per intensità e le espressività dei loro volti rispondono alla molteplicità di vissuti che il doc vuole rappresentare.
Manca però, un approfondimento più accurato: il film è omogeneo nell’insieme, colpisce per l’estetica accattivante e ha una struttura lineare capace di rendere fruibile e funzionale il messaggio senza però appassionare o lasciare una traccia più profonda e sotterranea.
Woman nell’insieme funziona, si lascia guardare ed è ben confezionato, ma a livello emotivo, pur intrecciando esperienze e vissuti spesso dolorosi e tormentati, non si insinua in profondità. Il messaggio finale, pur essendo animato dalle migliori intenzioni, sembra rarefatto e poco d’impatto.
Manca infatti un’analisi più accurata e la capacità di colpire la coscienza e il cuore dello spettatore oltre l’immagine curata e l’idea-sempre vincente- della diversità.
Forse l’idea iniziale del doc firmato da Anastasia Mikova e Yann Arthus-Bertrand era proprio quella di dare un assaggio del mondo al femminile, lasciando trapelare la varietà di emozioni e vissuti della donna.
L’operazione riesce solo in parte perché il risultato finale lascia lo spettatore sospeso: apre la porta dell’animo femminile, senza spalancarlo; colpisce lo sguardo, senza però insinuarsi in profondità.
Presentato Fuori Concorso alla Mostra del Cinema di Venezia del 2019
In sala dal 2 marzo 2023
Woman – Documentario. Regia e sceneggiatura: Anastasia Mikova, Yann Arthus-Bertrand; fotografia: Maya Coutouzis; musica: Armand Amar; produzione: Hope Production; origine: Francia, 2919; durata: 105 minuti; distribuzione: Magnitudo Film.