Ma tu sei asociale? / No, sono solo un mancino
A volte ti viene affidata qualcosa o qualcuno e tu devi difenderli facendoti in quattro. Può essere la fascia sinistra di un campo di calcio e così ti tocca correre avanti e indietro, attaccare e difendere, o può essere un figlio e allora nulla ha più un prezzo anche quando un prezzo, reale e sonante, lo ha. Mancino Naturale, per la regia di Salvatore Allocca, è un film che fa un passo oltre la fiction di periferia, non va in verità molto lontano ma è comunque credibile e godibile sia per la buona sceneggiatura che per gli attori che sono chiamati a interpretarla.
Isabella (Claudia Gerini) è vedova e vende surgelati per mezza Latina, a volte si ritrova a fare lavori notturni alla reception degli hotel per arrotondare. Le servono soldi, non per lei però, bensì per il figlio Paolo (Alessio Parinelli) che ha un mancino spettacolare, a suo dire. Però, si sa, il talento non basta, e l’agente del ragazzo (Massimo Ranieri) non lo nasconde: «il mondo è pieno di talenti ma scarso di volontà» e quella volontà ha un prezzo, tremila euro, per far partecipare il ragazzo ai provini di una grande squadra. Isabella non si arrende, vuole che suo figlio abbia le stesse possibilità di tutti gli altri e che nessuno si ponga sul cammino dei due, neppure la scuola.
Per mettere allora tranquilli gli insegnanti servirà un aiuto, quello del nuovo vicino di casa, Fabrizio (Francesco Colella), sceneggiatore senza una lira che scrive fiction «per i vecchi e…no, Paolo, solo i vecchi le guardano» e dà ripetizioni al ragazzo. Le selezioni avanzano, i soldi richiesti si moltiplicano, le pressioni sulle spalle di Isabella aumentano ma non solo sulle sue: Paolo è felice di questa vita? Toccherà allora fare i conti con il parere del piccolo come con la rabbia della madre. Dietro di essa c’è una verità che deve essere confessata, fino in fondo, per essere allontanata.
Salvatore Allocca firma una pellicola basata su una sceneggiatura ben scritta e una colonna sonora leggera che cerca l’empatia dei personaggi. Questi creano le giuste alchimie, che siano di incontro o di contrasto (madre-figlio suocera-nuora ecc.), e il film disegna varie intimità facendo sponda sui personaggi secondari: Colella porta una ventata di leggerezza con il suo sceneggiatore alla ricerca di riscatto ma senza pretese – tra persona reale e macchietta -, Katia Ricciarelli è suocera per eccellenza, vicentina di accento, e Massimo Ranieri troneggia con un personaggio più teatrale che cinematografico ma comunque di spessore, come non può che essere. Il collegamento tra tutti loro è però dato da lei, Isabella, alias Claudia Gerini.
Il personaggio affidatole è nelle corde dell’attrice, Gerini è brava a darle un’anima e sostenerla per l’intera durata della pellicola cercando quelle sfumature che in un personaggio simili non possono essere soffuse bensì definite con taglio d’accetta. Unica pecca, più di scrittura che di recitazione, è forse la confessione finale dove si poteva dire di meno e rendere con maggiore efficacia quel senso di colpa che alimenta la rabbia della donna. Nucleo del film sono loro due, leonessa e leoncino, e risalta il contrasto tra la violenza verbale di lei e l’agilità espressa sul campo da Paolo, nonostante proprio nelle scene calcistiche la sospensione dell’incredulità sia messa alla prova e si debba chiudere un occhio su avversari che si spostano e portieri che si tuffano dalla parte sbagliata. Per quanto riguarda lui, il giovane campione, è sufficiente incrociare quegli occhi per riconoscere ‘l’eredità materna’ e credere alle sue parole – un ottimo caso di physique du rôle.
Mancino Naturale presenta una storia né originale né nuova, tuttavia ben raccontata e genuina, quello sì: «non c’è cosa peggiore che rubare un’idea a un uomo. Soldi e donne sono niente, ma se rubi un’idea, quello è grave» dice Fabrizio/Colella, e l’idea alla base del film, con i suoi sensi e controsensi, non è male, soprattutto se sostenuta da questi attori. Ne esce allora un lavoro piacevole ma senza eccellenze, buono per trascorrere una serata casalinga senza strappi né sorprese.
Il punto di vista della protagonista rimane uno delle note interessanti del film. Non è un mondo semplice, ogni cosa ha un prezzo e nessuno ti regala nulla. A volte tocca vendersi e se si è merce pregiata si ha la possibilità di scegliere tra il migliore offerente o il maggiore offerente. Non è molto, non è neppure poco se sai con che gente hai a che fare.
Dal 31 marzo al cinema
Mancino Naturale – regia: Salvatore Allocca; sceneggiatura: Salvatore Allocca, Emiliano Corapi, Massimo De Angelis, Simone Lenzi; fotografia: Francesco di Pierro; montaggio: Lorenzo Peluso; scenografia: Laura Pozzaglio, costumi: Maya Gili; musica: Francesco Cerasi; interpreti: Claudia Gerini, Alessio Parinelli, Massimo Ranieri, Katia Ricciarelli, Alessio Vassallo, Alessandro Bressanello, Francesco Colella; produzione: Promenades Films, Fenix Entertainment, RAI Cinema; origine: Italia, 2021; durata: 106’; distribuzione: Fenix Entertainment, Europictures.