Film d’azione con inserti visionari-spirituali, Rodeo segue la protagonista Julia (Julie Ledru) – una Bardot della Guadalupa nelle Antille, con un sorriso con diastema (lo spazio tra i due incisivi) che viene cercato dai maschi che la circondano, e che lei dispensa una decina di volte nell’arco delle quasi due ore di pellicola – immergersi nei meandri torbidi di una gang di motociclisti specializzati in acrobazie pericolose e ricambio di pezzi di veicoli rubati.
La ragazza però mira più in alto: con un meccanismo ben congegnato deruba moto nuove da venditori privati ingenui e ammaliati da una donna conoscitrice di motori, ma ha un sogno nel cassetto, ancora più ardito: derubare, in corsa di notte, un tir che trasporta motociclette nuove dirette ai negozi.
Julia è sola, non desiderata nella casa familiare, probabilmente per tutte le volte in cui si è cacciata nei guai, non sa dove andare, l’unica cosa che le reca piacere è correre (dopo una corsa con lei in moto Ophélie, la moglie del boss, le dice: “mi tremano le mani” e la ragazza risponde, eccitata: “anche a me succede, non è paura, è adrenalina”), provare il brivido di rischiare la vita andando ogni volta più veloce che mai. La vita è dura, il mondo è duro, gli uomini sono duri ma anche le donne possono esserlo: Julia non smette mai di stare in guardia, non può abbassare le antenne sennò qualcuno la fa fuori, si sente in pericolo, vive braccata, è un animaletto che urla di notte dopo aver sognato Abra, l’amico morto sulla pista, che le assesta le unghie nei fianchi in un abbraccio mortale (“Gas, freno, gas, freno” le spiega come impennare il mezzo fino a strusciare con la parte posteriore del veicolo quasi a terra).
La regista Lola Quivoron mette in scena un film dolente, avvincente, mozzafiato: si corre al tramonto col vento tra i capelli, si entra in appartamenti non propri, si derubano degli stolti innocenti, si sta sempre dalla parte del torto. La comunità di bikers è composta solo da uomini, le donne fanno da contorno alle feste, per ballare, bere, scopare.
Julia è famelica, è un pesce fuor d’acqua, viene accettata solo da Kaïs (Yannis Lafki), che però è totalmente assoggettato dal capo della banda, Domino, che muove tutti, corridori e meccanici, come pedine con delle videochiamate dal carcere. Qualcuno tradirà, come Giuda, qualcuno non ce la farà, qualcuno avrà visto il suo sogno infrangersi contro l’asfalto della vita.
Presentato l’anno scorso al Festival di Cannes in “Un Certain Regard”, Rodeo è un’opera prima contro il separatismo di genere, contro la violenza (raccontandola dal di dentro), con al centro una delinquente femminista senza volerlo: quasi un documentario nello stile realistico addosso ai personaggi, quasi una fiaba nel finale, non facile da mandare via dalla retina.
Anteprima italiana in Concorso al Torino FF del 2022.
In sala dal 6 luglio 2023
Rodeo (Rodéo) – Regia: Lola Quivoron; sceneggiatura: Lola Quivoron, Antonia Buresi ;fotografia: Raphaël Vandenbussche; montaggio: Rafael Torres Calderon; musica: Kelman Duran; interpreti: Ahmed Hamdi, Antonia Buresi, Brice Straehli, Chris Makodi, Cody Schroeder, Dave Nsaman Okebwan, Gianni Caira, Julie Ledru, Junior Correia, Louis Sotton, Mohamed Bettahar, Mustapha Dianka, Quentin Arizzi, Sébastien Schroeder, Yannis Lafki; produzione: Charles Gillibert , Romain Blondau per CG Cinema; origine: Francia, 2022; durata: 110’; distribuzione: I Wonder Pictures.