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Sospeso tra elementi del folklore germanico e slavo e dramma psicologico/ thriller, The Dark Nightmare viene confezionato come un horror “classico “ma ha l’obiettivo finale di parlare soprattutto di altre tematiche, come la non accettazione della maternità, ad esempio. Si parte dall’idea di un elemento popolare, i Mare, i terribili demoni che torturano i neonati nel sonno per poi approfondire tematiche psicologiche complesse.
The Dark Nightmare non è di certo il primo film che parte dal folklore e dalla tradizione popolare per costruire una storia horror; infatti, in tempi recenti abbiamo visto Slumber – Il demone del sonno (2017, Jonathan Hopkins) o Pantafa ( 2022, Emanuele Scaringi): in quest’ultimo film, in particolare, la pantafica, figura spettrale del folklore abruzzese e marchigiano, era la personificazione dell’incubo spaventoso che assumeva le sembianze di un grosso gatto nero o di un’orribile e vecchia strega.
Kjersti Helen Rasmussen, che ha scritto e diretto il nostro film, racconta, come accennato, un trauma al femminile che prende le sembianze di terribili incubi capaci di rovinare la vita ai due giovani protagonisti, anzi, soprattutto a Mona (Eili Harboe), già vista in Thelma (Joachim Trier, 2017) riuscitissimo horror psicologico con elementi soprannaturali.
La vicenda, in particolare, ruota intorno a una giovane coppia, Mona e Robby (Herman Tømmeraas). I due, molto innamorati, hanno trovato finalmente un bellissimo appartamento che va completamente ristrutturato.
La copppia non si perde d’animo e si organizza per dare una veste diversa alla nuova abitazione. Tuttavia, lentamente ma progressivamente i due si rendeno conto che l’appartamento non è proprio il nido idilliaco che avevano sognato: i vicini di casa urlano di continuano e sbraitano … e Mona è improvvisamente ossessionata da incubi terribili che peggiorano di volta in volta ogni volta che si addormenta.
Lui lavora tutto il giorno e lei resta da sola a casa, tra le pareti che diventano sempre più strette.

Robby, inoltre, vorrebbe, avere un figlio, ma la donna esita e non si sente pronta. La coppia però cerca di andare avanti e presto lei rimane incinta. La situazione precipita e i suoi problemi collegati al sonno peggiorano al punto che Mona diventa paranoica, convinta di essere vittima predestinata di un demone mitologico che vuole impossessarsi del bambino che porta in grembo.
Dopo un convincente inizio che getta le basi di una inquietantissima storia di terrore, Kjersti Helen Rasmussen scopre presto (forse troppo presto) le carte: The Dark Nightmare affronta le sfaccettature della psiche femminile in un momento delicato, come quello della maternità che diventa da subito una trappola per lei.
La scelta di confezionare il film come un horror ma di raccontare altro, crea confusione e spaesamento: il pubblico resta sospeso tra il desiderio di essere colto da brividi che tardano ad arrivare e tra l’approfondimento della psicologia della tormentata protagonista.
L’impalcatura del film resta misurata e rigorosa, senza particolari picchi e senza la giusta dose di imprevedibilità. Si tratta di un’opera potenzialmente interessante con una buona idea di partenza (che in più punti strizza l’occhio a Rosemary’s Baby, 1968, di Roman Polański) ma che esita a decollare nello sviluppo della vicenda.
In sala dall’11 giugno 2025.
The Dark Nightmare – Regia e sceneggiatura: Kjersti Helen Rasmussen; fotografia: Oskar Dahlsbakken; montaggio: Sjur Aarthun, Brynjar Lien Aune; Musiche: Martin Smoge; interpreti: Eili Harboe, Herman Tømmeraas, Dennis Storhøi, Siri Black Ndiaye, Peter Førde, Gine Therese Grønner; produzione: Handmade films in Norwegian woods, Nordisk Film Production AS; origine: Norvegia, 2024; durata: 100 minuti; distribuzione: Bim Distribuzione.
